Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

La Musica è per tutti. Addio al Maestro Abbado

Si è spento Claudio Abbado, uno dei massimi direttori d’orchestra contemporanei. Una carriera straordinaria sostenuta da un grande amore per la Musica, di cui voleva diffondere accesso, conoscenza e passione tra i giovani nelle aree meno fortunate del mondo

Claudio Abbado. Foto di Georg Anderhub
Claudio Abbado. Foto di Georg Anderhub

In suo nome era nato addirittura il CAIClub Abbadiani Itineranti” un club di appassionati melomani che lo seguiva in capo al mondo ai suoi concerti. Ora, purtroppo, viaggeranno molto meno ma il ricordo di un grande maestro rimarrà nella storia della musica mondiale. Da oggi l’Italia della Cultura, dell’Arte e del Sapere è decisamente più povera.

Malato da tempo, si è spento Claudio Abbado (Milano, 26 giugno 1933-Bologna, 14 gennaio 2014). Idolatrato e, talvolta, contestato è stato non solo uno dei massimi direttori d’orchestra dei nostri tempi ma anche un uomo per il quale la cultura è un aspetto fondamentale della vita. Un diritto di tutti e per tutti. 

Una vita sul podio

La Musica è per tutti. Addio al Maestro Abbado

Figlio di un insegnante di violino e di una pianista, si era diplomato in pianoforte e direzione d’orchestra presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano nel 1955 e si era perfezionato con il grande pianista Friedrich Gulda e con i direttori Antonino Votto e Hans Swarowsky, a Vienna dove si era trasferito con borsa di studio.

Quasi subito, nel 1958 era arrivato il primo grande riconoscimento: la vittoria al Concorso Koussevitsky della Boston Symphony Orchestra, a Tanglewood, nel Massachussets che lo portò al debuttò negli Stati Uniti con la New York Philarmonic. L’anno dopo debuttò a Trieste come direttore sinfonico, mentre l’esordio alla Scala è nel 1960.

Nel 1963 vince il Premio Mitropoulos della New York Philarmonic e ricveve l’invito da Herbert Von Karajan a dirigere i Wiener Philharmoniker al Festival di Salisburgo; nel 1968 debutta al Covent Garden di Londra, alla Metropolitan Opera House di New York ed è nominato direttore artistico del Teatro alla Scala (ruolo che ricoprirà fino al 1986).

LEGGI ANCHE  Nuoro, la mostra su De Andrè sino al 10 gennaio

Nel 1971 è nominato direttore principale dei Wiener Philharmoniker. Dal 1979 al 1987 ha ricoperto l’incarico di direttore musicale della London Symphony Orchestra, per poi approdare nel 1986 alla Staatsoper di Vienna dove è rimasto fino al 1991, mentre dal 1989 al 2002 ha diretto, i Berliner Philharmoniker. Alla fine del suo ultimo concerto con i Berliner, il pubblico lanciò quattromila fiori e lo salutò con trenta minuti di applausi. Dal 2003 era direttore artistico della Lucerne Festival Orchestra e dal 2004 era direttore musicale e artistico dell’Orchestra Mozart di Bologna

I progetti per i giovani di Cuba e Venezuela

La Musica è per tutti. Addio al Maestro Abbado

Abbado insieme con l’amico pianista Maurizio Pollini si rese protagonista negli anni della contestazione di un’iniziativa rivoluzionaria: i “Concerti per Studenti e Lavoratori”, inaugurati nel 1972, con la quale voleva diffondere la conoscenza della musica anche tra coloro che, per motivi economici, meno avevano la possibilità di accedere al santuario scaligero. La famosa sera delle uova marce alla prima del 7 dicembre 1968 era lui sul palco.

Come direttore artistico del teatro milanese contribuì a rinnovare la programmazione con autori, opere e regie poco convenzionali. Tutto ciò gli valsero allo stesso tempo feroci insulti e osanna sperticati. Oltre ai concerti “popolari” collaborò alla nascita di orchestre giovanili come la European Community Youth Orchestra (1978), la Chamber Orchestra of Europe (1981), la Gustav Mahler Jugendorchester (nel 1986).

Coerente con le sue idee, ha appoggiato “El Sistema” una fondazione creata in Venezuela dal musicista e politico José Antonio Abreu per la promozione sociale dell’infanzia e della gioventù attraverso una didattica musicale, gratuita, innovativa e capillare. Nel 2005 Abbado iniziò a collaborare con l’Orchestra Simon Bolivar, che con l’aggiunta di giovani musicisti di tutti i paesi del Sudamerica, diventò poi l’Orquesta de Jovenes Latinoamericanos, una formazione multiculturale e multirazziale di 285 elementi tra i 15 e i 24 anni provenienti dai barrios e dalle favelas. Ugualmente si era fatto promotore di un’inizativa per donare degli strumenti musicali ai ragazzi di Cuba.

LEGGI ANCHE  Club Med: nuovo sito dedicato alla sostenibilità

Il 30 agosto scorso era stato nominato senatore a vita per i suoi meriti artistici.

Addio Maestro!

 

(20/01/2014)

Condividi sui social: