L’altra sera Chef Boris stava leggendo un libro sulla Nuova Zelanda e gli è venuto in mente di parlare della cucina del… Sudafrica! L’aggancio era la storia di una partita di Rugby nel 1981 tra gli All Blacks e i Bokkes finita con violenti scontri tra i poliziotti neozelandesi e i dimostranti anti-apartheid. Ma questa è un’altra storia… Anche la cucina sudafricana è una combinazione di sapori, esattamente come le etnie che compongono questo vasto Paese. In oltre 400 anni di storia del Sudafrica le influenze sono state fortissime. I primi abitanti del Sudafrica, i Khoisan erano dei cacciatori, solo in seguito si sviluppò l’agricoltura con l’introduzione di diverse piante, specialmente il mais che è la base dell’allimentazione della comunità nera: pannocchie bollite, o cotte alla brace (i malies)
Ma anche la krummelpap, una specie di polenta di mais che accompagna piatti di verdura.
Gli Afrikaaners erano (e sono) grandi consumatori di carne. Con l’agnello preparano i sosaties che sono degli spiedini marinati in una salsa al curry, con il maiale si fanno boerewors, delle salsicce speziate. Con tutte le altre carni possibili e immaginabili organizzano i braaivleis cioè delle grandi grigliate, come dice la parola stessa in afrikaans composta da braai che significa grigliare e vleis, che significa carne. Qualunque animale è buono per finire sulla griglia, manzi, pecore e, soprattutto la selvaggina delle savane: gazzelle, facoceri, springbooks, koudou, struzzi… La cultura Sudafricana è cucinare all’aperto e preparare un Braai con amici e familiari che si riuniscono per festeggiare intorno al fuoco
Sudafrica le influenze dei colonizzatori
La “vera” cucina sudafricana è quella Malay, influenzata dalle tradizioni culinarie dei colonizzatori olandesi e inglesi, dei mercanti arabi, dei marinai portoghesi, degli schiavi provenienti dalla Malesia e da Giava. Un miscuglio di sapori dolci e agro-acidi; di ingredienti africani e spezie indonesiane cucinato all’europea, provocato dal fatto che nel XVII secolo Città del Capo era un’importante base di approvvigionamento tra l’Olanda e le Indie e qui affluivano le spezie orientali ma anche gli schiavi dall’antica Batavia con la loro cucina. Tipico esempio è il bobotjie, una ricetta originaria di Giava, che è diventato il piatto nazionale del Sudafrica. Ecco la ricetta
La ricetta del Bobotjie
Ingredienti (per sei persone)
800 grammi di carne tritata di vitello e manzo
due manciate di uvetta
2 cucchiai di marmellata di albicocche
2 cucchiaini di curry dolce
2 chiodi di garofano
2 pizzichi di zenzero in polvere
2 pizzichi coriandolo
2 pizzichi curcuma
2 spicchi di aglio
2 cipollotti
foglie alloro (o limone)
2 uova
2 bicchieri di latte
2 fette di pane bianco secco
1 cucchiaino di zucchero
Sale q.b.
25 grammi di burro
fette di limone
Preparazione
Bagnare il pane con mezzo bicchiere di latte. In una casseruola lasciare imbiondire nel burro il cipollotto tagliato a fette sottili e l’aglio tritato. Aggiungere la carne, mescolare, salare e lasciare prendere colore, poi aggiungere il curry, lo zenzero, i chiodi di garofano, due o tre foglie di alloro, lo zucchero, la marmellata di albicocche e l’uvetta. Schiacciare il pane e unirlo alla carne. Lasciare cuocere coperto per una decina di minuti, intanto sbattere le uova con due o tre cucchiai di latte. Volendo si possono aggiungere uno o due cucchiai di farina per addensare il composto. A questo punto, riempire una pirofila da forno con la carne, posizionare ai lati due fettine di limone e coprite con il composto di uovo e una foglia di alloro sulla superficie. Passare in forno a 180° per circa mezzora.
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