Turismo: alias viaggi, spostamenti, visite, soggiorni, gite, navigazioni, residenze, vacanze, voli. I tanti suesposti e variegati sostantivi, ancorché buttati lì a capocchia, possono forse aiutarci a rispondere alla domanda: ma cos’è il turismo? Piccola-Grande inchiesta stile “Amici Miei”. Non possono però farci capire “perché e come” un essere “fa turismo”, leggasi quali sono e come nascono le motivazioni, voglie, decisioni, ‘scuse’ che lo spingono a intraprendere un viaggio, scegliere di andare in un posto, ad esempio (e sia chiaro: a parità di costi e condizioni) a (con tutto il rispetto) Varigotti piuttosto che alla Great Barrier Reef (breve inciso: arrivati in camper su una splendida baia, a destra una dorata spiaggia paradisiaca, dall’altra parte una puzzolente discarica, il mio amico P. e la sua Lady volterebbero senza indugi a sinistra). Perché i soldi contano solo relativamente (sono oltretutto ben certo che nel Belpaese di gente ricca ce n’è ancora molta) e più importanti sono la “testa”, l’educazione, i rapporti familiari, le abitudini, la psiche (nel senso di birignao più o meno freudiani) dell’incerto viaggiatore. E sembra stupida ma (stranamente) non è, la domanda che ogni tanto mi pongo: “ma perché quel signore, quell’amico, è andato là, in quel posto?”. Un interrogativo a prima vista sciocco però anche buffo perché (pur non appartenendo al mondo degli strizzacervelli) mi divertono le elucubrazioni e i voli pindarici che compio per darmi una spiegazione.
Quando la “molla” per il viaggio è “familiare”
Motivi, ragioni e spiegazioni per viaggiare, ce ne sono un’infinità, di quelle note, dopodiché esiste un’altra infinità (se possibile ancor maggiore) di quelle nascoste, se non inconsce, nella (parafrasando il dottor Freud) “Interpretazione di un Viaggio”. Il succitato ambaradam mi ha sempre intrigato, non parliamo poi quando i viaggi dovevo venderli e sono arrivato alla conclusione che sovente la motivazione dichiarata da chi commenta il viaggio che sta per intraprendere non è quella più importante. E comunque ne esiste un’altra, anch’essa assai importante ma nascosta (e non confessabile almeno agli amici: il diktat imposto dalla mogliera o la proposta ‘obtorto collo’ di quella vacanza che a te fa schifo ma piace a lei; ‘andar via’ per il quieto vivere, subire un tipo di ferie fatte però in compagnia di certi amici a te però non simpaticissimi). Di siffatte vicende turistiche lardellate di misteri e risvolti psicologici (o socioeconomici) nemmeno tanto nascosti potrei scrivere un’antologia. E passo a raccontare le più recenti, di cui è vittima gente che conosco (chiudendo ogni ‘caso’ con un voto – al viaggio o soggiorno in oggetto – e una domanda a commento della vicenda).
Grattacielo brasiliano
Poco (anzi per niente) entusiasta ma (eufemismo) ‘inputtato’ dalla sciura, P. va “due volte” in Brasile (nel senso che prima paga i voli su un charter che però gli cancellano, ma senza dargli indietro i soldi eppoi paga i tkts e ci va con la ‘linea’). La località fa schifo e P. – ospite dell’amica brasileira in un miniappartamento al 14° piano di un grattacielo – per 14 giorni si rompe le balle (mentre la sua sciura gioca al burraco via internet) ma in compenso, la sera, appollaiato su una sedia, se la gode vedendo Don Matteo e Ballando con le Stelle (però in italiano). Voto? Mi astengo, affidando P. alla clemenza del lettore.
Capodanno (potrebbe andar via in altre date, ma sai la testa della cosiddetta gente?) D. (top della Milano-bene e straricca professionista chic) sa bene che ci sono posti giusti (ed eleganti) in viaggi non solo vip (no problem pagarli) ma anche intelligenti. E invece (con un’amica ancor più Milano-bene) come un qualsiasi commerciante di torrone di Gallo d’Alba, va in crociera (per tornare il pomeriggio del 31/12) in uno di quei megafalansteri galleggianti tutto-nèon ed escursioni tipo Cral Ministero Lavori Pubblici. Voto (scelta, sbagliata motivazione, semplicità di spirito?) 3 (generoso).