Da sempre New York è una delle città più fashion al mondo, ricchissima di eventi, spettacoli, musei e attività di ogni tipo (in primis lo shopping). Insomma una metropoli dov’è difficile, se non quasi impossibile, annoiarsi. Per la cantante torinese Silvia Tancredi, la Grande Mela, che aveva visto solo al cinema prima di girare il video del suo ultimo singolo, The Cage, è soprattutto la città delle opportunità. “Durante le riprese del video di The Cage – ci racconta Silvia – ho avuto la conferma che New York è la città delle possibilità. Mentre giravamo, un impresario, che passava di lì per caso, si è fermato a parlare con la troupe e ci ha lasciato il suo numero di telefono”. E non finisce qui. “Il giorno prima di far ritorno in Italia – prosegue la cantante – mi sono trovata ad Harlem a cantare con un gruppo gospel, che mi ha chiesto di partecipare l’indomani a un evento all’Apollo Theatre di New York (uno dei più famosi club musicali degli Stati Uniti ed il più noto al mondo per quanto riguarda gli spettacoli di musicisti afroamericani, ndr). Peccato aver avuto un aereo da prendere. Di sicuro ritornerò a Nyc per onorare quell’invito”.
Se durante il soggiorno newyorkese Silvia Tancredi ha avuto diversi incontri fortuiti, non si può dire che in patria le sia andata peggio. Silvia vanta, infatti, una nutrita carriera come vocalist al fianco di artisti come Neja, Arthur Miles & The Allstars Gospel, Lee Brown, Fred jr. Buscaglione, Fabrizio Consoli, Anthony Morgan’s Inspirational Gospel Choir Of Harlem e Milva, che ha accompagnato durante il 57esimo “Festival di Sanremo” e nella successiva tournée.
Nel 2010 pubblica il suo primo album, “L’importante è crederci”, contenente brani che vanno dal pop mainstream ad ambientazioni decisamente gospel e R ‘N B. Il brano “Leggero” feat. Flavio Boltro, contenuto nell’album è stato inserito nella compilation “Radio Estate Summer Compilation”, insieme ai grandi successi radiofonici del 2010. Per non parlare del suo ultimo singolo “The Cage”, che oltre a vantare la collaborazione di grandi vocalist del panorama Gospel di New York City, da Angela Watson-Modeste a Bernice Sista B Harley fino a Liseli Lugo, è stato scelto per la colonna sonora di “Cam Girl”, il film della regista Mirca Viola (nel cast Antonia Liskova, Sveva Alviti, Alessia Piovan, Ilaria Capponi e la partecipazione straordinaria di Marco Cocci, Enrico Silvestrin e Maria Grazia Cucinotta).
Cosa hai provato quando hai saputo che due dei tuoi brani (oltre a The Cage nel film compare anche il brano Sing your love, una traccia del primo album, L’importante è crederci) avrebbero fatto da colonna sonora al film Cam Girl di Mirca Viola?
Una gioia grandissima e la realizzazione di un sogno. Da sempre segnavo di collaborare con il cinema. The Cage è stata sicuramente scelta per la sua sonorità e l’idea della gabbia, usata nel video, che simboleggia la delusione. Questo brano esprime proprio il desiderio di liberarsi da tutte quelle “gabbie dorate” che ci tengono prigionieri delle nostre vite. Desiderio che alla fine hanno anche le protagoniste di Cam Girl, che all’inizio decidono di entrare nelle case dei clienti attraverso una webcam mostrandosi a perfetti sconosciuti senza veli per puro divertimento e piacere alla fine finiscono per capire di essere in trappola, di non essere poi così tanto libere.
Hai avuto modo di incontrare le protagoniste del film?
Sì, durante la conferenza stampa di presentazione del film, a Roma. Erano felici di conoscermi. In quell’occasione ho conosciuto anche Mirca Viola, che è una donna con la testa. Ha fatto una scelta non scontata come quella di scegliere di raccontare sul grande schermo uno spaccato della società attuale ancora nascosto, ma sempre più diffuso com’è quello delle ragazze della porta accanto che, talvolta in mancanza di reali prospettive economiche o per puro divertimento e piacere, decidono di entrare nelle case dei clienti attraverso una webcam mostrandosi a perfetti sconosciuti senza veli.
