Israele è una nazione nell’estremo sud-est del Mediterraneo, bagnata da questo mare. A sud per un piccolo tratto è bagnata dal Mar Rosso (golfo di Aqaba). Confina con Libano, Siria, Giordania ed Egitto. In una striscia di terra, lunga 400 km e larga in alcuni tratti non più di 15, trovano posto anche i Territori Palestinesi della Cisgiordania e di Gaza, amministrati dall’Autorità palestinese.
Nonostante le ridotte dimensioni, il territorio si presenta vario: a nord le fertili colline della Galilea alte fino a 1200 metrri. Pensate che d’inverno si scia. E i laghi salati di Tiberiade e del Mar Morto “il punto più basso della Terra”, con livello a meno 392 metri e fondo a meno 800. Il Mar Morto si è generato milioni di anni fa per effetto di un’evaporazione delle acque non compensata dall’afflusso degli immissari collegati dal fiume Giordano.
A sud, si trova il deserto del Negev, grande quanto metà del paese e popolato da pastori beduini nomadi. Un deserto che grazie all’irrigazione, gli israeliani hanno compiuto il miracolo di trasformarlo in serre agricole capaci di produrre anche ottimo vino.
Pure gli ecosistemi, già descritti nella Bibbia, sono ricchi e diversificati: 130 piante endemiche e 128 specie autoctone di mammiferi, tutelati in 71 parchi nazionali e 230 riserve, per una superficie pari al 25 per cento del paese. In Israele si può andare durante tutto l’anno, ma interessante è anche durante le festività per la Pasqua ebraica.
Visitare Israele per la Pasqua ebraica: testimonianze uniche al mondo
La storia e le religioni hanno concentrato testimonianze come in nessun altro posto al mondo. A cominciare da Gerusalemme, città santa per ebrei, cristiani e musulmani, ai tanti luoghi biblici. Dai castelli crociati fino alla suggestiva fortezza di Masada. Posta in cima ad uno sperone di roccia, ultimo baluardo della resistenza ebrea alla dominazione romana.
Non a caso l’Unesco protegge ben 17 siti come Patrimonio dell’Umanità. Ma non aspettatevi un paese di sole rovine: ci sono anche città modernissime e tecnologiche, come Gerusalemme e Tel Aviv. Gli ebrei, si sa, sono ingegnosi, intraprendenti e molto intelligenti: pur rappresentando soltanto lo 0,25 per cento della popolazione mondiale vantano ben il 28 % dei premi Nobel e metà dei campioni del mondo di scacchi sono ebrei. Vorrà pur dire qualcosa. E girando per il paese ci si rende conto.
L’operosità e l’ingegno degli israeliani
Oltre ai successi economici, Israele vede nel suo futuro molto turismo. Il Paese è convinto che il turismo possa servire a riprendersi un po’ di normalità costruendo una realtà parallela, fatta di pace, lavoro comune, complicità.
Di miracoli Israele ne ha già prodotti molti nella sua breve storia di Stato sovrano. Se pensiamo alla cronica carenza di acqua, all’assenza di risorse naturali, all’interminabile conflitto con la nazione palestinese e le difficili relazioni con i vicini paesi arabi. Eppure tutto questo non hanno impedito a Israele di affermarsi come il paese economicamente più avanzato e dinamico del Vicino Oriente.
“L’attuale potenza economica di Israele non ha precedenti”, ha scritto Paul Scham. Sebbene le ultime previsioni stimavano che nel 2015 il Pil sarebbe cresciuto “solo” del 2,5 per cento, in calo rispetto agli anni precedenti. Paul Scham, ricercatore ed esperto del conflitto israelo-palestinese, ha pubblicato sul magazine online Real Clear World un articolo in cui spiega che Israele – nonostante le moltissime difficoltà interne – sta attraversando un periodo potenzialmente molto favorevole dal punto di vista geopolitico. Israele è sempre stato un paese “speciale”: fin da quando è stato fondato e riconosciuto dalla comunità internazionale, i suoi governi hanno provato a tenere insieme le sue due componenti fondamentali apparentemente molto distanti, cioè la democrazia e la componente etnico-religiosa ebraica.
La difficile convivenza con le ragioni di tutti
Se non è facile sopravvivere per lo Stato di Israele, tanto meno lo è per il non Stato dei Territori Palestinesi. Vivere in Israele non è proprio agevole. Non lo è per gli abitanti di etnia e di fede ebraica e ancor più per quanti ebrei non sono. Come i palestinesi, arabi di etnia e di cultura e islamici di religione. Per non parlare poi di altre etnie e religioni numericamente inferiori, costretti a convivere fianco a fianco in un lembo di territorio più piccolo della Sicilia, ma con densità da primato. Tutto ciò provoca disordini e conflitti.
Da oltre mezzo secolo vediamo nei telegiornali: sparatorie, attentati, sequestri, distruzioni, muri divisori e guerre. Da sempre il fato (ma ancor più gli uomini) sembra accanirsi ad accumulare conflitti, conquiste e problemi insolubili in questo lembo di terra. Una situazione dove tutti hanno delle valide ragioni e nessuno vuole accettare l’unica soluzione possibile: la divisione del territorio in due diversi stati autonomi. A complicare ulteriormente le cose contribuiscono le divisioni all’interno delle singole etnie e religioni: gli ebrei in ortodossi, tradizionalisti e laici; gli arabi in sunniti, sciti, alawiti, drusi e bahaisti; i cristiani in cattolici e protestanti, copti, armeni, greci, siriani, giacobiti, maroniti e melkiti, e chi più ne ha più ne metta.
Andare in Israele per la Pasqua ebraica
In funzione di quanto appena descritto, molti si chiedono se un viaggio in Israele può essere pericoloso. Una domanda ragionevole. E se dovessimo decidere solo sulla base delle notizie dei telegiornali dovremmo dire si. Tutti percepiamo un senso di insicurezza perché a quei fatti viene dato un forte risalto mediatico. In realtà non è così. Gli esperti di statistica assicurano che risulta molto più pericoloso compiere un tragitto in auto sulle nostre autostrade.
Israele è un luogo dove tutti hanno sognato di andare, da Mosè alla regina di Saba, dai crociati a Mark Twain. Un viaggio in questo lembo di terra, mgari durante la Pasqua ebraica, la maggior parte dei turisti lo fa come pellegrino per la visita ai luoghi santi, ma c’è davvero molto altro da scoprire. Moltissime sono le principali località di interesse storico e archeologico d’Israele. Senza dimenticare Tel Aviv, la città dei giovani, “la città che non si ferma mai”. Prima città ebraica moderna è il centro dell’economia e della cultura nazionali, con la sua ricchezza di eventi artistici e culturali, festivals, intrattenimenti d’ogni sorta, e un’attivissima vita notturna.
Una occasione per programmare un viaggio in Israele è certamente la Pasqua ebraica (dal 23 al 30 aprile), una festa che dura 8 giorni e celebra la liberazione del popolo israelita dalla schiavitù in Egitto, nonché il suo esodo verso la Terra Promessa.
Tra i vari operatori abbiamo trovato interessante la proposta di Apatam Viaggi, specializzato dal 1980 in turismo culturale, che propone un tour di gruppo di 9 giorni con partenza il 22 aprile con volo Alitalia.
Info su: www.apatam.it
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