Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Filadelfia, alle radici della storia

Filadelfia Foto Bruce Emmerling da Pixabay

Una grande metropoli, regina fra le molte regine della costa Atlantica degli USA. Appartengono alla “preistoria” d’America le epopee dei nativi che qui vivevano: un mosaico di tribù fiere e bellicose. Oggi, dei famosi “indiani”, rimane sottopelle lo spirito indomito e il desiderio sempre vivo di libertà

Filadelfia

L’americana Philadelphia, detta affettuosamente Philly dai suoi abitanti, è senza alcun dubbio una delle poche città degli Stati Uniti autenticamente “storiche” (vedi articolo su Mondointasca: “Philadelphia-Philly, l’americana d’eccezione”). Moderna e attiva, culturalmente impegnata, si presenta con gli immancabili grattacieli ma anche con notevoli monumenti e bellissimi palazzi; per di più, non manca un “verde” diffuso e amorevolmente curato nel quale primeggia un bellissimo giardino botanico (Historic Bartram’s Garden) a rendere questa grande città – che non è tuttavia capitale della Pennsylvania, essendo questo onore-onere riservato ad Harrisburg – una delle più attraenti degli States.

Un fiume, un destino comune

La vista che si gode dal Benjamin Franklin Bridge, che unisce Philadelphia a Camden, New Jersey (Photo by B. Krist for GPTMC)
La vista che si gode dal Benjamin Franklin Bridge, che unisce Philadelphia a Camden, New Jersey (Photo by B. Krist for GPTMC)

Il grande fiume che scorre da nord a sud, il Delaware, poco più lungo del nostro Po, rappresenta la “vena” d’acqua attorno alla quale si sono sviluppati importanti agglomerati urbani appartenenti a ben quattro Stati della costa orientale degli USA (New Jersey, Maryland, Delaware e, naturalmente, Pennsylvania). È un fiume che ha origine tra i rilievi dei monti Appalachiani dello stato di New York e che nel suo corso iniziale, zigzagando tra colline e pianure, attraversa zone boscose che in autunno sono il trionfo di uno degli spettacoli più belli che la natura possa offrire: quello del “foliage”. Migliaia di alberi dai colori più accesi testimoniano lo scorrere delle stagioni e l’autunno, fra queste, è indubbiamente quella più ricca di suggestioni e di visioni indimenticabili. Poi il fiume acquista, nel suo scorrere verso il grande estuario che si apre nell’Atlantico, una maestosità che è in carattere con quella degli altri fiumi del continente americano. Tutto è “oversize”, in America; quindi, anche la natura.

Certo, il Delaware non ha l’imponenza di un Missouri o di un Mississippi, le due maestose vie d’acqua che solcano le immense pianure centrali. Ma la sua bella figura la fa in ogni modo, specie quando entra nell’area densamente popolata, sulle due rive, con città che sono praticamente attaccate le une alle altre: Camden, Pembroke, Trenton, Filadelfia, Wilmington e cento altre minori a costituire un tessuto urbano che si snoda, senza soluzione di continuità, da Washington a Baltimora a New York, con Filadelfia al centro.

I ponti di Philly

Il Burlington Bristol Bridge
Il Burlington Bristol Bridge

Un grande fiume necessita, è ovvio, di grandi ponti e in una terra – come si è detto – “oversize”, i ponti danno fino in fondo la misura di cosa voglia significare “dividere e unire” territori abitati da gente di origine diversa, dalla storia complessa, dal retaggio di popolazioni autoctone che qui vivevano, prima dell’arrivo degli europei.

Si diceva dei ponti; quelli che attraversano Filadelfia e la congiungono allo stato del New Jersey, si fregiano di nomi storici e in qualche caso “curiosi”.

Molto più a nord della città per eccellenza della Pennsylvania, ad unire Morrisville con Trenton, c’è il ponte detto “Trenton Makes the World Takes” (Trenton fa, il mondo prende!). Gli americani sono persone di spirito, attaccate ai loro luoghi e alle loro tradizioni; ecco spiegato perché i cittadini di Trenton (New Jersey) non senza una certa “vis” polemica, hanno chiamato in questo modo il “loro” ponte. Scendendo verso sud, diverse miglia più a valle, c’è il Delaware River bridge, un omaggio al corso d’acqua che scavalca, che collega la zona industriale di Bristol a quella residenziale di Roebling nel New Jersey. Poi è la volta, dopo aver costeggiato la rotonda isola fluviale di Burlington, del ponte (Burlington-Bristol bridge) che unisce l’area industriale compresa fra Croydon e Bristol all’omonimo centro di Burlington (New Jersey).

