Ultimi dettagli organizzativi per il quindicesimo Festival del cinema europeo, in programma a Lecce dal 28 aprile al 3 maggio, al cinema multisala Massimo con opere prime, mostre (una dedicata a Pasolini, il cui Vangelo secondo Matteo, girato tra Basilicata e Puglia, compie 50 anni), presentazioni di libri (tra cui: Io sono il teatro di Anna Procaccini, ricordo di Arnoldo Foà, di cui uno scritto inedito sarà letto da Pamela Villoresi; e l’altro a cura di Sergio Toffetti Morale e bellezza. Marco Bellocchio) e confronti, come quello dedicato alla commedia italiana.
La commedia, già: “Ma che ci sarà da ridere oggi in Italia?“, si è chiesto a Roma, durante la conferenza stampa di presentazione del Festival, colui che tirerà le fila della discussione, Marco Giusti. Comunque la commedia è viva e vegeta, tanto che da sola rappresenta l’80% delle produzioni e degli incassi.
Questo quindicesimo appuntamento – convocato come sempre da Alberto La Monica e Cristina Soldano – sarà inaugurato e concluso con due anteprime: For those who can tell no tales di Jasmila Zbanic e Alabama Monroe. Una storia d’amore di Felix Van Groeningen.
Claudia Cardinale protagonista
Il secondo momento importante del festival è quello che ha come protagonista il cinema palestinese e curato da Monica Maurer. “La selezione – ha spiegato – senza cadere nella retorica politica e ideologica, è basata sulla rappresentazione della vita quotidiana in un Paese occupato, con l’obiettivo di esprimere anche il cambio generazionale“. Saranno proposte quindici opere, dalla Memoria fertile realizzata nel 1980 da Michel Khleifi, fino ai nostri giorni.
Non manca anche quest’anno la dedica a un protagonista del cinema italiano. Sarà Claudia Cardinale e i suoi più significativi film i protagonisti dell’indagine cinematografica proposta dal festival. E anche Cardinale – ha ricordato Foti – è creatura del Centro sperimentale: “È tenero il provino di ammissione che le fu fatto quando aveva 17 anni, accompagnata dal traduttore dal francese, la sua lingua madre appresa in Tunisia“. E sempre Foti ha voluto ricordare l’iscrizione al Centro sperimentale di Arnoldo Foà: “Era il 1935, ma l’anno successivo dovette abbandonare a causa delle leggi razziali. Qualche tempo fa gli abbiamo dato un diploma honoris causa, per riparare a un gravissimo torto“.
Info: www.festivaldelcinemaeuropeo.com/2014
(21/04/2014)
Sul grande schermo l’Europa
Tra proiezioni vecchie e nuove, riproposizione di capolavori restaurati, come il Vangelo secondo Matteo di Pasolini, sono previste altre manifestazioni collaterali e collegate al mondo del cinema: il concorso di lungometraggi europei, l’omaggio a Mario Bava, la consegna del premio dedicato a Emidio Greco, la premiazione di un’opera prima con la targa Mario Verdone (sarà consegnata dai figli Carlo e Luca) a uno dei tre finalisti (Il Sud è niente di Fabio Mollo, Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto, Spaghetti story di Ciro De Caro).
Quindi si aprirà la «vetrina» del centro sperimentale di cinematografia, guidato da Marcello Foti (“Se questo festival fosse una società ne sarei il socio di maggioranza, per quanto è ricco, interessante e propositivo“), saranno presentati alcuni lavori realizzati nelle carceri, come Sbarre, curato da Daniele Segre nel penitenziario di Firenze Sollicciano.
Il cuore del festival è in due momenti delle intense giornate salentine: quello dedicato ai protagonisti del cinema europeo e quello dedicato al cinema euro-mediterraneo. I due protagonisti europei di questa edizione sono Danis Tanovic e Marco Bellocchio. Del primo è indimenticabile il film di esordio, No man’s land del 2001, una delle più potenti opere pacifiste premiata con l’Oscar e che ci ha raccontato per immagini le atrocità commesse accanto alla nostra porta, appena al di là dell’Adriatico. A Bellocchio – anche lui come tantissimi protagonisti del cinema italiano uscito dalla fucina di talenti che è il Centro sperimentale – sarà dedicata una retrospettiva di venticinque suoi film, tra cui Viva il primo maggio rosso e proletario del 1969.