Venerdì 11 Ottobre 2024 - Anno XXII

Etiopia: storia, geografia, religioni e la Regina di Saba

Prosegue il nostro viaggio per raccontare l’Etiopia africana e asiatica. Paesaggio, morfologia del territorio, religioni, storia passata e recente. Un paese che affonda le sue radici nella notte dei tempi e si chiude con l’ultimo sovrano, il Negus Hailè Selassiè

Etiopia Sguardo etiope. Foto Diego Caballo

Come in precedenza narrato raggiungo finalmente l’Etiopia, da sempre intrigato da un ensemble di motivazioni, massime le sue vicende storiche (ivi comprese quelle religiose) e le connotazioni geografiche. Queste ultime davvero varie e curiosissime. Il Paese è continentale e ovviamente “africano” ma risente molto della vicinanza del Mar Rosso (lo separa la ‘stretta’ Eritrea, di cui a un recente armistizio/pace che chissà se durerà) e dell’Oceano Indiano (di mezzo solo piatta terra desertica di quell’incasinata e misteriosa entità geografica chiamata Somalia, più facilmente raggiungibile mediante una ferrovia collegante Addis Abeba a Gibuti, laddove si mescolano le citate acque).

Cristiani e musulmani

Etiopia Un religioso in Lalibela. Foto Diego Caballo
Un religioso in Lalibela. Foto Diego Caballo

Quindi oltre che “africana” l’Etiopia è pure un po’, anzi abbastanza “asiatica”, fosse solo per l’origine delle due più seguite religioni: originò in Palestina il cristianesimo (44% ortodossi e 19% protestanti) e ancor più vicino, in Arabia, predicò il profeta Maometto (musulmani 34%). Quanto poi alla morfologia del Paese, l’Etiopia sarà pur grande da potersi permettere una certa varietà di paesaggi e fenomeni di madre natura (1.064.063 kmq per 85.000.000 di abitanti – ahhh, un grazie e un evviva al caro “atlantino De Agostini” compiendosi il 70° anno della mia avida consultazione!).

Dancalia dai paesaggi lunari

Etiopia Scenografico paesaggio in Dancalia
Scenografico paesaggio in Dancalia

Una terra dalla morfologia molto diversa e particolare: manca solo un bel vulcano a mo’ di ciliegina, ma se si parla di vulcani l’Africa è piuttosto avara. Se si comincia dal basso si finisce davvero sottoterra, leggasi in Dancalia, per ammirare una depressione che davvero impressiona, salati paesaggi lunari tanto bianchi da accecare chi li ammira senza un minimo di protezione. Si sale un po’ ed ecco la metà Azzurra del Nilo, che raggiunge il livello del mare dai quasi 1800 metri del vasto lago Tana. Una chicca geografica niente male: più ex vulcanico di così non si può, trattandosi di un grande cratere, e alla curiosità di essere solcato da barchette di papiro – fotocopie di quelle del lago Titicaca e sulla costa peruviana del Pacifico – abbina la caratteristica della scarsa profondità, massimo 14 metri. Un’altitudine, quella del lago Tana, quasi pianura, perché da quelle parti dell’Etiopia si comincia a ragionare dai 2000 metri in su, tra infiniti saliscendi costituenti un vastissimo acrocoro culminante ai 4620 metri del Ras Dascian.

Re Salomone e la Regina di Saba

Etiopia La regina di Saba in visita a re Salomone, particolare. Giovanni Demin, XIX secolo, collezione privata
La regina di Saba in visita a re Salomone, particolare. Giovanni Demin, XIX secolo, collezione privata

La storia dell’Etiopia comincia nella notte dei tempi, più esattamente nel 1000 a.C. (o poco dopo) e per sottolinearne l’importanza basta citare due nomi (fonti quanto mai autorevoli: la Bibbia, il Corano e il Kebra Nagast, antico testo etiope): re Salomone di Israele e la regina di Saba. Costei, per gli etiopi Machedà, fu tanto attratta dal sapere e dalla saggezza del monarca da finire a Gerusalemme per intervistarlo. Chissà come andò effettivamente questo affair: proibitissimo il gossip nei citati libri sacri, va a sapere se la regina intraprese una crociera sul mar Rosso solo per le capacità cerebrali del sovrano (ma la storia, si sa, di misteri ne annovera a iosa, e nel nostro caso non è nemmeno assodato se esistette veramente questa sovrana inventrice del turismo). Se invece si vuol dar retta al (non per questo più gossiparo) Kebra Nagast, da intervistatrice e intervistato nacque Menelik e da lui discesero i tanti Negus (nonché Neghesti) di cui (arrivato 225°) Hailè Selassiè dovrebbe costituire il capolinea.

Etiopia, Regno indipendente per molti secoli

Etiopia Un religioso nelle strade di Gondar
Un religioso nelle strade di Gondar

Più concretamente, quindi storicamente, l’Etiopia fu nei secoli un regno indipendente, forte di una antichissima tradizione religiosa estremamente interessante (basti commentare che i cristiani etiopi vantano il possesso dell’Arca dell’Alleanza). Una Chiesa ortodossa, per secoli legata a quella nota Copta, ma recentemente indipendente, tanto autorevole e radicata da resistere nei secoli ai circondanti antagonisti musulmani. Una storia lunga e tranquilla, quella etiope, con rare visite straniere se si eccettua la presenza dei portoghesi dalle parti di Gondar (ma quelli, nel ‘500 e nel ’600, non ci fu posto in cui non cercarono di fare affari). Fin quando (dopo maldestri tentativi, a fine ‘800, del nostrano Regio Esercito in arrivo dall’Eritrea) Roma Imperiale (1935) non decise di aprire una filiale africana ad Addis Abeba. Ne parlerò alla prossima puntata (però “più turistica”).

Amba, le montagne della storia italica

Etiopia Architetture del periodo fascista in questo ufficio delle poste di Gondar
Architetture del periodo fascista in questo ufficio delle poste di Gondar

Intorno, tante Amba, che poi vuol soltanto dire “montagna”, molte finite nel’’italica storia, più seriamente la Amba Alagi (duca d’Aosta, uno ‘giusto’, infatti non Savoia doc), più scherzosamente (ma anche lì gli italiani han combattuto) la Amba Aradam, anni fa noto a noi giovinastri milanesi cantori nelle notturne osterie di periferia di una strofetta che recitava “Ambaradìm Ambaradàm, a Adis Abeba gh’an mis el tram, gh’an mis el tram cunt la pertegheta, e tucc i nègher in bicicleta…”. Siamo pertanto giunti alla storia dell’Etiopia, ma alla più recente, quella Littoria o Fasista (così diceva Mussolini, vai a trovarlo un romagnolo che pronunci correttamente sci o sce, e anche col il Je francese son dolori). Meglio partire dall’inizio, davvero lontanissimo, perché il passato del Paese è lungo, mentre le vicende contemporanee si liquidano velocemente. Dopo il ritorno post A.O.I. (Africa Orientale Italiana) e la successiva, violenta eliminazione del Negus (re) Neghesti (re dei re) Hailè Selassiè ad Addis Abeba si sono succeduti dittatori e governi collegiali vagamente marxisti dopodiché pare che gli estremismi si siano dati una regolata contestualmente a una decisa redenzione del citato imperatore (quasi lo santificano e a onor del vero il buon Hailè si comportò da gran signore con gli italiani che, ammettiamolo, erano andati a rompergli le balle mica poco).

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