Mercoledì 30 Ottobre 2024 - Anno XXII

Rajasthan e Uttar Pradesh, l’ultima India

Intesa come ultima parte del viaggio. Dove si incontrano ratti in libertà, improbabili pizzaioli, di nuovo i modesti ma tutto sommato gradevoli Haveli (alberghi), per finire con un celebre osservatorio astronomico e l’incanto universale del commovente Taj Mahal di Agra

Uttar Pradesh Tramonto infuocato ad Agra
Tramonto infuocato ad Agra

Volge alla fine il mio tour nei due Stati, il Rajasthan e l’Uttar Pradesh, a ovest e sudovest di Delhi, tra i più gettonati dal viaggiatore alla (difficilmente completabile) scoperta dell’India (un subcontinente grande 11 volte l’Italia, la cui superficie è inferiore a quella del solo Rajasthan, e non è che l’ Uttar Pradesh sia meno vasto). Un forte richiamo turistico che si spiega facilmente: a parte alcuni pregevoli paesaggi naturali (brulle montagne, laghi e terre desertiche, perfetto habitat del cammello) una ricca storia scritta da tante genti apportatrici di differenti culture e religioni offre al visitatore interessanti località, palazzi, luoghi di culto decorati da belle arti, folklore e tradizioni.

Pushkar: pizza “mani pulite”?

Uttar Pradesh Le rive del lago di Pushkar
Le rive del lago di Pushkar

Sulla strada di Jaipur la Pink, a Pushkar, stop e sopralluogo, per fortuna meno rischioso per la salute e più gradevole alla vista, ancorché dejà vu: dai topi di Deshnoke alle solite vacche. Ma vacche considerate un po’ più consacrate perché è la stessa località a essere sacra in quanto situata sulle rive di un lago che sorse contestualmente alla creazione del mondo. Fotografo pertanto il venerato specchio d’acqua e i 52 Ghats, scalinate, facilitanti le abluzioni dei pii Hindu mondanti i peccati e se mai incontrassero difficoltà nel reperire un santo intercedente, no problem, ne esistono 350 milioni. Di bagnanti-fedeli, però, sarà la bassa stagionalità religiosa, ne ammiro pochini, ma Irfan pone rimedio informando che a Pushkar, in occasione del “Kartika (15° giorno del mese lunare, in novembre-dicembre) Purnima (giorno di luna piena)”, festività civilmente condivisa da Hindu, Jain e Sikh, si svolge una fiera del bestiame considerata la più affollata del mondo. Lascio Pushkar con un dubbio: notata l’insegna “Saibaba Restaurant wood fire Pizza” e memore che ai tempi di Craxi questo nome fu molto gossipato, chi può mai escludere (vabbè la spiritualità, ma si c’è pure da campare) che il titolare del ristorante altri non sia che l’allora chiacchierato santone convertitosi a pummarola e mozzarella?

LEGGI ANCHE  India, sulle strade del Rajasthan

Uttar Pradesh: a tu per tu con i sacri topi

Uttar Pradesh Topi venerati nel Karni Mata Temple
Topi venerati nel Karni Mata Temple

Come anticipato nella puntata precedente, all’inizio della terza tappa (da Bikaner a Jaipur via Pushkar, più di 300 chilometri) la cultura mi impone, con mia viva preoccupazione (anni fa lessi di un barcaiolo morto per la leptospirosi beccata nel Tevere) di violare l’igiene. Ma che schifo. Mi spiego. Poco dopo la partenza da Bikaner il minibus ci scarica a Deshnoke per la visita del Karni Mata Temple. Un luogo di culto hindu laddove, chissamai per quali motivi – valle a capire, le religioni – il topo (vabbè, non le aggressive pantegane delle nostrane rogge, ma pur sempre bei ratti neri, eppoi tantissimi) è sacred o quantomeno è ospitato alla grande: pensione completa e licenza di scorrazzare. Ma per seguir virtute e canoscenza eccomi in visita, già turbante se compiuta su suole Vibram, figuriamoci se tra la mia epidermide e la pipì dei muridi ho potuto schierare il solo calzino concesso dalle regole del Tempio.

continua a pagina 2

Condividi sui social: