Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

A piedi nella Milano romana

Il capoluogo lombardo e la sua storia millenaria da riscoprire in occasione di Expo 2015. Nuove mappe, targhe e una segnaletica a terra accompagnano il visitatore nel cuore della città antica, capitale dell’Impero romano d’Occidente per oltre un secolo

Via Brisa dall'alto, dove sorgeva il palazzo dell'imperatore Massimiano
Via Brisa dall’alto, dove sorgeva il palazzo dell’imperatore Massimiano

In vista di Expo 2015, il Comune di Milano, in collaborazione con il Civico Museo Archeologico, il contributo della Regione Lombardia e la partecipazione del Consiglio di Zona 1, ha avviato un progetto di valorizzazione dei siti e dei beni archeologici della città antica che prevede l’installazione di targhe, con informazioni in italiano e in inglese; la pubblicazione di nuove mappe; la realizzazione di una segnaletica a terra in prossimità degli incroci; nonché le indicazioni del percorso affisse in città e nelle fermate della metropolitana. 

È stato già inaugurato il primo percorso a piedi della Milano Romana, che in nove tappe, conduce da via San Giovanni sul Muro alla Basilica di San Lorenzo. Lungo il percorso sperimentale è comparsa una nuova segnaletica a terra: 35 “bolli” rossi di 30 centimetri di diametro guidano milanesi e turisti alla scoperta dei resti archeologici visibili nelle immediate vicinanze, con l’indicazione della destinazione finale e del tempo necessario per raggiungerla a piedi.

In collaborazione con l’ATM [Azienda Trasporti Milanesi], nei mezzanini e nelle banchine delle stazioni della metropolitana di Cairoli, Cordusio, Duomo, Cadorna, Sant’Ambrogio e Porta Genova, sono state installate le mappe WalkMi-Milano cammina, con le indicazioni per visitare i siti, i musei e i monumenti presenti in città. Sulle mappe e sulle targhe, infine, è presente il QR Code per l’accesso tramite smartphone ai siti web del Turismo e del Civico Museo Archeologico.

La città ai tempi dell’imperatore Massimiano

I bollini rossi che indicano il percorso da seguire
I bollini rossi che indicano il percorso da seguire

Il primo percorso parte da via S. Giovanni sul Muro (MM Cairoli), dove sorgevano l’antica cerchia muraria con la Porta Vercellina, costruite dopo l’ottenimento della cittadinanza romana nel 49 a.C., che racchiudeva un’area di quasi 80 ettari (il perimetro era di circa 3.500 metri) ed era circondate da un fossato nel quale affluivano le acque del Seveso. Proseguendo, si arriva in via Brisa dove sorgeva il palazzo dell’imperatore Massimiano (250-310 d.C.) che occupava l’area tra via Torino e corso Magenta.

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Massimiano elevò nel 293 d.C. Milano al rango di capitale dell’Impero romano d’Occidente, ruolo che ricoprì fino al 402. Il palazzo era al tempo stesso residenza imperiale e luogo di rappresentanza, comprendeva anche le terme private e il circo (l’equivalente dell’ippodromo), dove l’imperatore si mostrava solennemente ai sudditi.
Di questo vasto quartiere polifunzionale, rimasto almeno parzialmente in uso forse fino al X secolo, si conservano oggi a vista soltanto i resti di un edificio di rappresentanza, dotato di impianto di riscaldamento ma molti reperti archeologici sono ancora conservati sotto gli edifici circostanti.

Grandi edifici sacri e profani

Resti del Teatro romano di Milano, nascosto nei sotterranei della Camera di Commercio
Resti del Teatro romano di Milano, nascosto nei sotterranei della Camera di Commercio

Tra piazza Affari e via San Vittore al Teatro, come dice il nome, si trovano i resti del teatro, l’edificio pubblico più antico della città tardo-repubblicana o augustea (metà-fine del I secolo a.C.), che testimonia l’importante momento storico in cui Mediolanum si dota di edifici pubblici, sacri e profani.
Costruito a pianta semicircolare, l’edificio poteva ospitare circa 8.000 spettatori, che prendevano posto sulle gradinate sostenute da arcate e gallerie. Utilizzato per rappresentazioni teatrali, giochi, feste e riunioni, continuò a ospitare assemblee popolari fino al XII secolo, quando, in seguito alle distruzioni compiute dal Barbarossa, se ne perse memoria.
In via Morigi 2 si trovano i resti di pavimento in battuto di malta con inserti di marmo che testimoniano la presenza delle domus, di cui restano tracce assai labili che, raramente e soltanto in parte, consentono di ricostruire la planimetria delle case, soggette a ristrutturazioni, cambi di destinazione d’uso, distruzioni e ricostruzioni, a causa della continuità di vita della città.

