“Il mondo è un libro e chi non viaggia conosce solo la prima pagina”, aforisma attribuito a Sant’Agostino. Oggi se la tecnologia ha metaforicamente ridotto le dimensioni della sfera terrestre, i mezzi a disposizione per spostarsi rapidamente sono aumentati. Tutto è più vicino. Ma cosa distingue il turista dal viaggiatore? Secondo Mike Soppelsa, autore di “Visto Viaggiare”, il turista è portato a scegliere la comodità e i mezzi veloci per spostarsi perdendosi l’essenza del viaggio. Egli costiene che “Il turista sa che la sua vita cambierà durante il suo viaggio. Il viaggiatore sa che il suo viaggio cambierà la sua vita. Per sempre”. Infatti, per tornare da Singapore in Italia, Mike Soppelsa invece di un comodo aereo, dove sarebbe stato seduto per alcune ore, ha deciso di non staccarsi da terra e impiegare otto mesi viaggiando a piedi, in autostop e in treno attraversando l’Asia lungo la Via della Seta. Vi proponiamo alcuni brani del suo diario di viaggio che è diventato un libro, proposto dalle Edizioni DBS Zanetti.
Si parte
Kuala Lumpur
Malesia Agosto 2013,
13° giorno di viaggio
Finalmente questo progetto comincia a prendere forma. Un viaggio di ritorno da Singapore alle Dolomiti bellunesi, viaggiando esclusivamente via terra, senza alcun volo, avvalendomi di soli mezzi di trasporto terrestri. Dopo aver lavorato cinque mesi in una fattoria australiana, nelle vicinanze di Perth, ho deciso di non tornare a casa nella maniera che al giorno d’oggi è diventata la più convenzionale. Voglio vedere da vicino tutti quei posti che già più di una volta ho sorvolato.
Rinuncio al volo che avevo già comprato prima di partire dall’Italia; rinuncio alle hostess che coccolano e viziano i loro passeggeri; ai pasti pronti, alla fretta, alla comodità di poter chiamare casa e dire “guarda che domani arrivo”. È già da un po’ di anni che viaggio, comincio a sentirmi un viaggiatore e un vero viaggiatore disprezza le comodità.
In questi giorni a Kuala Lumpur ho ottenuto il visto cinese ed ho raccolto informazioni su come ottenere tutti gli altri visti.
Ho dovuto lottare non poco per ottenere il visto cinese. Il funzionario, che stava allo sportello del consolato, continuava a chiedermi i biglietti aerei di entrata e uscita dalla Cina ed io continuavo a dire che, con il loro permesso, avrei voluto entrare ed uscire via terra.
Il funzionario non era per niente convinto che sarebbe stato possibile, così mi ha fissato un appuntamento per il giorno dopo. Alle dieci del mattino avrei dovuto parlare con il console in persona. Quella sera mi sono informato, ho stampato mappe e stralci di guide di viaggio. Il giorno dopo ho incontrato il console, o meglio la console. Era una donna acida e austera. Ho dovuto dimostrare a una cinese che la Cina confina con il Vietnam e con il Kirghizistan e che questi Paesi hanno delle dogane che gli stranieri possono attraversare. Ho dovuto dimostrare, per giunta, che la Cina ha un sistema ferroviario in grado di portarmi da una parte all’altra del Paese, da Hokuk a Kashgar.