Hai visto il film?
L’ho visto e l’ho trovato veramente bello. In sala, a Roma, ho avuto un vuoto allo stomaco quando ho realizzato di essere all’interno del film. La scelta del regista su dove inserire le mie canzoni, l’ho trovata azzeccata. The Cage, ad esempio, si ascolta in un momento importante della narrazione. L’altra traccia di archi è stata usata invece come sottofondo. Pensa che quando la scrivemmo dicemmo: “Questa canzone andrebbe bene per un film”.
Com’è nata The Cage?
Così, come per tutte le altre mie canzoni: in team. Io amo lavorare tutti i miei pezzi insieme al mio gruppo. Dal punto di vista della melodia, avevo bisogno di far confluire in una canzone il mio sentirmi in prigione. Ora posso dire di esser riuscita a liberarmi da quest’angoscia.
Si è trattato di un periodo d’incubazione molto produttivo?
Sì. Questa canzone è il primo singolo di un nuovo album di undici tracce, che uscirà tra breve.
Rispetto al tuo album d’esordio, L’importante è crederci, in che cosa si differenzia?
Presenta sonorità più soul e gospel. Ci sono poi più tracce in inglese, lingua che mi ha permesso di avere un respiro più internazionale. E poi perché contiene una cover.
Tra il primo e il secondo album sono passati un po’ di anni. Come mai?
Diciamo che c’è stato un tempo in cui ho ripreso la ricerca. Finito il quale mi sono buttata nuovamente sulla scrittura. E questo tempo passato tra il primo e il secondo anno si percepisce anche nella voce: c’è stata una crescita vocale. Come col passare degli anni si cambia fisicamente, cambia anche la voce.
Dove e quando ti potremmo ascoltare dal vivo?
Con l’uscita dell’album ripartiranno i miei concerti. Chi mi volesse seguire può consultare la mia pagina Facebook.
Com’è stato girare il video della canzone?
A parte il gran freddo che ho sofferto durante le riprese, e i tacchi vertiginosi che indossavo, che mi sono valsi diversi capitomboli, mi è piaciuto tantissimo. È stato anche molto emozionante: quasi un film dentro il film. Prima di allora avevo visto New York solo sul grande schermo. Devo dire che i newyorkesi sono gente abituata alle riprese. Noi eravamo a Times Square e nessuno era sorpreso che noi filmassimo (nel video il regista Piero Basso alterna alcuni estratti del film “Cam girl” all’immagine onirica e surreale di Silvia Tancredi, simbolicamente rinchiusa in una gabbia, ndr).
L’estate è ormai alle porte. Programmi?
Spero di partire alla fine di giugno, perché è stato un anno intenso. Credo che farò qualche puntata in Italia e in Grecia con le mie amiche.
Cosa non manca ami nella tua valigia?
Porto sempre un lettore mp3 con la mia musica preferita o un cd se mi muovo in auto. Visto che amo leggere non mancano mai libri. I miei preferiti sono le biografie di grandi artisti. Che amo anche rileggere. Come quella di Ray Charles.
Ti piace viaggiare?
Sì e no. E ti spiego il perché. Ho sempre abitato in Val di Susa, attorniata dalla natura. Ma è solo da quando ho iniziato a viaggiare per lavoro che ho cominciato a non dare più per scontata la bellezza del posto in cui vivo. Anche se New York è una città emozionante, ci starei solo qualche giorno. Di sicuro non ci vivrei tutta la vita. Qui dove vivo ritrovo la giusta pace e la tranquillità necessaria per riprendermi dallo stress della città e del lavoro.
Il tuo posto del cuore?
Potrebbe essere una barca in mezzo al mare perché, oltre ad amare il canto, amo anche il mare. In una precedente vita devo essere stata una sirena.
The Cage a quale viaggio può fare da colonna sonora?
Per un viaggio negli States. Quando l’ascolto visualizzo le strade infinite dell’America.
E il tuo primo album?
Sicuramente è indicato per un viaggio nelle città d’Europa.
Ai nostri lettori viaggiatori cosa consiglieresti?
Di non farsi mai mancare della buona musica come faccio io.
(16/06/2014)