Padova, turisticamente parlando, ha un solo difetto: è troppo vicina a Venezia che calamita tutti i flussi di visitatori. Peccato, perché è una città stupenda, ricchissima di opere d’arte con una storia antica e importante. Proprio alla storia è dedicata la mostra “Padova e le sue Mura, Cinquecento anni di storia 1513 – 2013”, catalogo Biblos Edizioni, aperta dal 29 marzo al 20 luglio prossimi presso i Musei Civici agli Eremitani, che celebra i 500 anni della costruzione e delle mura edificate a partire dal 1513 sotto il condottiero Bartolomeo d’Alviano. L’esposizione, promossa dal Comune di Padova – Assessorato alla Cultura Settore Musei e Biblioteche e dal Comitato Mura di Padova, con il sostegno di Fondazione Cariparo, mira a ricostruire mezzo millennio di storia delle mura cittadine attraverso reperti archeologici, manufatti, armi e strumenti bellici, disegni, incisioni, volumi e dipinti antichi, oltre a ricostruzioni appositamente realizzate (fotopiani, modellini, video ecc.). Ad accogliere i visitatori sono gli antefatti della costruzione cinquecentesca uno dei pochi leoni di San Marco, mai esposto prima d’ora: due plastici con un migliaio di soldatini che ricostruiscono la battaglia di Agnadello e l’assedio di Padova e poi le armi usate in quell’occasione dai veneziani e dai loro nemici.
Dall’inizio alla fine
La mostra, curata da Vincenza Cinzia Donvito e Ugo Fadini con la direzione di Davide Banzato, racconta anche le origini del sito in epoca romana, con una serie di rinvenimenti – alcuni inediti – effettuati in epoche diverse lungo il percorso delle mura. I reperti, prestiti provenienti dall’Archivio di Stato di Padova e dell’Archivio Comunale, oltre alle opere conservate presso i Musei Civci agli Eremitani e la Biblioteca Civica, antiche piante, rilievi, modelli, illustrazioni, medaglie, sigilli ed elementi lapidei testimoniano e narrano le trasformazioni avviate da allora, con i dodici torrioni e sette baluardi complessivi, le porte d’accesso, i progetti per una fortezza mai realizzata, i protagonisti, gli artisti chiamati a raffigurarle. Ci saranno anche una sezione dedicata alla scoperta di spazi sotterranei inesplorati che saranno mostrati al pubblico grazie a filmati realizzati dal Gruppo Speleologico Padovano CAI, che ha condotto esplorazioni nell’ambito del progetto Padova Sotterranea e un percorso fotografico parallelo ideato da Paolo Coltro.
Un lungo conflitto
Allo scoppio della guerra con la Lega di Cambrai, (1509-1516), Padova era ancora la grande città tardo-medievale orgogliosamente circondata dalle tre cinte di muraglie vecchie, comunali fatte costruire dalla famiglia dei Carrara, che la disegnano e la rappresentano. Nell’estate-autunno del 1509, dopo la pesante sconfitta di Agnadello contro i francesi di Luigi XII, la città aveva vissuto in breve tempo la conquista da parte delle forze della Lega, la riconquista veneziana e l’ultimo degli assedi degli imperiali ostili alla Serenissima. A partire da quel periodo le vecchie mura carraresi, inadeguate a difenderla nel caso di attacco condotto con l’artiglieria, erano state riadattate alla meglio con opere in terrapieno e, con la conclusione di una delle innumerevoli e complicate fasi del conflitto, nel 1513, si erano create le condizioni per dar loro forma definitiva in muratura.
Molto di quanto s’iniziò a realizzare in quell’anno è giunto fino a noi, integrato dalle aggiunte e modifiche apportate nei quattro decenni successivi. Il disegno generale è di Bartolomeo d’Alviano: cortine, porte, fosse, controscarpe, strada coperta di circonvallazione e il guasto (la spianata di un miglio intorno alla città, creata per lasciare il nemico in terreno aperto). Le mura veneziane sono così un monumento che include veri gioielli architettonici, come le due Porte del Falconetto e strutture militari imponenti che, per la varietà delle soluzioni adottate nel corso del lungo tempo a seguito dell’evolvere delle tecniche di difesa dal fuoco delle artiglierie (torrioni circolari a uno o due piani, baluardi poligonali di forma e dimensioni ogni volta diverse eccetera), offrono permettono di seguire lo sviluppo dell’architettura militare in un unico luogo.