#svegliamuseo è un’idea nata per promuovere l’uso dei social network e della rete da parte dei musei italiani. Il progetto comincia quando a Francesca De Gottardo, fondatrice e autrice, è commissionata un’analisi sulla presenza online dei nostri musei. I risultati? Di certo non esaltanti. Dei più di seimila musei e siti culturali del nostro Paese, solo una pochissima percentuale può vantare una presenza online in termini di sitiweb aggiornati e di social network. Nella maggior parte dei casi siamo di fronte a siti internet che sono a loro volta musei della tecnologia.
Quante storie da raccontare
Ogni reperto di ogni museo ha una sua storia alle spalle, molte volte anche millenaria: perché allora non renderne partecipe il pubblico?
#svegliamuseo, spiegano gli ideatori, vuole invitare a creare un connubio tra passato e futuro, tra storia e attualità: i social media sono ovunque, perché non utilizzarli per avvicinare il pubblico ai musei con iniziative specifiche, coinvolgenti, mirate a valorizzare i potenziali visitatori? La via da seguire è quella di parlare agli utenti in prima persona per raccontare le nostre ricchezze e riavvicinarli alla cultura.
Anche noi ci uniamo alla campagna di #svegliamuseo, consapevoli del fatto che valga la pena sostenere chi si è messo in gioco per valorizzare la cultura e la storia del nostro Paese, proiettandosi al futuro: partita fondamentale a cui tutti dovremmo partecipare.
Allargare gli orizzonti
Se allarghiamo lo sguardo all’Europa ci accorgiamo che siamo costretti a rincorrere: la maggior parte dei musei del vecchio continente (e non solo i grandi colossi) sono presenti online in maniera efficace, non solo in termini di siti, pagine Facebook o account Twitter aggiornati costantemente, ma anche attraverso iniziative dedicate e creative in grado di coinvolgere in prima persona i loro utenti per invitarli a divenire visitatori reali.
Francesca De Gottardo, fondatrice e autrice, Aurora Raimondi Cominesi, museum consultant, Federica Rossi, esperta social media e Alessandro D’Amore, archeologo prestato ai nuovi media si sono chiesti perché non fosse il caso di prendere esempio da quello che succede all’estero.
Il primo passo dell’operazione è stato mettere in contatto dieci musei stranieri considerati come punto di riferimento in termini di attività e visibilità online e chiedere loro una lista di consigli e di attività a costo zero per “svegliare” i musei italiani.