Mercoledì 4 Dicembre 2024 - Anno XXII

Russia: i grandi laghi e San Pietroburgo

San Pietroburgo

Si chiude il servizio dell’inviata di Mondointasca alla scoperta della Russia imperiale: Mosca, la via degli zar, i grandi canali, le città storiche e i villaggi, le chiese e i monasteri e, infine, la stupenda San Pietroburgo con l’immancabile visita all’Hermitage

San Pietroburgo nieva science academy
San Pietroburgo, la città costruita sul delta della Nieva

Ultima tappa San Pietroburgo. Qui si conclude questo servizio e il nostro viaggio alla scoperta di un pezzo di Russia a bordo della nave Rachmaninov.
Al risveglio, la nostra Rachmaninov sta navigando sul lago Bianco, nella Russia europea, con una superficie di 1290 chilometri quadrati. Facciamo colazione davanti ai riflessi delicati delle acque, con musica di sottofondo, poi lezione di lingua russa al ponte superiore. Verso le 11.30 approdiamo a Goritzy. Con il bus passiamo lungo un parco nazionale popolato da orsi, simbolo della Russia. In questa cittadina Ivan Il terribile spedì due delle sue mogli, in un monastero femminile. Noi andiamo ad esplorare quello maschile: il Monastero di San Cirillo, attorno al quale si è sviluppata l’omonima cittadina con casette di legno a due piani (Caterina diede l’ordine di non costruire palazzi alti per non precludere la vista al monastero). Una volta ammirata l’iconostasi e gli affreschi del XVII secolo ci reimbarchiamo in direzione dei grandi laghi della Carelia, verso il lago Onega che ha una superficie di circa 9.610 km²; una vasta rete di canali che lo mettono in comunicazione con vari bacini sia marini che lacustri.

Nel cuore della Carelia a lezione da Lenin
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Mandroga, iol villaggio con le tipiche case in legno (isba)

In serata ripartiamo per Mandroga navigando lungo il fiume Svir che collega i laghi Ladoga e Onega. Attraversiamo il cuore della Carelia, tra paesaggi di grande bellezza. Il direttore di crociera ci offre la sua ultima lezione di storia, da Lenin a ciò che sta accadendo ora in Ucraina. A bordo ci sono diversi membri dell’equipaggio ucraini. Mentre le loro case sono sotto i bombardamenti, loro sono qui a lavorare con grande professionalità: istintivamente sentiamo una grande forma di rispetto per queste persone che, nonostante abbiano la preoccupazione nel cuore, continuano a trasmettere serenità ai turisti in crociera.
Sbarchiamo a Mandroga, un villaggio di tipiche “isba” (case contadine) costruite con tronchi di albero. La sera, alla cena di fine crociera, il comandante della Rachmaninov, Jurij Mikailovich, fa con ognuno di noi un bellissimo brindisi augurale: che Dio vi sia accanto qualunque cosa facciate. È davvero pervaso di fede questo grande Paese ricco di chiese e monasteri sopravvissuti al comunismo.

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La piccola isola di Kiji e la grande chiesa della Trasfigurazione
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Il monastero di San Cirillo

Cenare con il cielo bianco e il sole ancora alto è davvero particolare. È difficile decidere se restare a tavola a godersi pelmeni (in Russia i pelmeni hanno la stessa importanza e la stessa popolarità dei tortellini in Italia) e manzo allo Stroganoff o tornare sul ponte a fotografare l’uscita dal lago Bianco e l’ingresso nel canale del Volga, con evidente differenza nei colori dell’acqua. Il tempo è dalla nostra parte, fa caldo e i colori del tramonto sono incantevoli. La mattina dopo attraversiamo il lago Onega ed arriviamo sulla piccola isola di Kiji, patrimonio Unesco. Troviamo chiese molto grandi perché costruite con i soldi dei contadini, desiderosi di vedere l’opera dalle finestre delle loro case ma anche dalle isole vicine (dato che non hanno chiese).
Impressionante è un particolare: la grande chiesa della Trasfigurazione è fatta senza chiodi. È un gioiello dell’architettura in legno del XVIII secolo conservata benissimo.
Un campanaro che dall’Ucraina ha deciso di venire a vivere qui con la sua famiglia ci dona qualche momento della sua arte mentre le note volano sull’acqua.

La europea San Pietroburgo voluta da Pietro Il Grande

Gli ultimi due giorni, con la nave ferma nel porto di San Pietroburgo, esploriamo la città fondata in un posto strategico, nel delta della Nieva, dallo zar Pietro Il Grande (era alto due metri, nonostante il suo 38 di piedi) per proteggere lo sbocco a nord. Lo zar voleva una città in stile europeo e quindi, oltre a chiamare architetti e artisti europei, istituì una sorta di dazio: chiunque arrivava qui doveva portare una quantità di pietra per costruire le case.
Elisabetta I diede poi alla città lo stile barocco. San Pietroburgo è costellata di opere dell’architetto italiano Bartolomeo Francesco Rastrelli. I sanpietroburghesi dicono che le sue costruzioni sono bianche e azzurre perché era innamorato degli occhi azzurri della zarina.

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La città, i suoi canali e l’immancabile visita all’Hermitage
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Il Palazzo dell’Hermitage

Visita obbligatoria all’Hermitage: non si può non andare, ma con la consapevolezza che non basterebbe un mese per goderselo in pieno. Tre milioni di opere d’arte, di cui 60mila esposte, divise in sei edifici: il Palazzo d’Inverno realizzato dall’architetto Bartolomeo Francesco Rastrelli, il Piccolo Ermitage (architetti Yuri Velten e Jean-Baptiste Vallin de la Mothe), il Vecchio Ermitage (Yuri Velten), il Nuovo Ermitage (architetto Leo von Klenze), il Teatro dell’Ermitage (architetto Giacomo Quarenghi) più Palazzo Menshikov, una succursale dell’Hermitage.
Come ha scritto il suo direttore, Michail Piotrovskij, il dato importante è che dopo la prima volta, la gente ci ritorna una seconda ed anche una terza perché sa di aver lasciato in sospeso qualcosa di molto importante da vivere. Dopo una giornata di arte piena, Andrea Carraro (responsabile della Giver) ci porta a cena in un ristorante divino: Tsar, in Sadovaya st. dove ci abbandoniamo all’esplorazione della cucina russa di alta qualità (e scopriamo anche i dolci nati sotto i vari zar). L’ultimo giorno ci dedichiamo ad esplorare San Pietroburgo lungo i suoi canali: ha 22 ponti, tredici dei quali si aprono per far passare le navi.
Infine, cullati dalla nostra Rachmaninov, ci addormentiamo davanti alle luci di San Pietroburgo. Domani lasceremo la nave che per dieci giorni è stata la nostra casa: si ritorna in Italia.

Gli articoli del reportage:

Itinerario 1/ Mosca: crociera lungo la Via degli zar
Itinerario 2/ Viaggio in Russia. Le città dell’Anello d’OroI
tinerario 3/ Russia: i grandi laghi e San Pietroburgo

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