Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

Parco archeologico di Scolacium sulla via della chiusura

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Dopo il pensionamento di uno dei tre custodi del sito, il parco archeologico calabrese di Scolacium sta per essere chiuso. Tito Macrì lancia l’allarme sulle sorti di Scolacium

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Parco archeologico di Scolacium

Mentre il ministro Franceschini esalta il suo impegno e i risultati conseguiti, grazie all’azione del governo di cui è parte. Ecco il rovescio della medaglia: il parco archeologico di Scolacium, in provincia di Catanzaro, sta per chiudere. Luogo dalle mille vite, e dalle mille storie, trentacinque ettari di uno dei siti più belli della Calabria, a Roccelletta di Borgia, con le sue stratificazioni, la città greca e poi quella romana che vi si sovrappose. Tito Macrì, che al parco di Scolacium ha passato anni e anni di lavoro, parla con rabbia. E lancia l’allarme. “Ora è andato via uno dei tre custodi. Sono rimasti solo in due. Qui quando qualcuno è andato in pensione, il passato insegna, non è stato mai sostituito. È assurdo, che non sia adeguatamente tutelato un posto così, ma credete. Si chiuderà, se non si fa qualcosa. Due persone non possono garantire la sorveglianza di due musei e di un parco archeologico tanto vasto ed esteso. Non ci sono più le forze materiali per poter sorvegliare, custodire e tenere in vita questa realtà. È in pericolo, insomma, al momento, la sopravvivenza di un bene culturale ed archeologico inestimabile. Ma in realtà già a partire da dicembre –  sottolinea Macrì – non si è potuto garantire la visita dell’area in diversi giorni. E ben sette chiusure pomeridiane si sono purtroppo rese necessarie solo nel mese di gennaio”.

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Museo Scolacium

Il primo dicembre è andato via il custode. Da dicembre si sono succeduti disservizi a macchia di leopardo. Il parco archeologico di Scolacium è rimasto chiuso a Natale, Santo Stefano e Capodanno. “Il ministero ha creato sempre dei progetti per permettere l’apertura nei giorni festivi, perché sono giorni di maggiore afflusso. Noi del personale amministrativo abbiamo sempre dato una mano, ci siamo alternati nei turni”, spiega Macrì. Il parco e i musei dovrebbero garantire l’apertura tutti i giorni, tranne il lunedì che è giorno di chiusura, “però noi, contravvenendo alle disposizioni ministeriali, quando è venuta gente da fuori il lunedì l’abbiamo sempre fatta entrare. Un personale amministrativo, dunque, che si è fatto parte integrante dei codici di sicurezza e degli allarmi e nell’emergenza ha svolto anche ruoli di sorveglianza. Ma se già prima si era al lumicino, ora la situazione pare non è più gestibile”, sostiene, con amarezza, il tecnico. “Ora, – conclude Macrì,-  con due unità per la sorveglianza, basta che una persona non stia bene che si creano gravi disagi. Se fosse una situazione normale, il parco e i musei avrebbero bisogno di una decina di persone come addetti ai servizi di vigilanza”.

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ScolaciumTito Macrì lavora dall’82 nell’area che custodisce la greca Skylletion, poi romana Scolacium, un centro di servizio urbano dotato di teatro, anfiteatri, edifici amministrativi e religiosi. Ancora, l’era normanna. “Rappresenta davvero tanto per la mia vita questo parco. L’ho visto dal nulla crescere, le serate di Armonie d’arte festival e tutto quel che rappresenta. Il ministero sta facendo riforme caotiche. Possono indire anche concorsi per archeologi e studiosi, ma se mancano i custodi, come entrano?” conclude amareggiato Macrì. “Crediamo che questa area archeologica sia un bene straordinario per tutta la Calabria e non solo. Aiutateci a non farla morire”.

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