Memoria dell’antico circo per le corse dei cavalli

La Torre di Ansperto
La Torre di Ansperto

In corso Magenta 15, nel giardino del Museo Archeologico, si possono ammirare, ben conservati, un tratto della cinta muraria massimianea, che continua nei sotterranei del Museo, e la Torre di Ansperto, a ventiquattro lati.

Tra via Vigna e via Circo sorgeva, appunto, il circo, costruito alla fine del III secolo d.C. sempre da Massimiano. qui si svolgevano le corse dei carri, molto amate dal popolo e in questo luogo, nel 604 d.C., Adaloaldo fu proclamato re dei Longobardi. Nei secoli successivi il circo fu progressivamente spogliato e demolito e la sua definitiva distruzione risale probabilmente al 1162 d.C. a opera del Barbarossa o dei milanesi stessi, per impedirne l’utilizzo agli assedianti come roccaforte contro la città.
Prima della riscoperta del monumento a partire dal 1939, si perde addirittura memoria della sua ubicazione, ricordata soltanto dai nomi di via Circo e delle chiese di Santa Maria ad Circulum e Santa Maddalena ad Circulum, sorte presso il lato curvo dell’antico edificio e demolite nel 1789.

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Colonne famose e un mausoleo imperiale

La Basilica di San Lorenzo Maggiore e le colonne
La Basilica di San Lorenzo Maggiore e le colonne

Il colonnato marmoreo davanti alla facciata della Basilica di San Lorenzo Maggiore è il monumento romano meglio conservato e più famoso di Milano. Eretto probabilmente alla fine del IV secolo d.C. come prospetto scenografico dell’atrio antistante la chiesa, è costituito da 16 colonne, basi, capitelli e frammenti di architrave assai più antichi, recuperati da un ignoto edificio pubblico della seconda metà del II secolo d.C.

Nel complesso laurenziano si deve ammirare anche il portale, che introduce al corpo ottagonale della Cappella di Sant’Aquilino, appartenente in origine a un edificio pubblico della fine del I secolo d.C. Il superbo edificio paleocristiano che costituisce la chiesa di San Lorenzo, con corpo centrale quadrato su cui si aprono quattro esedre affiancate da quattro torri laterali e tre cappelle ottagonali, è la più antica testimonianza conosciuta di chiesa “tetraconca” (con quattro pareti ricurve). Si ipotizza che la costruzione sia avvenuta nel periodo compreso tra 390 e 410 d.C.

La Cappella di Sant’Aquilino si trova dentro San Lorenzo. Probabilmente era un mausoleo imperiale, per la sua forma e la ricchezza dell’interno, di cui ora si conservano solamente alcune tracce. Attualmente è possibile visitare, nel sotterraneo, anche la platea di fondazione su cui poggia l’edificio, formata da blocchi di pietra squadrati, provenienti in gran parte dalla demolizione del vicino anfiteatro. La cappella, che recenti indagini propongono di datare tra 390 e 430 d.C., si compone di un atrio a forcipe, cioè di una sala quadrata con due pareti absidate e di un corpo ottagonale all’esterno, articolato internamente in un alternarsi di nicchie semicircolari e ottagonali e coperto da una cupola emisferica antica di circa 1.600 anni.

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Anche Milano aveva il suo “Colosseo”

Quello che resta della Torre dei malsani
Quello che resta della Torre dei malsani

In largo Carrobbio sorgeva la Porta Ticinensis, l’unica porta urbica della cinta muraria del I sec. a.C. Era composta da due fornici (passaggi) e da due torri laterali, oggi è parzialmente conservata solo la torre, detta “Torre dei malsani” perché annessa a un lebbrosario, alta nove metri e inglobata in un edificio moderno. Costituiva la torre poligonale destra – per chi esce dalla città – della porta che sorgeva all’incrocio di quattro assi stradali (“quadrivium”da cui l’attuale Carrobbio) due interni e due esterni, uno per Ticinum (l’attuale Pavia), l’altro per Habiate (Abbiategrasso).

In via De Amicis 13 sorgeva l’anfiteatro, uno dei più grandi noti in Italia settentrionale, che sorse nel I secolo d.C. all’esterno delle mura cittadine, non lontano dalla Porta Ticinensis. Nell’arena centrale ellittica, circondata da gradinate per gli spettatori, si svolgevano duelli tra gladiatori, lotte tra uomini e animali feroci, pubbliche esecuzioni di condannati ad bestias, cioè a essere sbranati dalle fiere e addirittura battaglie navali.

Nel corso del V secolo d.C. l’anfiteatro, che poteva ospitare 20.000 spettatori, fu spogliato dei materiali edilizi dell’anello esterno, reimpiegati per nuove costruzioni o per rinforzare la cinta muraria urbana. È stato ipotizzato l’utilizzo della struttura ancora in epoca longobarda (VI-VII secolo d.C.), forse come sede della guarnigione militare. Le imponenti fondazioni della struttura sono visitabili nel Parco Archeologico dell’Anfiteatro, al quale è annesso l’Antiquarium “Alda Levi”.

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