Castelli, ma anche i musei e i siti archeologici. Aperti ogni sabato dalle 20 alle 23. E’ l’offerta estiva di “Puglia Open Days”, il cartellone culturale promosso dalla Regione che da sabato 4 luglio a sabato 26 settembre spalancherà le porte di oltre 280 beni sparsi su tutto il territorio, dal Gargano al Salento passando per la Murgia. Tremila500 appuntamenti, tutti a ingresso gratuito e con visite guidate in italiano e in inglese, che consentiranno ai turisti, ma non solo, di conoscere le bellezze e i tesori nascosti della regione. Nel dettaglio, sono visitabili 108 centri storici, 96 beni ecclesiastici tra abbazie, santuari, basiliche, chiese e cattedrali, 63 musei e pinacoteche, 25 castelli, 20 palazzi e dimore storiche, 27 aree parchi e siti archeologici, 7 siti ipogei, 3 ecomusei, 3 trabucchi, 4 teatri, 4 biblioteche, 1 sinagoga, 1 faro. Quello promosso da “Puglia Open Days” è un turismo di suggestioni e atmosfere, di percorsi didattici, di rivisitazioni di miti, in sei differenti aree culturali.
Museo Archeologico di Taranto
La Magna Grecia pugliese (con Murgia e Gravine), ricca di templi, tombe e acropoli, di eroi e divinità dal volto umano. La Puglia fu, per i colonizzatori ellenici, una delle “terre promesse” al di là del mare: anche allora c’era chi partiva per lasciarsi alle spalle povertà e guerre o per aprire nuovi mercati. Taranto, la Taras antica, fu fondata dagli Spartani nell’VIII secolo avanti Cristo: le testimonianze della sua storia sono conservate nel MARTA, uno dei più importanti istituti archeologici dell’Italia meridionale. Le aperture straordinarie del museo faranno viaggiare non solo attraverso la cultura funeraria e l’arte orafa greca, la scultura e la pittura parietale romana, ma anche attraverso la letteratura: ad agosto sono in programma reading di testi classici con attori italiani e stranieri. Altro percorso nella “Città dei due mari” è quello della Taranto sotterranea con le tombe a camera, la necropoli greca, l’ipogeo funerario paleocristiano di Palazzo delli Ponti. Fino alle due di notte rimarrà aperto il Castello Aragonese.
Salento e aree archeologiche
Tanta archeologia anche nella seconda area culturale di “Puglia Open Days, il Salento. A Brindisi, nel palazzo Granafei Nervegna, sarà possibile ammirare il capitello di una delle due colonne terminali della Via Appia, “regina viarum” che collegava Roma al porto di Brindisum, e in pieno centro cittadino, e l’area archeologica di San Pietro degli Schiavoni, dove negli anni Sessanta fu scoperta una grande insula romana. A Lecce, protagonista della manifestazione, sarà l’architettura barocca con l’apertura serale del Duomo e della Basilica di Santa Croce. Antica tradizione della città è l’arte della cartapesta: il suo museo, nel castello Carlo V, rimarrà aperto al pubblico ogni sabato sera. Anche patrimonio “immateriale” verrà valorizzato: saranno in funzione i laboratori di Pizzica e Taranta all’interno dell’ex Convento degli Agostiniani a Melpignano, centro salentino che ogni anno ospita la Notte della Taranta. Seguire le stelle come viandanti ma guidati da un astronomo. Ecco un’altra delle tante proposte della manifestazione: la Valle d’Itria e della Murgia dei Trulli.Viaggio indietro nel tempo è, invece, quello al Parco Archeologico di Egnazia, tra le rovine della città di Gnathia dei Messapi, popolo che visse tra Murgia e Salento dall’VIII secolo avanti Cristo in poi.
La Puglia imperiale
L’itinerario della Puglia Imperiale conduce attraverso chiese, borghi, castelli, misteri e leggende: sono i siti più significativi della Puglia di Federico II. Le visite serali saranno dedicate a Castel del Monte (Patrimonio Unesco dal 1996), al Castello svevo di Barletta e di Trani, alle cattedrali romaniche di San Nicola a Trani, di San Pietro a Bisceglie, di Santa Maria Assunta ad Andria, del Santo Sepolcro a Barletta, di San Sabino a Canosa. Nell’area del Gargano e dei Monti Dauni, oltre al patrimonio archeologico e artistico, andrà in scena la tradizione dei Trabucchi di Molinella, di San Lorenzo e di Porticello a Vieste. I trabucchi sono grandiose, antiche e complesse macchine da pesca. Secondo molti studiosi, fanno a pieno titolo parte del patrimonio archeologico del Basso Adriatico perché inventate dai Fenici ma negli ultimi anni valorizzate da Slowfood. A Bari saranno una quindicina i monumenti aperti: i teatri Petruzzelli e Margherita, i palazzi Fizzarotti e Simi, la Basilica, la Cattedrale, il Castello Svevo e le zone archeologiche di Santa Scolastica e di San Pietro, senza dimenticare la Pinacoteca della ex Provincia, il museo Civico e Diocesano e la casa natale del compositore Niccolò Piccinni. Un patrimonio che si mette in vetrina e che sarà arricchito dalla visita nel Faro di San Cataldo, luogo spesso molto desiderato ma poco conosciuto, e dalle escursioni negli ipogei di Carbonara.