Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

I “Pueblos Blancos” dell’Andalusia

Sono molti, nella estrema regione meridionale della Spagna: ben conservati, vivaci e, naturalmente, bianchi. Case abbacinanti sotto il sole, aggrappate a rocce scure, ingentilite da una flora più che mai mediterranea. Luoghi carichi di storia e di pura bellezza da gustare

La bianca Arcos de la Frontera
La bianca Arcos de la Frontera

 

Il bianco e il verde, disposti come il giallo e il rosso in quella spagnola, colorano la bandiera della Comunidad dell’Andalusia. Bianco e verde predominanti e caratteristici nei paesaggi dell’estremo sud della penisola iberica. Soprattutto in quella parte dell’Andalusia tra Atlantico e Mediterraneo, nelle province di Cadice e Malaga, che custodisce i Pueblos Blancos de la Frontera.

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Tangeri
Tangeri

In primavera e in autunno, le stagioni migliori per la dolcezza del clima, il viaggiatore percorrerà strade sinuose su colline e montagne ricche del verde propiziato dall’umidità proveniente dall’Atlantico e macchiate dal bianco dei centri abitati. Si ammirano i Pueblos Blancos de la Frontera, tali fino al 1492 perché avamposti di confine tra il nascente regno di Spagna dei Reyes Catolicos e quello di Granada dell’emiro Abu Abd Allah, occidentalizzato in Boabdil. I Pueblos Blancos, grazie a Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, trovarono finalmente un po’ di pace con la fine di scontri armati ma non si liberarono del retaggio lasciato dall’Islam. D’altro canto la riprova è a portata di mano: da Tarifa, Pueblo Blanco sullo Stretto di Gibilterra (lì sbarcarono gli arabi nel 711) si raggiunge Tangeri in meno di un’ora di navigazione e si incontrano le stesse stradine tortuose, incrociate, gli identici chiaroscuri, giochi d’ombra, gli effetti luce, i finestroni arricchiti da inferriate in ferro battuto.

Pueblos Blancos: da visitare come si vuole

Uno scorcio a Castelar de la Frontera
Uno scorcio a Castelar de la Frontera

Nonostante le ricchezze in arrivo nelle non distanti Cadice e Siviglia la vita è sempre stata dura e sofferta nei Pueblos Blancos, per la precarietà delle vie di comunicazione, cammini impervi, la posizione isolata e una terra avara e difficile da coltivare non meno che bella e affascinante. Non esiste un vero e proprio itinerario per visitare i Pueblos Blancos, scopribili in un territorio compreso tra Arcos de la Frontera a ovest, Ronda a est, Olvera a nord e Castelar de la Frontera a sud. Una ventina di paesi, solo Arcos e Ronda contano più di quattromila abitanti. Nel ricordare Chiclana de la Frontera, Tarifa, Conil, va chiarito che la caratteristica peculiare del Pueblo Blanco è la posizione collinare, montana, tra i saliscendi della catena del Pinar e la Serranìa de Ronda. Arcos de la Frontera affascina per la collocazione su un promontorio dominante il rio Guadalete, oggi magnifico per i panorami, un tempo per la difesa. Un posto antico quanto l’età dell’uomo, quindi, e ricco di bei monumenti, chiese la Casa del Corregidor, Parador. Tra Arcos e Ronda chi ama la guida sportiva si diverte affrontando curve e dislivelli della Catena del Pinar. Correvano meno rischi per la propria incolumità, ma molti di più per il portafoglio e altri averi, quei viaggiatori che un tempo percorrevano questa terra infestata dai Bandoleros.

 

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