Fra i coatti di Malindi
R. va con sposa, ospite di amici, in Kenya, nel noto italico falansterio (ville e villotte) balneare (mare? ma mi faccia il piacere! fango e via andare) allietato da rugosi arricchiti che nel Belpaese han mollato tutto e trasferitisi colà campano alla grande anche con poco, datosi che tra cameriera boy e sicurezza – perché nottetempo la ghirba la rischi eccome – non spendono più di 5 o 6 euro. Cosa fa chi vi capita? Due palle, fin quando, colpo di vita, a metà pomeriggio nel casinò appare a prendere il tè la raggrinzita prima moglie di un noto cantante bolognese). Voto a R. per ‘sta vacanza? Assolto (oltre a collaborare descrivendo, quindi condannando, la assoluta bruttura di posto e gente, ha pure confessato di “aver agito in stato di necessità” in quanto “obbligato” – a portare la sciura a riposare – e vabbè).
Tra gli amici della Vucciria
P. & M. ‘lumbard’ (non nel senso di bossiani però si di nascita cultura tradizioni) quindi senza ‘radici terùne’ o altre (dichiarate) motivazioni che lo spieghino, han messo su casa e vanno a passar le feste a Palermo (centro, fantasmagorie di colori ma anche suk un filino difficile da viverci se non sei dei loro).
Amici siculi, credo pochi (solitamente un viaggio o soggiorno viene meglio se frequenti e quindi conosci gli indigeni).
Voto alle motivazioni? Nessuno: forse una scelta di quel genere fa solo ‘fino’, fa ‘chic’ contarlo nelle Cene-bene milanesi, può portarti danarosi clienti epatè da cotanta stravaganza.
Alto Adige: una mela al giorno…
E per N. non voto bensì doppio cartellino giallo per due differenti vicende paraturistiche. Primo cartellino. Posso anche capire (invece no, e torno a dire che non si tratta di soldi) che uno vada a scucire 500 (o ben più) euro al dì in nordiche cliniche chic in cui con la scusa di farti dimagrire ti slungano mezza mela al giorno (pensa tu, in Alto Adige, che apri la finestra e acchiappi una Melinda). Ma che poi il terrorismo ideologico perpetrato in questi lager di lusso ti impedisca (pena negazione dell’altra metà della mela quotidiana, il Guglielmo Tell ci avrebbe marciato) di farti un Gewurztraminer durante la libera uscita, beh, è sufficiente per concludere che chi va là (fa snob, chic, status symbol?) merita proprio un bel cartellino giallo. Che mostro a N. anche per la scelta di un’abortita (colpo di culo: l’agenzia viaggi in cui si era iscritto gli ha ciuffato i soldi) gita di fine anno in uno di quei Villaggi dove la sera ti diverti o dici di divertirti da matti facendo il ‘ballo del qua qua’ e l’ ‘indianata’ (oltretutto la sua lady è un mostro d’intelligenza, di quella gente che la vita mica se la fa organizzare, e tanto meno ‘divertire’ da un pirla di ‘animatore’). Attenuanti richieste (e negate): la solita, menata trita e ritrita del “vado nei Villaggi per riposare” (ma porti il cervello all’ammasso e rinscemisci).
Ma, a proposito di vicende paraturistiche, non vale più quella famosa storiella del bancario che in vacanza fa il boscaiolo e viceversa?
(01/03/2012)