La Puglia è una terra bellissima e straordinaria per la sua storia e per i suoi tesori naturali d’arte e di architettura. Quanti amano l’arte oggi hanno un motivo in più per programmare un viaggio. Il motivo è la mostra su Tiziano, Bordon e gli Acquaviva d’Aragona. Pittori veneti in Puglia e fuoriusciti napoletani in Francia, che resterà aperta fino all’8 aprile 2013 (ingresso gratuito) presso la Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna” a Bitonto. Il comune in provincia di Bari si configura, a ragione, come città d’arte per le numerose chiese, i pregevoli esempi di architettura rinascimentale e un sistema museale e culturale con grandi potenzialità per il notevole e differenziato patrimonio.
Artisti illustri dalla Serenissima Venezia a Bitonto
La Puglia nel Cinquecento ha ospitato “esuli” illustri scesi dalla Serenissima Venezia che hanno lasciato un vasto patrimonio d’arte, in qualità e quantità, e che ha suscitato l’interesse di molti studiosi. Un vero e proprio fenomeno, la presenza capillare dei pittori veneziani in tutta la regione, spiegabile dal fatto che la Puglia appariva, insieme alla Francia, “simbolo di libertà rispetto al dominio assolutistico del Regno di Spagna – avvertono i curatori – ma anche di gusto e committenza avendo creato nel campo artistico forme e linguaggi originali rispetto agli altri centri del Rinascimento in Italia”, a dimostrazione dell’imposizione da parte della serenissima della propria egemonia culturale lungo il mare Adriatico e quella parte dell’Italia meridionale rivolta ad Oriente.
Trenta capolavori in mostra
La mostra promossa dall’Unione Europea, Regione Puglia, Direzione Regionale per i Beni Paesaggistici, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, Galleria Nazionale della Puglia e Comune di Bitonto, nell’ambito di un più ampio progetto sul Cinquecento in Puglia, propone trenta capolavori come il Ritratto di gentiluomo di Tiziano della Galleria Nazionale della Puglia (sottoposto a indagini diagnostiche), la pala di Paolo Veronese conservata nella chiesa benedettina di Bitonto, o la bellissima Annunciazione di Palma il Giovane a Molfetta, mai studiata prima. O l’importante dipinto: Il ritratto di Giulio Antonio II Acquaviva d’Aragona, opera in un prima fase di studio attribuita addirittura a Tiziano, poi “dimenticata” nella sua raccolta privata inglese, e oggi assegnata a Paris Bordone, allievo di Tiziano, all’indomani di un recente e accurato restauro che ha rivelato la grazia ritrattistica da manierista di gusto internazionale di Bordon.
L’opera ha una doppia valenza. Innanzitutto, grazie alla scoperta di una scritta superiore (un’aggiunta probabilmente) che ricorda il luogo e la data di morte di Giulio Antonio II finora rimasti ignoti (Lione 18 ottobre 1538), offre l’opportunità di ricostruire i dati biografici del duca di Atri, marchese di Bitonto e primo dei membri dell’antica casata baronale esiliato in Francia da Carlo V, dopo la sconfitta dei francesi durante la guerra di Napoli nel 1528.