Gli amanti dell’arte avranno modo di apprezzare i 30 paesi e le 4 comunità montane adagiate sulle pendici dei Monti Picentini. Tra colline, flora lussureggiante, grotte di notevole bellezza appaiono come affreschi gli antichi borghi picentini: Borgo Serpico, Montella, Nusco, Castelvetere sul Calore, Borgo Serpico, Atripalda, Serino, Solofra per citarne alcuni. Visitare uno di questi paesi significa gustare la bellezza di un luogo che ha conservato le proprie radici nel tempo, che ha preservato le usanze che si sono tramandate di padre in figlio.Gli amanti dell’arte avranno modo di apprezzare i 30 paesi e le 4 comunità montane adagiate sulle pendici dei Monti Picentini.
Un territorio disseminato di Chiese e Abazie
Molto significativa è la presenza di monasteri, chiese e altri luoghi sacri della fede cristiana come l’Abbazia del Goleto a sant’Angelo dei Lombardi, un tempo luogo di ritiro di santi ed eremiti. A Nusco, la Cattedrale di Sant’ Amato, risalente al XVI secolo presenta un’imponente facciata realizzata in pietra locale. L’interno, a tre navate, custodisce un pulpito ligneo del 1630 con pregevoli bassorilievi. Nell’Abbazia di Fontigliano, un santuario campestre fondato in epoca longobarda, di grandissimo interesse storico è l’Archivio della Curia Vescovile. Ad Atripalda, nel sito archeologico preistorico si trova la collegiata di San Ippolisto con una facciata a tre portali, il prezioso altare maggiore in stile barocco e il Chiostro S. Maria della Purità del XVIII secolo.
Altre Chiese che meritano di essere visitate per la loro bellezza architettonica sono la Chiesa di S. Maria delle Grazie, l’Eremo di S. Michele, il Monastero di San Sebastiano, il Convento Agostiniano, il complesso di Santa Maria della Neve, il Santuario del SS. Salvatore, il Convento di S. Francesco, la Chiesa dei SS. Nomi di Gesù e Maria, la Collegiata di San Michele Arcangelo, la Chiesa di S. Domenico, la Cattedrale di S. Maria Assunta e la Chiesa del Purgatorio.
Ma nel Parco Regionale dei Monti Picentino non troviamo solo chiese ed abbazie. Passeggiando nei centri storici di questi borghi è possibile ammirarne anche l’architettura urbana: case con balconi in ferro battuto, portali in pietra, castelli, stemmi nobiliari, edicole votive, logge, androni con cisterne, archi piazzette e palazzi gentilizi.
Gastronomia: formaggi e salumi tipici
Questa parte della Campania, “l’altra Campania”, è una terra antica. I profili dei crinali e delle colline, i boschi, i borghi, hanno attraversato quasi immutati il corso dei secoli. E immutati sono rimasti anche i sapori, non molto diversi da quelli di un tempo: il sapore del pane, quello dell’olio, quello del cacio. La gastronomia con i profumi e sapori dei Picentini affondano le loro radici in una terra che, anche in un passato di grande povertà, ha sempre offerto la possibilità di una cucina semplice e allo stesso tempo ricca e variegata. I prodotti tipici della zona sono tanti e, come i paesaggi straordinari del Parco i suoi cibi tipici vanno gustati ed assaporati con lentezza. Fra i più gustosi e rinomati prodotti della gastronomia irpina troviamo il caciocavallo podolico, che accompagnato dalle soppressate tipiche del luogo acquista un sapore eccellente; ottimo anche l’abbinamento con il miele di castagno, ed ancora le carni di vitellone bianco IGP dell’Appennino meridionale, la mozzarella di bufala campana, prodotta sul versante salernitano del Parco, fatta con il latte locale presso i numerosi caseifici presenti sul territorio, e prodotti meno noti ma sempre più apprezzati e ricercati, come il fiordilatte dell’Appennino meridionale, i formaggi di pecora, il casu musciu (formaggio a pasta molle di consistenza simile allo stracchino), la ricotta, fresca o mantecata, i formaggi aromatizzati al tartufo ed il fiordilatte di pecora.
I gioielli della terra campana
Per quanto riguarda i prodotti agricoli che completano l’offerta gastronomica i più noti sono l’olio extravergine d’oliva DOP Colline Salernitane, la castagna di Montella IGP, la castagna DOP di Serino, la nocciola di Giffoni IGP, la mela annurca campana IGP, la pera spadona estiva, coltivata sui terreni collinari orientali dei Monti Picentini e i paccheri (pasta fatta a mano). E, ancora, i funghi porcini, il tartufo nero di Bagnoli, diffuso su buona parte della dorsale dei Monti Picentini, la patata banzanese, la cipolla ramata di Montoro, i carciofi, le ciliege e le “castagne del prete”, prodotto dolciario ottenuto dalla sapiente lavorazione artigianale delle castagne di Montella e di Serino.
Il vino fa buon sangue
Alla gastronomia e al buon mangiare bisogna abbinare sempre un buon bicchiere di vino. Sono numerosi i territori all’interno del parco famosi per la coltivazione di uve da vino pregiato. Di grande rilievo la produzione dell’aglianico, vino D.O.C. e I.G.T. di grande qualità e riconosciuto come uno dei migliori d’Italia e del mondo. Appartengono alla Doc Fiano di Avellino i comuni di Santo Stefano del Sole, Sorbo Serpico e Santa Lucia di Serino, mentre alla Docg Taurasi quelli di Castelvetere sul Calore, Montemarano, San Mango sul Calore. I rossi predominano nel panorama delle produzioni locali, vini di grande carattere si associano meravigliosamente ai formaggi invecchiati, come il pecorino bagnolese, la cacciagione e le carni rosse. Primo tra i rossi il Taurasi D.O.C.G.; da segnalare anche il rosso IGT Colli di Salerno. Tutti i prodotti agroalimentari di questa zona sono eccellenti grazie ad un tipo di coltivazione e allevamento praticati in maniera semplice e genuina che permette di ottenere prodotti tipici dalle qualità straordinarie come il mallone, una specialità contadina di Montoro Superiore, risultato di una trentina di erbe selvatiche che crescono sulle pendici delle montagne che circondano il Parco.
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Prima parte: Alla Scoperta del Parco Regionale dei Monti Picentini