Una splendida vista d'insieme della città con il Benjamin Franklin Bridge (Photo by G. Widman for GPTMC)
Una splendida vista d’insieme della città con il Benjamin Franklin Bridge (Photo by G. Widman for GPTMC)

Segue il Tacony-Palmyra bridge; gli abitati che unisce sono Palmyra (New Jersey) e Wissinoming (sobborgo di Philly). A seguire, non poteva mancare il grandioso New Jersey Transit a suggellare l’unione dei due importanti Stati di Pennsylvania e New Jersey. Il vero nome di questo ponte è Betsy Ross bridge, unica donna americana, assieme a Kate Shelley – il cui “ponte” si trova nello Iowa – ad avere l’onore di una dedicazione di una struttura pubblica. Il merito di Betsy? Aver confezionato la prima bandiera a stelle e strisce.

Il fiume ora costeggia Filadelfia e scorre sotto altri ponti “storici”. C’è quello dedicato a Benjamin Franklin, l’inventore di fama internazionale che è riuscito ad imbrigliare e rendere inoffensivi (non sempre, purtroppo) lampi, fulmini e saette. Quindi il Walt Whitman bridge, dedicato al poeta dell’Ottocento e il Commodore John Barry bridge, “officer” (conduttore, capo) della Marina durante la Guerra di Rivoluzione americana e successivamente di quella degli Stati Uniti. Con il Memorial Bridge-Delaware, infine, il fiume “entra” ufficialmente nello Stato dallo stesso nome.

Una ragazza di Filadelfia chiacchiera con un interprete della rievocazione storica
Una ragazza di Filadelfia chiacchiera con un interprete della rievocazione storica “Once Upon A Nation” (Photo by K. Ciappa for GPTMC)

In Pennsylvania confluiscono numerosi immigrati, provenienti dai Paesi del nord Europa e dalla Germania. Philly cresce rapidamente e verso la fine del XVIII secolo, tra le città di lingua inglese, è seconda per numero di abitanti alla sola Londra.

Sono storicamente tredici le colonie della costa Atlantica che si sono ribellate al dominio degli inglesi. La Rivoluzione Americana è quindi sfociata nella Dichiarazione di Indipendenza dell’anno 1776, proclamata a Filadelfia. Intanto gli Stati Uniti andavano formandosi, sia nel numero di adesioni degli altri Stati, sia nel consolidamento delle istituzioni e delle regole di convivenza civile. Alla fine della guerra con gli inglesi, dopo la ratifica della Costituzione, per una decina di anni (1790-1800) Filadelfia funge da capitale della nuova nazione, prima del definitivo trasferimento a Washington.

Per un decennio, capitale del nuovo Stato

William Penn
William Penn

Sono stati di diverse nazionalità gli europei che hanno “messo mano” su queste terre: svedesi nel 1643, seguiti alcuni anni dopo da olandesi e quindi inglesi. All’anno 1681 risale la concessione di re Carlo II d’Inghilterra a William Penn di colonizzare una vasta porzione di terra corrispondente agli attuali Stati di Pennsylvania e Delaware. Penn, un esploratore inglese di grande umanità e di sani principi religiosi (era un Quacchero) fonda una colonia che da lui prende nome (la Pennsylvania, appunto). Allo stesso anno risale la fondazione di Filadelfia. La crescita del più importante centro urbano della zona diviene così costante negli anni.

E prima di Filadelpia?

Il National Constitution Center, il Museo dedicato alla Costituzione statunitense (Photo by R. Kennedy for GPTMC)
Il National Constitution Center, il Museo dedicato alla Costituzione statunitense (Photo by R. Kennedy for GPTMC)

Recita la storia degli Stati Uniti d’America: “…il Convegno Federale che ebbe luogo nel Palazzo del Governo di Filadelfia nel maggio del 1787 si dimostrò una riunione di personaggi veramente notevoli (…..) George Washington, considerato come primo cittadino di tutto il Paese per la sua condotta militare durante la rivoluzione e per la fama di assoluta integrità, venne scelto come Presidente”. Questo è l’epilogo dei fatti storici dei quali Filadelfia va giustamente orgogliosa. Ma chi viveva in questa vasta area atlantica, prima che arrivassero gli europei?

