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Nel corso del 2013 si sono registrate in Italia oltre 831 milioni di presenze turistiche (60,9% italiane e 39,1% straniere) di cui il 43,7% nelle strutture ricettive e il restante 56,3% nelle abitazioni private. Un flusso turistico che ha generato sul territorio un impatto economico di 73 miliardi di euro. Il dato arriva dalle elaborazioni Unioncamere – Isnart.
Rispetto al 2012 si registra una contrazione dei flussi del -3,9% che riguarda entrambi i mercati (in particolare -8,3% le presenze degli italiani nelle strutture ricettive e -7,9% le presenze degli stranieri nelle abitazioni private); anche per quanto riguarda i consumi si registra una diminuzione del -2% (-3,9% quelli degli italiani, +0,7% quelli degli stranieri), una riduzione dovuta al calo dei consumi di chi ha soggiornato nelle strutture ricettive (-10,5% gli italiani, -4,4% gli stranieri).
Più shopping e divertimenti
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Nelle abitazioni private invece si rileva un calo di presenze internazionali a favore però di mercati con maggiore capacità di spesa (+12,2%) mentre il mercato italiano, più stabile (-1,3%), consolida i propri comportamenti di consumo (+3,1%). Dei 73 miliardi di euro spesi dai turisti durante il soggiorno in Italia il 39,9% ricade nel settore dell’alloggio e della ristorazione e il restante 60,1% negli altri settori ed in particolare: il 18,7% nelle attività ricreative e culturali, il 16,1% nell’agroalimentare, il 10,4% nelle altre industrie manifatturiere, il 10,4% nell’abbigliamento e calzature, il 2,3% nell’editoria e il 2,1% nei trasporti.
Se, da un lato, rispetto al 2012 diminuiscono i consumi nei settori della ristorazione (-15,1%) e dell’alloggio (-17,9%), dall’altro aumentano le spese destinate all’abbigliamento e alle calzature (+15,1%), al settore agroalimentare (+14,1%) e alle attività ricreative (+4,9%).
L’attrazione per i sapori tipici
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Rispetto a quanto registrato nel 2008, quando il volume dei consumi turistici superava i 77 miliardi di euro, la complessiva diminuzione della spesa (-5,7%) ha investito tutti i comparti economici ad esclusione di quello agroalimentare che cresce del +65,9% per un totale di oltre 11,7 miliardi di euro spesi dai turisti in negozi tipici e supermercati nei luoghi di vacanza. Si conferma così la tendenza da parte dei consumatori a ricercare la convenienza e il miglior rapporto prezzo/qualità per gli aspetti primari della vacanza (alloggio e ristorazione) per poter dirottare i consumi verso quegli aspetti più esperienziali della vacanza, legati ai prodotti e alla cultura dei territori.
(14/03/2014)