Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

La scogliera che diventa biblioteca del ricordo

Protesa nel Mare Adriatico verso la costa istriana e dalmata da dove è partito l’esodo dei nostri connazionali nel dopoguerra, una “Biblioteca di Pietra” è l’omaggio del Comune di Rimini alle vittime delle foibe nel Giorno del Ricordo

La scogliera che diventa biblioteca del ricordo

Una “Biblioteca di pietra” è il centro delle iniziative promosse dal Comune di Rimini per il Giorno del Ricordo, la giornata istituita in memoria delle vittime, stimate in circa 7.000, uccise e gettate nelle foibe dagli jugoslavi alla fine della II Guerra Mondiale, sul confine orientale d’Italia.

“Biblioteca di pietra”, opera di Vittorio D’Augusta, un artista nato a Fiume e ora riminese è stata inaugurata con una cerimonia ufficiale in occasione del Giorno del Ricordo che si celebra annualmente il 10 febbraio. Sono trenta opere letterarie il cui titolo e autore, proprio come la normale copertina di un libro, è inciso su targhe in ottone posizionate sui grandi blocchi di pietra nel camminamento centrale della nuova diga in pietra d’Istria che si innesta sul molo di Levante dedicato a Capitan Giulietti.

I nomi e le opere sono quelli di: Arpino, Benco, Bettiza, Car Emin, De Castro, Fonda, Giotti, Quarantotti Gambini, Kovacic, Kravos, Jancar, Luxardo, Madieri, Magris, Marchig, Marin, Matvejevic, Michelstaedter, Mori, Milani, Rakovac, Rumiz, Saba, Scotti, Sgorlon, Slataper, Stuparich, Svevo, Tomizza e Zandel.

Ai fratelli di oltre Adriatico

La scogliera che diventa biblioteca del ricordo

All’inizio, del percorso, un semplice leggio, unico oggetto tridimensionale tra i “libri di pietra, è scritta la dedica: “Questa scogliera come biblioteca di pietra, questi massi di pietra come libri, il Comune di Rimini dedica agli esuli istriani, fiumani, dalmati e alle vittime dei conflitti di confine e delle foibe ultima tragedia dell’Alto Adriatico, area plurale di lingue, tradizioni, genti diverse, sconvolta in passato da nazionalismi e scontri ideologici tornata oggi cuore d’Europa e mosaico di culture”.

D’Augusta spiega così la sua opera: “I grandi blocchi di pietra fanno pensare a giganteschi libri e così come tutta la scogliera assomiglia a una surreale e grandiosa Biblioteca di pietra. Su ogni grande masso, proprio come la normale copertina di un libro, una targhetta di ottone con incisi il titolo di un libro e il nome dell’autore. Nomi di scrittori, romanzieri e poeti tra i più significativi di quelle terre, che hanno narrato brani di quella storia, ne hanno interpretato l’umanità e il dolore, o che, fin dal primo Novecento, ne avevano anticipato con la parola ansie e complessità di quei luoghi di frontiera.

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(10/02/2014)

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