Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

La Rochelle, regina dell’Atlantico

Da sempre legata al mare La Rochelle è stata uno dei porti principali di Francia. Oggi, tramontata l’epoca dei grandi velieri è rimasta la capitale della nautica da diporto

La Rochelle, una sera al porto
La Rochelle, una sera al porto

La Rochelle mi accoglie con una bella stazione Anni ’20 e la pioggia! In fondo siamo sull’Oceano Atlantico. Naturalmente di taxi nemmeno l’ombra. Alle 20,30 di sera dopo quattordici ore di viaggio mi trovo insieme a una dozzina di altri infelici intruppato sotto una pensilina ad attendere la macchina dei desideri. Fortunatamente l’attesa non è stata troppo lunga e dopo un breve tragitto arrivo in albergo che si trova proprio sul porto vecchio davanti alle due torri: la Tour de la Chaine e la Tour de St. Nicolas che costituivano le antiche difese del bacino. La Tour de la Chaine si chiama così perché da lì si stendevano le catene che sbarravano l’accesso al porto. Il tempo di una rinfrescata e via a cena. Cosa ci si può aspettare in una città storicamente di pescatori sulle coste dell’Atlantico? Se avete risposto: ostriche, crostacei e frutti di mare avete perfettamente indovinato! (Ma la domanda era facile facile…). È un trionfo di deliziosi prodotti del mare quello che mi viene servito con la tipica grazia francese. Un’alzata con un grande piatto riempito di ghiaccio tritato con sopra appoggiati ostriche, gamberi, scampi accompagnato dal classico burro salato, lo scalogno tritato nell’aceto e l’immancabile mezzo limone. La Rochelle è famosa per le sue saline e un pizzico di fior di sale grosso dà alle ostriche un sapore forte, tale che sembra di mangiare il mare. Un bicchiere di buon Muscadet accompagna perfettamente la cena e risolleva la stanchezza.

Una cittadina elegante

Nelle vie del centro storico
Nelle vie del centro storico

La mattina seguente il cielo decide di essermi propizio. Ampi squarci di sole fanno capolino tra le nuvole atlantiche che si rincorrono velocemente. All’orizzonte un nuvolone nero e minaccioso crea un po’ di apprensione. Puntualissima arriva la mia guida, una signora romana che era venuta a La Rochelle alcuni anni orsono per un breve periodo e qui ha trovato marito. La luce tagliente del mattino dona uno splendore particolare alle case bianche sul porto vecchio. L’antico selciato in pietra brilla per l’acqua rimasta dalla pioggia notturna. Dappertutto incontro gente che corre in maglietta e pantaloncini lungo le rive del porto. È un bel sabato mattina di fine inverno e la temperatura invoglia a uscire. Il centro cittadino non è sul porto che si trova all’esterno delle mura protetto, come dicevo, da due torri possenti situate ai due lati dell’ingresso del canale. Le case mostrano l’importanza storica della città. Sono eleganti edifici in pietra costruiti a formare porticati (cosa non comune in Francia). I capitali per la costruzione li hanno messi gli armatori delle navi negriere che facevano la spola sulla rotta Francia-Coste africane-Caraibi. Bando all’indignazione! A quell’epoca, purtroppo, il commercio di schiavi era comune come il mercato del bestiame. La storia della tratta dei negri la ritroveremo spesso legata alle città portuali dell’Ovest francese, gli armatori di La Rochelle non erano né migliori né peggiori dei loro colleghi di Amsterdam, Londra o Copenaghen, cercavano di trarre il massimo profitto dal loro turpe commercio. Però la marineria a La Rochelle non significa solo navi negriere ma anche quelle che solcavano l’Atlantico fino alle Americhe. A memoria di questi rapporti tra le due sponde dell’Atlantico è stato creato il Museé du Nouveau Monde che è ospitato proprio in un palazzo del XVII Secolo che fu di uno di questi mercanti di uomini.

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