Info – A proposito di Alitalia e del suo “salvataggio” (solita storia da 60 anni, e continua a pagare Pantalone, perché alla faccia della sbandierata privatizzazione la maggioranza delle Poste, azionista di Alitalia, appartiene ancora allo Stato, da cui si evince che ci prendono per il sederino, ndr) e la parola “salvataggio” non è inventata (vedi Corriere che in prima pagina titola “Gli emiri pronti a salvare Alitalia), il 2 febbraio, contestualmente all’andata di Letta ad Abu Dhabi, (Emirati Arabi Uniti) Etihad, la compagnia aerea di Abu Dhabi, da non confondere con Emirates, che – per inciso, ha da poco messo su bottega a Malpensa e si è cuccata i diritti di traffico su New York – ha diramato il seguente comunicato: “Nei prossimi 30 giorni le compagnie con i propri advisor definiranno come sviluppare una strategia comune per soddisfare gli obiettivi di entrambe le parti. Eventuali problematiche che potrebbero impedire la creazione di un adeguato business plan dovranno essere risolte per garantire l’implementazione di un piano che possa portare Alitalia ad una redditività sostenibile”.
Commento – Niente male come blablabla, se non che, fosse solo in ossequio al saggio detto “Parla come mangi”, è forse meglio fornirne ai cortesi lettori la traduzione dal citato e dotto linguaggio finanziario politichese nella seguente, più verace versione: coi soldi degli sceicchi Etihad paga i puffi (anzi, la montagna di puffi, un Everest di debiti, come ben noto) di Alitalia e divenutane la padrona deciderà cosa farne e come usare l’ex compagnia aerea del Belpaese.
Info – Ci sono in ballo, secondo Alitalia, 1900 esuberi (e quanto ad altri problemini sindacali … potrebbero essere cacchi acidi…).
Commento – È il caso che si diano una mossa perché (lo sanno bene quelli che vi lavorano o vi hanno lavorato) negli Emirati Arabi Uniti di soldi ne girano a gogò ma chi resta senza lavoro “sono cavoli suoi” (e “non è tutt’oro quel che luccica”, ne sanno qualcosa i lavoratori immigrati da Bangla Desh e dintorni, mica vigono casse integrazioni, mobilità e compagnia cantando). E quanto ad altri problemini sindacali, vattelapesca se anche agli sceicchi andrà bene che (come cattivamente vociferavasi) l’orario di lavoro parta da quando esce di casa e non da quando uno comincia (appunto) a lavorare.
Info – Non è stato precisato con che aereo Letta ha volato fino agli Emirati.
Commento – Se ha volato con Alitalia gli è andata di culo (sarà infatti arrivato col serbatoio agli sgoccioli, essendo infatti assai ben noto che la compagnia prima o poi finisce i soldi per la benzina, e sembra che alla richiesta di farle ancora credito i benzinari abbiano risposto “pagare lira vedere scimmia”).
Info – Se si parla di “lavorare uniti” e “fare squadra” il Belpaese è conciato peggio delle “Puttane di Brescia” (quelle che lavoravano tutta la notte insieme ma, appunto, si sputtanavano a vicenda?
Commento – Ad Abu Dhabi Letta cercava (come tutti i bravi tappetari) di “vendere l’articolo” (tutto va ben, “venite a investire”) imperocché, in Italia (Corriere 3/2: “Gelo di Squinzi: o si cambia o si voti”).
Info – Dagli Emirati Arabi Uniti (più di 4 milioni di abitanti per un Pil/ab di 64,840 usd !) potrebbe anche arrivare un po’ di turismo (da cui si evince che anche il ministro del Turismo – del Belpaese – avrebbe potuto andare con Letta a “vendere l’articolo”).
Commento – E invece è rimasto a Roma (a correggere le bozze dell’enciclopedia Treccani).
Info – Nei primi 9 mesi del 2013 con 89 aerei (e altri 230 sono in arrivo!) Etihad (nonostante un numero maggiore di giornate di sole da quelle parti) ha fatturato 4,8 miliardi; Alitalia, con 137 aerei, ne ha fatturati 1,06 (dati Corriere 3/2 pag. 3).
Commento – I numeri si commentano da soli. E quanto alle giornate di sole vociferavasi (almeno antan, colpevoli i soliti cattivi nordici sparlanti del non eccessivo sudore sparso nella capitale e dintorni) che in primavera, con il primo calduccio e gli invitanti raggi elioterapici, qualche equipaggio partiva incompleto imperocché qualcuno si dava malato e finiva a Fregene per la tintarella.
Info – Ad Abu Dhabi Letta ha soggiornato all’Emirates Palace (unico hotel 7******* nel mondo) e magnato (hummus di ceci e kebab di agnello, cosa non si fa “per un pugno di dollari”, pure alla Coda alla Vaccinara si rinuncia) nel (“lo dice” il Corriere) raffinatissimo ristorante libanese dell’albergo.
Commento – Il tutto (precisa il Corriere) pagato dallo sceicco (meno male, se avesse dovuto pagare Alitalia non ci sarebbero più stati i soldi per la benzina del ritorno).
Info – Lo sceicco vestiva il bianco Thob, la lunga veste che da quelle parti distingue gli emiratini dagli immigrati.
Commento – Pensa tu se ci fosse stato Brunetta nella ‘delegajia’ e avesse dovuto vestire la lunga tunica…
Info – Lo sceicco (probabile) futuro capo della futura “ARUN” (Alitalia aRaba UNita) si chiama Mohammed Bin Zayed Al Nahyan.
Commento – Lo imparino (meglio subito, occorre tempo vista la lunghezza) i sindacati di Alitalia per poi scriverlo sui cartelli esibiti nei futuri scioperi condannanti le “capitalistiche prepotenze del padronato arabo (unito)”. Salam alaykum (nuovo saluto sui voli AZ, sostituisce il trasteverino “Ahò”…).
(13/02/2014)