Barcellona è una città affascinante, ma mamma mia che prezzi! Non c’è pietra o mattone messo in piedi da Gaudì che l’ingresso non costi una ventina di euro a testa. Per avere riduzioni significative devi essere o un infante in fasce o il nonno di Matusalemme. Gaudì resta un genio indiscusso, ma possibile che pure per entrare nella Sagrada Familia si debba pagare un’enormità?
È vero che il biglietto d’ingresso finanzia i lavori di un cantiere che deve restare sempre aperto per volontà del grande architetto, ma allora anche il Duomo di Milano dovrebbe funzionare allo stesso modo e invece (deo gratias) si entra gratis (per adesso).
A Barcellona si paga anche nei parchi pubblici
Diciamolo, noi italiani siamo sempre bravi a dire che l’Italia è una vergogna e poi siamo proni quando all’estero recintano un pezzo di parchetto pubblico solo perché è stato abbellito (in modo peraltro straordinario) da Gaudì e ti chiedono più di otto euro per entrare. Alla faccia del parco pubblico. Se poi questi otto euro cadauno arrivano dopo le costose gite alle altre opere del più grande artista catalano ci si innervosisce ancora di più.
Park Guel di per sé sarebbe (anzi è) un piccolo gioiello, un esempio di come l’architettura e la natura possano compenetrarsi e arricchirsi a vicenda. Peccato che questo mirabile equilibrio sia spezzato dalle orrende transenne che dividono la parte progettata da Gaudì dal resto del parco, le quali transenne sono intervallate da altrettanto orrendi baracchini presidiati da custodi spagnoli attentissimi a impedire il passaggio di eventuali portoghesi.
A buon mercato il museo navale e il museo della città
Il visitatore si fa spremere per l’ennesima volta e si sente spremuto. Ovvio che poi trovi gente che si arrampica sulle ardite strutture colorate per farsi selfie e foto di gruppo: se tu metti in vendita in modo goffo ciò che non si deve vendere le persone pensano di aver comprato ciò che non si può comprare e quindi si ritengono autorizzate a comportarsi come vogliono.
Meno male che almeno passeggiare sulle ramblas do Barcellona non costa niente (per adesso) e costano poco il piacevole museo navale negli storici cantieri al porto e il museo della città, che ha un’interessante sezione dedicata agli scavi romani del centro, con tanto di antiche attività commerciali.
Certo Barcellona non può prescindere da Gaudì e i suoi amministratori lo sanno. Eccome se lo sanno. Ecco perché hanno transennato Park Guell.
“Il grande libro, sempre aperto e che dobbiamo sforzarci di leggere, è quello della Natura”, diceva Gaudì. Chissà cosa avrebbe detto se avesse visto le abominevoli transenne che separano la natura dalle magnifiche architetture da lui progettate, anzi plasmate a immagine della natura stessa. Il grande libro della Natura è stato chiuso: a lui per ora sono stati preferiti i libri contabili.
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