Il livello di modernità e civiltà di una città si misura anche da come è organizzata la sua movida, nel bene e nel male. È una delle considerazioni che emergono da una ricerca Censis commissionata da Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia, e dal Silb, l’associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo aderente alla stessa Fipe. La ricerca sarà presentata nella versione integrale a Milano, presso la Triennale, il 20 giugno alle ore 10.
“Le cronache dei giornali – commenta il presidente Fipe, Lino Stoppani – ci raccontano di vittime da abuso di alcolici, di dimostranze per la prolificazione di punti di aggregazione che innescano a loro volta rimedi fantasiosi e paradossali come accaduto a Milano con il ‘divieto notturno del gelato’ che ha imposto una correzione immediata dell’ordinanza. Emerge chiaramente dalla ricerca come sia fondamentale avere un quadro ben chiaro e dettagliato delle città da gestire – prosegue Stoppani – ognuna delle quali con le proprie esigenze e peculiarità. I ventinove milioni di italiani che saltuariamente escono la sera e i 19 milioni che quando escono frequentano i luoghi della movida non possono essere gestiti da Nord a Sud, da Est ad Ovest, nei piccoli o nei grandi centri allo stesso modo”.
(17/06/2013)