È stata descritta come un vero e proprio viaggio, grandioso e complesso, in cui l’antico dialoga con il moderno, la natura, l’archeologia. È la mostra ‘Pompei e l’Europa 1748-1943’, inaugurata a Pompei dal ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini e che sarà visitabile dal 27 maggio fino al 2 novembre prossimo nel Museo archeologico di Napoli e nell’anfiteatro di Pompei, con il patrocinio di Expo Milano 2015. La mostra intende analizzare, attraverso diversi focus, la suggestione operata dal sito di Pompei sugli artisti, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 1943. Il confronto fra reperti antichi e opere moderne rende esplicita l’influenza della classicità sugli sviluppi dell’arte e dell’estetica moderna, fra emulazione e reinterpretazione.
Nel salone della Meridiana del Museo archeologico di Napoli sono esposte 200 opere d’arte, provenienti da musei italiani e stranieri.
Nell’anfiteatro di Pompei, sotto una piramide alta circa dodici metri, realizzata quasi interamente in legno e metallo, in cui si trova una meridiana con il raggio solare che penetra nella piramide è stata allestita la sezione ‘Rapiti alla morte’, curata da Adele Lagi, Ernesto De Carolis e Grete Stefan, con l’esposizione di 20 calchi, su un patrimonio di 86, testimonianza di quanto avvenuto nei giorni dell’eruzione del 79 d.C. E’ il cuore della mostra “Pompei e l’Europa 1748-1943”, che si ricollega idealmente alla rassegna in programma al Museo archeologico nazionale di Napoli.
I corpi, che spiccano con un picco di vertigine, appaiono agonizzanti nel vuoto, puntellati da perni scuri che sembrano mimetizzarsi con la piattaforma espositiva ribassata, come fosse una voragine sulla storia che si spalanca davanti agli occhi del pubblico. E ancora una selezione di scatti: foto che parlano del sito archeologico dell’area vesuviana.