Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Monti Dauni, la Puglia che non ti aspetti

Nell’immaginario collettivo la Puglia significa mare cristallino, baie incantevoli e spiagge dorate. Ma la Puglia non è solo questo. La Puglia ha anche i suoi tesori nascosti: monumenti, abbazie, ipogei affrescati e santuari come quelli che si incontrano nell’entroterra garganico

Monti Dauni Sub-Appennino-Dauno
Sub-Appennino Dauno

Tutto l’entroterra garganico è un mondo di colli e borghi che si elevano al margine di quella piana sconfinata che è il Tavoliere foggiano. Panorami con dolci paesaggi che si contrappongono a rigogliose foreste di querce e faggi. I borghi che si incontrano sembrano adagiati sui rilievi come incantevoli presepi. Romantici paesi dalle case in pietra.
Qui la bellezza della natura incontaminata si sposa con la presenza di centri ricchi di storia e con la quiete delle antiche atmosfere paesane. Andiamo a scoprire destinazioni lontani dal turismo di massa, rispetto al resto della Puglia. Luoghi che custodiscono una straordinaria varietà di colori trasferendo naturali emozioni.

Monti Dauni: un itinerario nella storia

Monti Dauni Ascoli Satriano, centro storico e vecchio ospedale, foto di Mimmo Torrese
Ascoli Satriano, centro storico e vecchio ospedale, foto di Mimmo Torrese

Quello dei Monti Dauni è un itinerario poco conosciuto ma che sorprenderà. Di borgo in borgo, son o evidenti le tracce che mostrano la presenza di un antico popolo, i Dauni. Non mancano resti della presenza di Roma oltre ai segni lasciati da Bizantini, Normanni e Svevi; e ancora da Templari e Crociati, Angioini e Aragonesi, pastori e briganti.

Un percorso storico-culturale che non può che iniziare dai siti archeologici e dai musei. Strutture che conservano piccole collezioni di reperti e testimonianze del passato rintracciabili quasi ogni borgo. Ma oltre ai siti e ai musei tutto il territorio dei Monti Dauni è un museo a cielo aperto. Ci sono i ponti romani lungo le antiche vie di comunicazione; i ruderi di borghi ormai scomparsi che sembrano sculture all’aperto immerse in un paesaggio integro.

Lucera, la colonia romana preferita di Federico II

Lucera, Fortezza Svevo-Angioina
Lucera, Fortezza Svevo-Angioina

Partendo da Foggia la prima cittadina che si incontra è Lucera. Una colonia romana sin dalle guerre sannitiche. È stata tra le residenze preferite da Federico II. Posta su tre colli da cui domina la piana del Tavoliere è stata scenario di importanti avvenimenti storici. Il territorio che la circonda è ricco di vigneti, uliveti e vaste distese di grano, puntellate da masserie. Qui si riscopriranno i sapori della tradizione e la genuinità dei cibi.

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Il borgo antico, caratterizzato dall’intricato assetto urbanistico saraceno, custodisce tra vicoli e viuzze splendidi monumenti. Troviamo la bella basilica cattedrale di Santa Maria Assunta, eretta per volere di Carlo II d’Angiò; il Museo di Archeologia Urbana; l’Anfiteatro Romano con due magnifici portali in pietra e una scenografica scalinata di accesso all’arena; la Fortezza Svevo-Angioina; Piazza del Duomo; il Museo Civico Fiorelli e il Museo Diocesano ospitato nel settecentesco Palazzo Vescovile; e ancora la Chiesa Santuario di San Francesco d’Assise, la Chiesa di San Domenico, la Chiesa di Sant’Antonio Abate e la Chiesa e Convento del Carmine.

Faeto, un paese incorniciato dai boschi

Monti Dauni Faeto
Faeto

Splendidi boschi fanno da cornice a Faeto. Adagiato sul fianco orientale del Monte Perazzoni, dai suoi 866 metri di altezza domina il Tavoliere, offrendo panorami unici che abbracciano il Golfo di Manfredonia e il Promontorio del Gargano. I dintorni del paese sono caratterizzati da sterminate distese di faggi, da cui il nome Faeto. Il paese si raccoglie intorno a stradine e vicoletti tortuosi che si snodano attorno alla Chiesa Madre del SS. Salvatore.
Per gli amanti della natura, Faeto offre, per più di 150 ettari, faggi, querce, cerri e latifoglie. Suggestive le sorgenti di acque minerali dalle rinomate proprietà diuretiche e curative. I numerosi i mulini diffusi sul territorio sottolineano l’importanza dell’acqua, sia da un punto di vista agricolo ma anche dal punto di vista economico e turistico.

Diversi i siti di rilevanza artistico-culturale: la chiesa Madre del Santissimo, costruita nel 1570 utilizzando il materiale dell’antico Castello, il suggestivo Belvedere e la Casa del Capitano (XV/XVI sec.) dove ha sede il Museo Etnografico per fare un viaggio alla scoperta della società rurale di un tempo attraverso numerose testimonianze storico-culturali.

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Roseto Valfortore, il “Borgo degli Scalpellini”

Roseto Valfortore, alcuni dei bassorilievi scolpiti dagli Scalpellini
Roseto Valfortore, alcuni dei bassorilievi scolpiti dagli Scalpellini

Proseguendo l’itinerario lungo l’Appennino Dauno settentrionale si incontra Roseto Valfortore.  A guardia della Valle del Fortore ed immerso nel Bosco Vetruscelli, habitat di rose selvatiche ed orchidee, è meta di escursioni verso antichi mulini ad acqua. E’ chiamato anche “Borgo degli Scalpellini” per i bei portali e bassorilievi in pietra locale scolpiti da artisti del luogo. Roseto Valfortore sorge sul pendio che scende nella valle del fiume Fortore, situato ad est del centro urbano.

Di notevole interesse, la Chiesa Madre Santa Maria Assunta, la Chiesa ed Oratorio di San Filippo Neri che ha al suo lato l’Arco della Terra, l’ingresso principale al Borgo antico, l’eco-museo O.SE.AP, il Palazzo del Marchese con il suo imponente torrione circolare, le fontane, la Casa dell’Artigiano dove potrete scoprire gli strumenti dell’artigianato ottocentesco e l’Antico Forno a paglia ancora funzionante. Roseto Valfortore fa parte dei Borghi più belli d’Italia.

Seconda puntata: “Tra storia e antiche rovine nell’entroterra pugliese

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