Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Siamo quasi alla frutta

In momenti di dura recessione tutto serve per fare cassa. Anche il patrimonio archeologico. L’Egitto sta pensando a un modo clamoroso per risollevare il suo deficit

Siamo quasi alla frutta

Secondo alcune indiscrezioni riprese in Italia dall’agenzia di stampa AdnKronos, l’Egitto avrebbe intenzione di dare in concessione i monumenti simbolo del Paese a soggetti stranieri. Tour operator internazionali ma anche investitori. Il Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, Adel Abdel Sattar, ha confermato questa possibilità per far fronte alla grave crisi economica in cui l’Egitto si sta dibattendo. La proposta sarebbe stata avanzata direttamente dal governo. In pratica, si tratterebbe di dare in concessione a operatori stranieri, i monumenti del Paese come le piramidi di Giza, la Sfinge e le aree templari di Abu Simbel e di Luxor.

La prima offerta

Siamo quasi alla frutta

Secondo altre indiscrezioni, il Qatar avrebbe già espresso il suo interesse a prendere in gestione i più importanti siti archeologici egiziani per un periodo di cinque anni. In cambio, l’Egitto riceverebbe 200 miliardi di dollari che sarebbero una bella boccata d’ossigeno per il suo disastrato bilancio. Se approvata questa proposta segnerebbe un cambio epocale nel turismo e anche altri Paesi ricchi di patrimoni artistici e/o naturalistici potrebbero poi seguire l’esempio egiziano.

A chi storce il naso per l’esproprio dei beni pubblici si potrebbe obiettare che l’intervento di operatori privati e dei loro fondi permetterebbe una migliore gestione e conservazione dei siti. (01/03/2013)

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