Sabato 4 Maggio 2024 - Anno XXII

Piste incrociate, diario dal Nordafrica

Quella del deserto è una civiltà viva, povera di tecnologia e raccontata a voce. Il libro di Emilio Borelli, edito da Polaris, è una raccolta di appunti, un compendio di riflessioni esistenziali e spirituali. Riportiamo il capitolo che dà il titolo al libro “Piste incrociate”

Deserto Algeria
Deserto Algeria

Seguendo i sentieri abitualmente battuti dalle capre non ci eravamo curati troppo di tutta quella serie di vere e proprie muraglie che marcano queste alture. Muraglie o in qualche caso vere e proprie opere viarie, terrazzamenti e terrapieni sopraelevati rispetto al terreno naturale, dipanantisi lungo i crinali e giù per le valli, senza apparente soluzione di continuità.
E anche il nostro amico, complice la nostra presenza un tantino disinvolta, non aveva dato importanza a quello che su quella montagna è un caposaldo irrinunciabile: il rispetto dei limiti del proprio areale.
Il pastore che di lì a poco ci raggiunse, arrancando vistosamente a causa di un braccio ingessato sostenuto da un tutore improvvisato con un guthra, fu estremamente formale e severo con il cugino – l’avremmo compreso approfondendo la conoscenza della storia di quella montagna: in pratica nei secoli vi si sono avvicendate colonie di ribelli, ribelli a Roma, al potere centrale di Algeri, alla dominazione turca, al Bey  (gli amministratori locali della periferia dell’impero Ottomano, rispondevano a loro volta al Dey, il reggente), i superstiti attuali di questi abitatori sono più o meno alla lontana ma tra di sé tutti parenti – a poco valse come scusante la presenza di due gharib, stranieri, anzi, il nostro subì l’umiliazione di una bella reprimenda.

Rupi color arancio, Nordafrica
Rupi color arancio, Nordafrica

L’impressione fu ancora più particolare, ci sentimmo nella situazione dell’intruso che attraversa un territorio altrui, non da ospite, è la dimensione del pedaggio che è dovuto per essere tollerati, è il pedaggio che è dovuto perché comunque indebolisce, non mette in condizione di inferiorità il visitatore, gli ricorda ch’è in casa d’altri. Non vi è disonore nel pagare il pedaggio.
Nel nostro caso non vi è da pagare altro che una severa rampogna al nostro amico.
Questi luoghi ti mettono in discussione di continuo, è un esercizio che pian piano riapre dei cassetti dimenticati negli angoli più remoti della nostra coscienza, piccoli scrigni dai quali ripeschiamo – quasi d’istinto – folgoranti brandelli di una consapevolezza comune.
Da lassù godevamo di un colpo d’occhio sulle vicine vallate che era assolutamente vantaggioso, valeva ben la pena di qualche rimbrotto, indicai la falesia color arancio che pareva una ferita della montagna, le pareti grigie di arenaria, patinate di muschi e licheni , al sotto roccia rivelano una pelle di tutt’altra natura, un rosso ematite fa immaginare da chilometri di distanza le impressionanti tavolozze di cui disponevano i più antichi abitatori di queste regioni, e fantasia e curiosità hanno gambe assai più leste delle nostre.

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Gregge di pecore
Gregge di pecore

Il pastore assentiva con cenni del capo, Mourad voleva improntare un percorso più a destra per giungere alla falesia da nord, il cugino invece rimarcando la propria autorevolezza sulla morfologia della regione insisté perché affrontassimo direttamente “…..mudarra j, min  hunāk! là-bas”, una sorta di naturale gradonata della montagna che ci stava di fronte, “giungerete più facilmente alla falesia, dopo” ci disse, mischiando espressioni in francese e chelha  (per definizione la lingua dei berberi delle montagne dell’Atlas, ma diffuso anche su monti che determinano la grande piana del Jeffara) in quell’idioma dei viaggiatori e mercanti che in queste regioni in altri tempi prendeva il nome di sabir “potrete salire alla vecchia città” .
Ma quale vecchia città poteva mai esserci su questa montagna di gente frugale, rocce aspre colonizzate da disperse e povere costruzioni di lastre di pietra posate a secco con tetti di stuoie e frasche che a malapena potevano ricordare il pur elementare aggregato di un douar?!

(08/05/2015)

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