Mercoledì 30 Ottobre 2024 - Anno XXII

Firenze che toglie il fiato

Il Duomo

Per fortuna nostra, verrebbe da dire. Due gemme architettoniche del Rinascimento che consentono, con un po’ di fatica fisica, di godere di uno dei più incredibili (e meravigliosi) panorami urbani

La Torre di Arnolfo
La Torre di Arnolfo

Firenze è uno dei pochissimi posti al mondo dove l’aria, le nuvole, le piante, le colline che si vedono intorno, sono le stesse che si osservano nei dipinti conservati nei suoi musei; il suo sfondo sono gli sfondi dei quadri delle sue inimitabili pinacoteche. Questa caratteristica toglie il fiato e da sola basterebbe a rendere la visita unica, se non fosse per tutto il resto, noto all’universo globo. Siete mai saliti sulla Torre di Arnolfo (quella di Palazzo Vecchio, per intenderci) e sul Campanile di Giotto? Fatelo, se ci riuscite nella stessa mattina, altrimenti in due giorni diversi, perché sono i due più incredibili picchi da cui guardare il profilo della città e il panorama che la circonda. Il fiato che non vi toglieranno i molti scalini ve lo toglierà quello che vedrete da queste due cime. L’unico dispiacere è che questa visione non sia accessibile a tutti e che per ora sia impossibile renderla tale. Magari un giorno inventeranno un modo: torre e campanile sono lì da settecento anni e per fortuna non intendono muoversi da dove stanno.

Un Campanile più forte della Peste

Il Campanile di Giotto
Il Campanile di Giotto

Questa salita ha un altro lato positivo. Come sapete, Firenze in primavera (ma non solo) pullula di turisti che saltano fuori da tutte le parti. Molti di essi si fermano alle attrazioni più famose che sono state costruite a livello strada, sicché l’ascensione a queste vette è un buon escamotage per restare in centro e non trovare la solita calca. Per arrivare sul Campanile di Giotto, che raggiunge gli 84,75 metri, bisogna salire 414 scalini; invece la Torre di Arnolfo ne ha 212 ed è alta 94 metri. Il Campanile fu cominciato da Giotto nel 1334, proseguito da Andrea Pisano e finito nel 1359 da Francesco Talenti alla fine della Peste Nera, la terribile pandemia che imperversò in Europa per circa sei anni (1347-1353), sterminando quasi 25 milioni di persone, circa un terzo della popolazione che abitava a quei tempi il nostro continente. Pensate quindi che gioia fu per i fiorentini scampati al morbo, concludere questo gioiello, che pare elevarsi al cielo come un ringraziamento.

Un “hashtag” panoramico

Sguardo su Firenze da Palazzo Vecchio
Sguardo su Firenze da Palazzo Vecchio

La Torre di Arnolfo fu costruita qualche decennio prima, nel 1310, e ha la caratteristica incredibile (stiamo parlando di settecento anni fa) che la parte frontale è sporgente rispetto alla base su cui appoggia, che sono le mura di Palazzo Vecchio. La torre si chiama così in quanto opera dell’architetto e artista fiorentino Arnolfo di Cambio, progettista tra le altre cose sia del Duomo che di Palazzo Vecchio. Chiunque voglia può fare una foto dalla Torre e condividerla con il mondo su #palazzovecchiotower: andate a vedere le migliaia di foto scattate da chi è già salito sull’ardito capolavoro di Arnolfo. In ogni caso, se appena potete, non perdetevi la salita su queste due torri, una sacra e una profana, che si guardano tra loro e portano come nome di battesimo quello dei loro padri, uomini che avevano grandi cose nella mente. È bello pensare che il Rinascimento in qualche modo fosse già presente in quell’aria risanata e che i fiorentini di tanti secoli fa, proprio come facciamo noi oggi, salissero queste scale per poterlo respirare.

Per maggiori informazioni:
www.operaduomo.firenze.it
www.museicivicifiorentini.comune.fi.it

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