Vigne e ulivi nella terra rossa, muretti a secco e fichi d’India: e su tutto fiotti di sole mediterraneo. È il paesaggio inconfondibilmente pugliese, riconoscibile anche da parte dell’occhio meno esperto. Anche il Sud-est barese non sfugge a questa iconografia tipica. Il suo territorio si estende dal mare Adriatico fino alle Premurge, con uliveti, alberi di mandorle e ciliegie, posto tra due famose Lame o canaloni, la Lama di San Giorgio e la Lama Giotta, autentici corridoi di biodiversità.
Da qui la ricchezza d’acqua che scorre nei canaloni e irriga la terra. Anche se in alcuni periodi dell’anno questa terra carsica assorbe ogni goccia e appare arida e secca. Pozzi e cisterne servono allora a conservare grandi riserve idriche necessarie alle coltivazioni.
I tesori della terra barese sono molti: ogni genere di ortaggi, olive da tavola e da olio, foraggi per ricchi allevamenti di mucche da latte, una splendida uva da tavola bianca e nera che arriva ai mercati internazionali.
La ricchezza barese arriva ancora dalla terra
Le masserie punteggiano il territorio, un tempo vere comunità autosufficienti, oggi strutture utilizzate come punto di appoggio per le grandi tenute, o centri didattici, o trasformate in raffinati resort, o ristrutturate per diventare centri di servizi sociali, utili a dare opportunità di lavoro.
Il GAL del Sud-est barese, o Gruppo di Azione Locale, nato nel 2010, contribuisce a preservare e valorizzare il territorio nelle sue specificità, agricola, sociale e culturale, e a promuovere l’economia rurale. Anche per favorire l’impegno dei giovani a rimanere sulla loro terra.
Una terra che comprende sei piccole cittadine ognuna con la sua tipicità: Conversano, Mola di Bari, Noicattaro, Rutigliano, Casamassima, Acquaviva delle Fonti. Adatte ad un turismo slow, fatto di passeggiate, anche in bicicletta e a cavallo, soste gastronomiche, visite alle masserie. Per chi vuole, poi, a pochi chilometri, sono disponibili le attrazioni famose di Bari, Alberobello, Castellana Grotte, Polignano.
Paradiso del palato
Anche il Sud-est barese, come tutta la Puglia, è un paradiso per la gastronomia. Il progetto Corto Circuito dei contadini invita proprio ad apprezzare sul posto i prodotti locali più autentici, cucinati secondo le ricette della tradizione. Fiore all’occhiello è il presidio Slow Food della cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti: particolarmente dolce, pesante in media 800 grammi, si riconosce per la sua forma piatta e il colore rosso magenta. Ricca di sali minerali, oligoelementi come zolfo, ferro, potassio, magnesio, fluoro, ha numerose proprietà nutritive e salutistiche (info: www.cipolladiacquaviva.it, www.consorziotipichepuglia.it).
Le donne di Acquaviva insegnano le ricette tradizionali, i calzoni alla cipolla, la crema di cipolle, gli anelli di cipolla pastellati e fritti. Ma il pasticciere Eustachio Sapone ha inventato altre mille variazioni sul tema, fino all’originale panettone alla cipolla (info: www.dolceriasapone.it).
Nella masseria Dell’Edera di Rutigliano si gusta una squisita uva da tavola esportata ampiamente all’estero, che poi si trasforma in succo d’uva dissetante, in marmellata di uva e zenzero per accompagnare caciocavalli stagionati, in gelatina d’uva per le classiche crostate. Uva che subentra a settembre alle squisite ciliegie rosse di Conversano, che si raccolgono tra maggio e giugno. Le olive che un tempo erano molite nei trappeti o frantoi sotterranei, per fare olio lampante da spedire in tutta Europa, oggi vengono i utilizzate per un ottimo olio extravergine, ma anche per gustosi antipasti insieme con le mandorle IGP di Turitto.
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