Martedì 23 Aprile 2024 - Anno XXII

Il buio oltre la Serra

Certosa Terra San Bruno

Nel cuore della Calabria, un luogo dedicato al silenzio e alla preghiera. Misterioso il giusto, per le storie che l’accompagnano, ma dispensatore di “luce” interiore. Solo a volerlo, beninteso

La Certosa di Serra San Bruno
La Certosa di Serra San Bruno

Più si sale lungo la tortuosa e meravigliosa strada nel verde che porta a Serra San Bruno, più lo spirito si alleggerisce. La strada è lunga fino alla Certosa.

Quando arriviamo è quasi buio e il grande edificio è immerso nel silenzio. Nella Certosa non si può entrare. Nessuno può entrare. Pensavo che l’ingresso fosse interdetto alle donne, invece è chiuso per tutti. Per farsi un’idea è stato allestito un museo, che mostra la storia e la vita quotidiana del certosino. Una vita di clausura, governata dal lavoro e dallo studio, ma soprattutto dalla preghiera. I monaci (qui ne sono rimasti meno di dieci) si alzano a mezzanotte e mezzo ogni notte per partecipare alla solenne funzione notturna, che è la più importante della giornata perché il buio favorisce la concentrazione e la riflessione.

Tablet e orticello

L'ingresso alla Certosa
L’ingresso alla Certosa

I certosini studiano e scrivono, ma pubblicano in modo anonimo, perché “non bisogna studiare con l’ansia di scrivere”. Parole sante. Non hanno internet (a parte il priore per comunicare con l’esterno) ma possono usare il computer e il tablet. Non possono fare apostolato, ma possono fare qualche giretto in paese. Ognuno di loro ha una casetta e un piccolo giardino, che coltiva a suo piacimento. Quando muoiono vengono seppelliti nel piccolo cimitero della Certosa, nella nuda terra. Vivono in semplicità, “conformi a Colui che non venne per essere servito ma per servire”, manifestano in vario modo le ricchezze della vita totalmente consacrata a Dio nella solitudine.

Rifugio sicuro per l’anima

Ettore Majorana
Ettore Majorana

Si dice che qui abbiano trovato e trovino ospitalità persone che hanno la necessità di cambiare vita. Lo spazio c’è, visto che la certosa è gigantesca e i monaci sono pochissimi. Si favoleggia che qui abbia trovato rifugio il pilota che sganciò la bomba su Hiroshima, che Ettore Majorana non sia scomparso, ma si sia nascosto qui.

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Il bello di questo posto è l’atmosfera. Qui si realizza quella strana magia che fa sì che per credere tu non debba vedere. Sì, in questo è magico. Oppure si dovrebbe dire mistico. Certo, bisogna avere la predisposizione giusta, per capire certi luoghi. Non bisogna opporsi al tempo o volerlo governare, quando si entra qui. Non bisogna avere la necessità di controllare, di verificare. Basta abbandonarsi al buio che c’è fuori e concentrarsi su quello spiraglio di luce che eventualmente si riesce a percepire dentro di sé.

È così. Credete: si impara più dello spirito del pellegrino e del mondo claustrale arrivando in questo edificio che non si può visitare che analizzando mille monasteri cella per cella.

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