Hai presente il tuo passato? È lo slogan del nuovissimo museo delle Palafitte di Fiavè, in Trentino. Il sito, entrato nel 2011 nella Lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco, è incantevole, il museo, che si trova nel paesino, sa ancora di pittura. All’esterno lo indica una scultura che ricorda i pali della palafitta e dentro, nel curatissimo allestimento, il tema del palo di palafitta è richiamato spesso. L’esposizione è disposta su due piani. Il secondo è arredato in modo di ricreare la suggestione della vita in palafitta, appunto. Le vetrine con i reperti rinvenuti negli scavi (che dimostrano bene come preistorico e rozzo non siano per nulla sinonimi) sono intervallate da piccole affascinanti ricostruzioni dell’ambiente dell’epoca, con omini operosi immersi nelle loro attività.
Omini operosi di un tempo che fu
Spaccati minuziosi e aggraziati di vita di più di tre millenni e mezzo fa, che sono anche piccoli capolavori d’artigianato messo al servizio della cultura. Sempre opera delle stesse capaci mani d’artista è il plastico ricostruttivo dell’intero sito, appoggiato su una finta acqua più bella di quella vera.
Ma l’esperienza più coinvolgente è all’inizio della visita. Uno schermo di nuova generazione proietta un vecchio video delle palafitte di Fiavè con i due archeologi, Renato Perini e Bernardino Bagolini, che hanno studiato il sito e che più avrebbero voluto, ma che non hanno avuto la fortuna di vedere, questo museo.
Dal passato, continuità nel lavoro dell’uomo
Queste belle stanze realizzate da un bravo architetto sono niente se non si considera il sogno di questi uomini che certo erano innamorati del passato, ma che dovevano esserlo anche del futuro, per stare lì a scavare nel fango per anni e anni. Guardando questo filmato senza pretese di due persone che parlano si intuisce dove nascano i sogni che fanno diventare dei pezzi di legno un Patrimonio dell’Umanità. Sono loro il vero collegamento con i nostri antenati e proprio attraverso di loro si può andare a ritroso fino ai nostri lontani padri, per cominciare a riflettere su quale desiderio li abbia spinti a edificare le palafitte. Non è detto che, avendo presente il passato, diventi più semplice progettare il futuro. Ma conoscere – attraverso video, ricostruzioni e manufatti – gente che ha sperato e operato nel passato in vista del futuro, che siamo noi qui adesso, è davvero illuminante. (23/04/2012)
Info: www.trentinocultura.net