Saranno circa un migliaio tra volontari (600) e volontari delle associazioni (400) i figuranti della Storica Parata dei Turchi, in programma a Potenza la sera del 29 maggio, nell’ambito dei festeggiamenti per San Gerardo, Santo Patrono del capoluogo lucano. I dettagli della Parata sono stati illustrati in una conferenza stampa dal sindaco, Dario De Luca, e dai componenti del Comitato scientifico.
Durante la Parata, i figuranti indosseranno circa 500 vestiti offerti da artigiani e sarte della città di Potenza, altri saranno “prestati” dal Comune di Brindisi di Montagna (Potenza) che li utilizza per le rappresentazioni nel Parco della Grancia.
Le motivazioni che sono all’origine dei festeggiamenti della Parata dei Turchi sono incerte. Alcune tesi sostengono che la manifestazione risalga all’invasione di Potenza del 29 maggio da parte dei Turchi. Altri sostengono invece che la Parata sia in onore di Gerardo la Porta, già vescovo di Piacenza, venerato come un santo dopo aver contrastato la diffusione dell’eresia Catara. Altre teorie fanno risalire la ricorrenza popolare ai festeggiamenti per la liberazione del re di Francia Ludovico, tenuto prigioniero dai Saraceni. Infine le ultime tesi considerano la Parata dei Turchi una rievocazione di festeggiamenti militari.
Potenza invasa dai Turchi
In origine la “Parata dei Turchi” era celebrata l’11 maggio, ma a causa delle avversità climatiche venne posticipata alla data del 29 maggio. La vulgata cittadina fa risalire la rappresentazione allegorica del 29 maggio alla pretesa invasione di Potenza da parte di un esercito turco, il quale avrebbe risalito il fiume Basento fino al capoluogo. I cittadini, impotenti dinanzi all’organizzazione militare degli invasori, si sarebbero rivolti così al vescovo, Gerardo La Porta, e questi, invocando una schiera di angeli guerrieri, avrebbe compiuto il miracolo di liberare la città dai suoi nemici. Appare tuttavia improbabile che, in tempi geologicamente recenti, il fiume Basento sia stato navigabile, inoltre non è storicamente riscontrata un’invasione turca riconducibile al periodo di S. Gerardo la Porta.
Gerardo la Porta sconfigge l’eresia Catara
È più credibile, invece, che Gerardo la Porta, già vescovo di Piacenza, abbia cominciato a essere venerato come santo protettore della città, dopo esservi stato mandato dalla Santa Sede per contrastare la diffusione dell’eresia Catara. Difatti, è certo che i Catari, nei primi decenni del XII secolo, estendessero le ultime propaggini nel sud Italia (pur avendo le loro maggiori comunità nel nord Italia e Oltralpe). Vi sono tracce storiche nel dialetto potentino che dimostrano una forte immigrazione, nel tardo Medioevo, di gruppi provenienti dal nord Italia e dalla Mitteleuropa. È plausibile che le comunità catare, le quali assumevano la forma di forti e influenti clan religiosi, abbiano incontrato l’opposizione delle gerarchie cattoliche ortodosse, e che Gerardo la Porta abbia ingaggiato con loro uno scontro politico, fino al neutralizzarne l’influenza presso la borghesia cittadina. Da allora, probabilmente, la cittadinanza conservò con devozione la memoria del “liberatore”, attribuendo col tempo ai “Turchi”, il nemico per antonomasia delle popolazioni meridionali dei secoli successivi, il burrascoso evento e trasformandolo in una fantasiosa invasione armata.