Lo Stambecco delle Alpi è uno dei “Big Five”, le cinque specie carismatiche presenti nel Parco dell’Adamello, insieme a Orso bruno, Aquila reale, Camoscio, Cervo che si dovranno contendere il titolo nel prossimo futuro con alcune altre importanti specie che stanno facendo capolino ai confini del Parco, come il Lupo, la Lince e il Gipeto. Perfettamente adattato all’ambiente alpino e alto-alpino, lo stambecco è legato agli ambienti rocciosi e alle praterie di alta quota. Anche d’inverno, scende raramente nella foresta. Ricerca infatti i versanti più soleggiati e con forti pendenze.
La presenza dello Stambecco delle Alpi è potenzialmente un forte attrattore turistico (escursionistico-naturalistico). Inoltre, grazie all’imponente lavoro condotto su scala alpina che ha permesso di far passare la popolazione da meno dei 100 animali dell’inizio dell’Ottocento agli attuali 50 mila, rappresenta un’icona della conservazione della natura su scala internazionale, seppur ancora oggi la distribuzione della specie è frammentata e la variabilità genetica contenuta e preoccupante.
Lo stambecco nel parco dell’Adamello
I settori del Parco dell’Adamello nei quali è più facile osservare lo Stambecco sono la Val Malga di Sonico, nel settore lombardo dell’Adamello, dove è presente tutto l’anno, le Valli Salarno e Adamè di Saviore dell’Adamello e il comprensorio della Conca del Volano e della Val Zumella tra Paspardo (BS) e Cimbergo (BS), nella media Valle Camonica.
Oggi il turismo naturalistico è un fenomeno in costante crescita in tutto il Pianeta, con un incremento annuale del 3%, nonostante l’attuale periodo di crisi. Si tratta di un’attività che non necessita di grandi alberghi e grandi infrastrutture ma ruota attorno alla presenza di animali selvatici osservabili in natura e di paesaggi naturali.
Leggi anche: