Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Il rocker che vuole cambiare il mondo

Alcuni lo considerano il Beppe Grillo della musica. Sul palco e fuori si scaglia contra la politica attuale e il degrado imperante. Intervista a Pino Scotto, tra emozioni forti e contestazione ci consiglia un viaggio sulle note dure del rock

Pino Scotto fotografato da Nicola Allegri
Pino Scotto fotografato da Nicola Allegri

 

A 64 anni si può essere ancora così folli da pensare di poter cambiare il mondo? Sì, se si è una leggenda del rock metal italiano con più di trent’anni di carriera alle spalle e di nome fai Pino Scotto. Famoso per le sue opinioni, che oscillano tra il volgare e il colorito, con cui si scaglia contro la politica italiana, il mondo dello spettacolo e l’industria musicale, rivolgendosi a tutti gli artisti di qualsiasi genere, nel suo ultimo disco Codici Kappaò non ha mancato di esprimere tutta la sua amarezza per il degrado culturale e socio-politico che in questi ultimi anni ha colpito il nostro Paese con tutta la rabbia, la lucidità e la schiettezza che da sempre lo contraddistinguono.

Sulla scena prima con i Vanadium la band con cui, negli anni ’80 e ’90, incide ben nove album, poi solista e infine impegnato nel progetto Fire Trails, Pino Scotto sotto la trasgressiva corazza da indomito rocker nasconde un animo altruista che lo spinge ora, che potrebbe finalmente godersi la pensione, a calcare ancora il palco per gridare tutta la sua rabbia.

“Ancora oggi, nonostante l’età, – racconta Scotto – ogni volta che salgo sul palco mi emoziono. È una grande soddisfazione poter essere un rocker e vivere a mille, con la consapevolezza però di aver vissuto una vita di duro lavoro. Ho sempre pensato che gli artisti che possono arrivare alla gente hanno il sacrosanto dovere di trattare i temi di questa società. Sento il bisogno di gridare che c’è tanto da cambiare in Italia ed io continuo a farlo con il mio rock”. Ma non solo. Quando è lontano dal suo pubblico e dalle scene tutte le sue energie vanno a chi è meno fortunato. E, com’è nel suo stile, consiglia anche a noi di fare altrettanto. Magari proprio scegliendo un viaggio che regali emozioni forti, come lui stesso ci ha raccontato in quest’intervista.

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Il rocker che vuole cambiare il mondo

Essere un contestatore paga?

No, non paga. Io lo faccio solo per me stesso. Così mi evito di andare in analisi. Passi però per un rompi, per chi vuole insegnare a vivere. Ci sono un sacco di ragazzi che vengono ai miei concerti e i loro genitori mi ringraziano per le cose che dico.

 

Un viaggio sulle note del rock.

Consiglierei un viaggio in America. Partirei da New Orleans e poi andrei a Chicago. Poi mi dirigerei verso il Sud America dove c’è il vero rock. Per ascoltare un po’ di nuove tendenze farei anche una puntatina a New York.

 

C’è una canzone di quest’album a cui sei più legato?

Sicuramente a Codice kappaò. Dove parlo di questa gente (i politici, ndr) e che sarà oggetto del mio prossimo video.

 

Dove ti potremo ascoltare dal vivo?

Dopo le 100 date in tutta Italia dall’uscita del disco “Codici Kappaò”, ripartirò il primo giugno dalla Toscana con il tour estivo.

(14/05/2013)

Il rocker che vuole cambiare il mondo

Pino, ti definiscono il Beppe Grillo del rock. La cosa ti fa piacere?

Sì. Beppe Grillo è un mio amico. E se il Movimento Cinque Stelle avesse preso più voti in Parlamento le cose sarebbero andate diversamente.

 

So che sei molto impegnato nel sociale.

Da tre anni con la dottoressa Caterina Vetro porto avanti un progetto in Africa. Con “Rainbow Projects” (www.rainbowprojects.it) vogliamo contribuire a migliorare le condizioni di vita di bambini estremamente svantaggiati. Ci siamo occupati di comunità in Belize, Guatemala e Cambogia, allontanando i più piccoli dai pericoli della strada e della povertà. Io personalmente sono andato in Belize e Guatemala e le emozioni che ho provato in quei luoghi sono state davvero forti. Basta così poco per aiutare concretamente quei bambini.

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Sono posti che consiglieresti a tutti di visitare?

Sì, soprattutto a chi ha bimbi tra i 5-6 anni per far vedere loro quanto sono fortunati. Dai 17 anni in poi si può andare in qualsiasi parte dell’emisfero: c’è un mondo intero da scoprire. Ma non aspettate troppo perché poi arriva il lavoro, la famiglia e le malattie che rallentano il ritmo. Ci sono poi anche tantissimi posti bellissimi in Italia da vedere. Friuli, Veneto e da Napoli in giù.

 

Parlaci un po’ di quest’ultimo tuo disco.

L’album mi vede suonare, com’è ormai mia tradizione, con amici e musicisti che fanno musica diversa dalla mia. “Codici Kappaò” vede la partecipazione di artisti dal calibro di Edoardo Bennato, Club Dogo, Modena City Ramblers, The Fire, Kee Marcello e Mike Terrana. Come già nel mio precedente disco “Buena Suerte”, lo stile hard‘n’roll di “Codici Kappaò” viene arricchito ulteriormente da una ricerca orientata a sonorità più Art-rock e a tratti Prog, mantenendo il carattere, l’incisività e l’immediatezza che da sempre sono il marchio di fabbrica.

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