La Spagna oltre Madrid e l’Andalusia
La poca presenza italiana, poi, potrebbe anche essere spiegata con la scarna promozione dell’Aragona nel Belpaese. Colpa di quella bislacca legge del mercato ovviamente vigente anche nel turismo: chi ha già successo, soldi – è il caso, in Spagna, di Madrid o dell’Andalusia – investe e resta ricco mentre i meno noti o non hanno danèe o non se la sentono di rischiare eppertanto poveri restano. È però anche vero che oggidì, web imperante, chi vuole sapere e informarsi non ha più bisogno (un tempo unica ‘fonte’) del dèpliants o delle riviste turistiche (scomparse dalle edicole, e con loro le belle foto, pagate più degli articoli, e la pubblicità, pagata più delle belle foto). Ma cos’è, dov’è mai questa Aragona, chiederà il don Abbondio/lettore venuto a sapere dell’esistenza di questa carneade, poco conosciuta Comunidad spagnola (idem accade alla a me cara Extremadura, evidentemente sono un paladino dei deboli, l’avvocato delle cause perse, ma che gusto c’è, e come si fa, a scrivere che è bella Marbella?).
Il “safari” del tartufo nero
Chi poi si dirige a Compostela a riverire Santiago può percorrere un Camino Aragonès che, valicati e lasciati sulla destra i Pirenei, si addentra in bei paesaggi boschivi e visita il monastero di San Juan de la Peña in un paraje naturale di assoluta bellezza. Mediante la suesposta, goffa non meno che disordinata descrizione (roba da dèpliant di Oficina del Turismo, e mi scuso) ho tentato di spiegare “perché conoscere l’Aragona”. Ma sarebbe anche d’uopo, con un po’ più di ordine e precisione, segnalare e commentare qualche bel itinerario: è ciò che farò (alla prossima puntata) ben documentato grazie a una bella gita – si è pure affrontato un safari al tartufo nero, divenuto assai di moda nella bassa Aragona – compiuta (ma non sull’Arca) col mio amico Noe, bravo tour operator incoming in quel di Zaragoza. (1 – continua)
(11/04/2013)