Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

In funivia per ascoltare Davide van de Sfroos

Il 15 marzo si fanno le ore piccole sugli sci nel comprensorio del Corvatsch-Furtschellas. La musica del cantautore lagheè farà da delizioso sottofondo a una serata folk sulla pista con l’impianto di illuminazione più lungo di tutta la Svizzera

Davide van de Sfroos alla chitarra
Davide van de Sfroos alla chitarra

Concerto in quota per Davide van de Sfroos. Lui che è abituato a vivere sulle sponde del Lago di Como salirà fino a 2.700 metri d’altezza per regalare ai suoi fan una notte indimenticabile. Il celebre cantautore lagheè si esibirà, infatti, venerdì 15 marzo nel comprensorio sciistico del Corvatsch – Furtschellas, nella regione svizzera Engadin St Moritz, una delle cornici innevate più belle d’Europa. Due, anzi tre, i buoni motivi per esserci. Primo tra tutti quello di ascoltare della buona musica. Davide van de Sfross, celebre per le sue canzoni dialettali, è riconosciuto a tutti i livelli quale cantore del lago e delle sue bellezze. Secondo motivo, regalarsi un’ultima giornata sulla neve e provare l’ebbrezza di una sciata in notturna. Dalle 19.00 fino alle 2.00 di notte, cioè prima e dopo il concerto (l’appuntamento è alle 22.30 nel ristorante della stazione intermedia Murtél, raggiungibile con la funivia dalla stazione Surlej), si potrà scendere in pista. Per chi non lo sapesse il comprensorio del Corvatsch-Furtschellas vanta l’impianto di illuminazione artificiale più lungo di tutta la Svizzera (4,2 Km). Terzo, il concerto è gratuito per chi acquista lo skipass della snow night (25 franchi svizzeri, 20 euro circa). Quarto, aggiungiamo noi, potrebbe essere l’occasione per farsi raccontare da Davide van de Sfroos in persona il suo ultimo progetto: Terra&Acqua. Noi di Mondointasca l’abbiamo fatto per voi.

Davide perché Terra&Acqua
Dopo aver girato tanto, ho cominciato a guardare attentamente il mio territorio come se fossi io il turista. E da qui è nata l’idea di un lungo on the road che mi vede davanti e dietro alla telecamera.

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Le riprese televisive sono già in corso. Quale puntata state registrando? 
Il mio viaggio va da Brunate fino a Dongo intrecciando entrambi i versanti del ramo di Como, ma tendiamo a fare un paese per volta. E la prossima puntata che registreremo sarà la riva romantica. Ripercorreremo la strada vecchia prima che venisse realizzata la panoramica. Recentemente siamo stati a Terno e abbiamo scoperto cose interessantissime, paesi pieni di misteri. Ci è stato anche concesso di vedere cose che solitamente non vengono filmate.

La pista illuminata del Corvatsch-Furtschellas
La pista illuminata del Corvatsch-Furtschellas

Cosa ti ha spinto a buttarti in questo progetto? 
Tutte le persone che dopo un concerto mi si avvicinavano curiose di conoscere i luoghi, le leggende che ispiravano le mie canzoni. In dodici anni di carriera è come se tantissima gente mi avesse chiesto di accompagnarli nei miei viaggi. Con questo progetto, dove anch’io scopro man mano luoghi, storie, leggende che magari conoscevo solo in parte, lo faccio.

In attesa della messa in onda della riprese (il progetto prevede anche la realizzazione di una guida con dvd), cosa consiglieresti di visitare ai nostri lettori? 
Di fare un giro del Lago di Como completo. Chi ha il fisico lo potrà fare in sella a una bici, altri in moto, altri ancora con un mezzo proprio o in corriera. Qualsiasi mezzo si scelga per spostarsi ci sarà sempre qualcosa di incredibile da vedere, ammirare, scoprire. Il Lago di Como non brilla per le strutture, ma mantiene una sua potenza dovuta all’integrità di certe cose. Ci sono centri medioevali importanti. Consiglio poi di salire su un monte e un viaggio in battello per guardare il lago. Solo così si potranno ammirare ville che altrimenti non si vedrebbero.

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Da poche settimane il Festival di Sanremo si concluso. Che ricordi hai della tua partecipazione? 
All’inizio ero intenzionato a rifiutare. Poi Morandi mi convinse a partecipare. Apprezzai soprattutto il fatto che non mi nascose i rischi che tale scelta comportava. Mi convinse poi il fatto che sarei andato a fare una cosa a me abituale, con l’unica differenza che avrai calcato un palco più grande rispetto ai soliti e che la mia band sarebbe stata accompagnata da un’orchestra che avrebbe reso la mia musica ancora più armoniosa.

Gli itinerari folk di van de Sfroos
Gli itinerari folk di van de Sfroos

Tu devi molto a Sanremo. 
Dopo la mia partecipazione il mio pubblico si duplicò.

Ritorneresti sul quel palco? 
Sì, ci ritornerei ma con una cautela su cosa portare. Ci andrei solo se avessi un lavoro originale.

Ci puoi anticipare qualcosa sui brani che accompagneranno i video?

Potrà esserci qualche inedito, ma ci saranno soprattutto improvvisazioni strane. Le canzoni sono, invece, quelle dell’album ma non vengono  riprese dall’originale. Sono tutte ricantate in unplugged, non versioni integrali, saranno tutti live da me soltanto interpretate perché si tratta di un viaggio mentale.

Molti paragonano Daniele Ronda a te. 
In più occasioni abbiamo lavorato assieme. È stato ospite in alcune mie puntate teatrali perché pensavo fosse importante sostenere un artista come lui. È un artista navigato, che ha il fisico, la voce da scena. Il salto l’ha fatto con il disco La sirena del Po e la scelta di fondare la sua musica sul dialetto piacentino è ottima perché è fatta in modo credibile. Il dialetto piacentino poi ha una sua forza e sfumature impagabili che rendono la sua musica ancora più speciale. Se prima lo si paragonava a Ligabue e a Nek ora è semplicemente lui. La crescita si è vista. Gli faccio i miei complimenti.

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Ma fare il cantautore in dialetto paga? 
All’inizio nessuno, a parte pochi, aveva scommesso su di me due lire. Anche a Sanremo siamo partiti sfavoriti. Invece poi siamo arrivati quarti ed è stato anche un trionfo dal punto di vista demoscopico. La gente ha bisogno di folk, di tradizioni e poi non dimentichiamoci che l’Italia è un paese curioso.

(01/03/2013)

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