La Pennsylvania era abitata dalle tribù dei Delaware, dei Susquehanna, degli Irochesi, degli Eriez e degli Shawnee. Quelli presenti nei luoghi nei quali sarebbe poi sorta Filadelfia, appartenevano in grande maggioranza alla tribù dei Lenape, detti anche Lenni-Lenape, che negli idiomi algonchini significava “il popolo”; in seguito vengono chiamati Delaware, dal nome di Lord Thomas West Delaware, governatore della colonia inglese della Virginia, nominato e qui inviato dalla regina Elisabetta I.

Col loro “nuovo” nome, dunque, i nativi Delaware avevano dato vita ad una specie di confederazione tribale insediata nell’attuale Stato di Pennsylvania ed erano stati tra i primi ad avere un diretto contatto con gli europei di varia provenienza, che avrebbero in seguito costituito il nucleo originario della popolazione americana. Ben organizzati, si erano guadagnati l’appellativo di “nonno” per via della notevole abilità nel dirimere e risolvere le dispute intertribali. Gli invasori bianchi si erano quasi subito dimostrati ostili verso i Delaware, ma ciò non aveva impedito a questi ultimi la ricerca di un certo accordo, consci del fatto che il divario tecnologico fra i due gruppi (frecce, lance e tomahawk contro pistole e fucili) lo suggeriva.

Esodo finale dei Delaware

La bandiera del Pennsylvania
La bandiera del Pennsylvania

Lord Delaware, si era mostrato abile e saggio nell’amministrare il territorio, prima del suo definitivo ritorno in patria. Dopo anni di relativa calma e di non infrequenti scaramucce e battaglie con i vari “inviati” del governo inglese, all’epoca delle colonie, e degli incaricati governativi, dopo la nascita degli Stati Uniti, la vita delle varie tribù di nativi stanziate in Pennsylvania e Delaware procede a “strappi” sino all’accordo del settembre 1778, firmato col governo statunitense. Ma non sarà più come prima. Molti Delaware abbandonano i luoghi in cui sono nati (Virginia, Pennsylvania) per trasferirsi nel tempo verso gli Stati dell’ovest: Ohio, Indiana, Kansas. Missouri e Oklahoma. Alcuni Lenape arrivano persino in Texas, altri in Canada, nel tentativo continuo di sfuggire all’incalzare delle truppe governative.

Oggi, i Lenape originari (e superstiti) della zona di Filadelfia, vivono in due riserve dai nomi altisonanti: The Delaware Nation a Moraviantown e The Munsee-Delaware Nation, nell’Ontario canadese.

“Indianeggiando” un po’

Due donne della tribù Lenape
Due donne della tribù Lenape

Delaware (Lenape)

– Shackamaxon era il nome del nucleo originario, dove sarebbe poi sorta Filadelfia, abitato dalla tribù dei Lenape, in seguito denominata Delaware. I primi colonizzatori, prima ancora di William Penn, giunsero in zona nel 1646, guidati dal missionario svedese Johannes Campanius; l’area era infatti nota come Nuova Svezia.

Irochesi – La confederazione Irochese era basata sul sistema dei Clan a discendenza matrilineare, in uso anche in diverse altre tribù. Una leggenda racconta che la Costituzione Americana si sia in gran parte ispirata alla Lega Irochese e alla sua Grande Legge di Pace, ma non esistono prove che lo confermino.

Eriez – Nella preistoria americana queste tribù, imparentate con gli Irochesi, vivevano sulla sponda meridionale del lago Erie, che era inoltre il loro secondo nome, al quale se ne univa un terzo (nation du Chat). La “parentela” con gli irochesi non doveva essere così forte, se alla fine gli Eriez vennero distrutti proprio da loro! Il nome Eriez deriva da Erielhonan che significa “lunga coda”; costituivano il “popolo del gatto o popolo del procione”. Coltivavano le famose “tre sorelle” (mais, fagioli e zucche) nella stagione calda e cacciavano gli animali per le pelli in quella fredda.

Shawnee – Tribù dalle origini storiche incerte. Parlavano Algonchino ed erano forse originari di un’area prossima al canadese lago Winnipeg (Manitoba).

La presenza degli Shawnee nel Maryland e nell’Ohio risale alla fine del XVII secolo. Cacciati più volte dai loro territori dagli Iroquoi, riescono a ricolonizzare nuovamente l’Ohio attorno al 1720. Per fronteggiare la situazione, gli Shawnee stringono una forte alleanza con le tribù dei Delaware e dei Mingo.

Notizie utili

Per saperne di più sulla città visitare i siti Internet www.flyeastcoast.com e www.philadelphiausa.travel

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