In tempi di crisi, come quelli che stiamo attraversando, puntare sul turismo gay potrebbe rivelarsi un toccasana per l’economia. Il perché è presto detto. Il turista gay spende molto, è considerato up market. Non avendo una famiglia, non ha certe spese che altre persone hanno. Ibiza, Gran Canaria, Mykonos, Tel Aviv, New York, Toronto, Miami e Boston sono solo alcune località straniere che hanno puntato l’attenzione verso questo segmento di mercato con ottimi risultati di fatturato.
Identikit del turista gay
Virgili ci può fare un identikit del turista gay per età e capacità di spesa?
Il turista gay di età media tra i 18 e 50 anni, viaggia in media 4 volte l’anno ed ha un reddito superiore del 38%. Viaggia solo o in coppia. Predilige destinazione e hotel dichiaratamente gay friendly. Alto spendente in taluni casi, perché double income no kids e perché ricoprono ruoli lavorativi importanti: non avendo figli hanno più reddito e più tempo per la carriera. Altri hanno una disponibilità media, come i più giovani, ma comunque viaggiano più spesso rispetto agli altri viaggiatori. Ricercano servizi curati e di qualità e spesso richiedono strutture ditate di fitness e centro benessere, questo per l’attenzione alla cura del corpo. In Italia si concentrano sopratutto nel nord Italia per motivi di lavoro o per fuggire dalla propria città per evitare il coming out.
Quali saranno le mete gay più gettonate nel 2012? E perché?
Sicuramente al primo posto Israele, Gran Canaria, Miami, Toronto, Rio e New York. Sono città che hanno investito molto in promozione verso il mercato gay e dispongono di una vasta offerta di servizi dedicati alla comunità Glbt.
Qual è il paese straniero a sorpresa più tollerante?
Direi sicuramente Israele, nominato recentemente con Tel Aviv la prima destinazione gay sorpassando Rio de Janeiro, storica meta Glbt. Dai controlli della compagnia aerea El Al che chiede se si è una coppia, anche a persone dello stesso sesso, per agevolarli facendogli fare il controllo di sicurezza insieme alla presenza di un centro di accoglienza e informazione turistica per gay sovvenzionato dalla municipalità di Tel Aviv. E ancora le pubblicità istituzionali rivolte al turismo gay nonché l’assenza di leggi discriminatorie e la presenza di una vasta offerta di locali, bar, hotel, spiagge gay. Difficile da credere in un paese religioso e spesso conservatore come Israele.
Un mercato in potenziale forte crescita
E l’Italia come si pone nei confronti del mercato gay&lesbian? Lo abbiamo chiesto ad Alessio Virgili, direttore di Quiiky, il primo tour operator italiano specializzato in viaggi gay friendly, che nel 2010 insieme ad enti del turismo, compagnie aeree e giornali del turismo ha fondato l’Associazione Italiana del Turismo Gay & Lesbian e recentemente è stato nominato co-ambasciatore di IGLTA (Associazione Internazionale del Turismo Gay & Lesbian), insieme ad Alessio De Giorgi (proprietario di www.gay.it).
“Ad oggi in Italia l’offerta di strutture ricettive gay friendly è finalmente aumentata così come il numero di agenzie di viaggio che si specializzano in questo settore ed espongono nel loro punto vendita un catalogo dedicato ai viaggi gay friendly”, dice Alessio Virgili. “Un grande passo avanti di tipo etico-sociale per il nostro Paese”.