Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Pompei, aperte 5 nuove Domus e inaugurata mostra “Mito e Natura”

Pompei, Casa della Venere in conchiglia

Pompei si rimette a nuovo. Dopo il restauro, aperte 5 domus e inaugurata la mostra “Mito e Natura”, occasione perfetta per valorizzare reperti di solito non esposti al pubblico

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Casa di Paquio Proculo

Una Pompei nuova quella che appare al visitatore con la riapertura di cinque domus restaurate. Nuova anche nella concezione, lavorare in più stretta collaborazione con il museo archeologico di Napoli. Nella città sepolta dal Vesuvio riapre il complesso di Giulia Felice, un albergo con impianto termale e un porticato dalle colonne quadrate in marmo con ampio giardino, accessibile dallo spiazzo dell’Anfiteatro. Riaprono i bellissimi giardini della casa di Octavius Quartius e quelli della Casa del Frutteto, ma anche quelli della casa della Venere in Conchiglia, dove risplende l’affresco della dea sul mare. Infine la Casa di Marco Lucrezio sulla via Stabiana. Una piccola parte della Pompei che sarebbe ancora da esplorare, ma abbastanza per dare fiducia nel futuro di questo sito così complicato che ha raccolto 3,2 milioni di visitatori nel 2015, il 20% in più rispetto all’anno precedente.

L’aspetto dei giardini, – spiega Massimo Osanna, responsabile della soprintendenza di Pompei, – che vogliamo offrire ai visitatori con i recenti restauri e la riapertura al pubblico, è un’interpretazione dei luoghi per come essi dovevano essere all’epoca della loro realizzazione”.  E a Pompei sono stati esposti anche i resti di cibo e frutta carbonizzati. Perché il sovrintendente ha un progetto preciso: “Io credo molto nella rete di collaborazioni, e questo è un esempio di come si possa lavorare uniti. Pompei non può essere una monade isolata, si deve aprire al mondo, alle istituzioni, al ministero: con Napoli il dialogo deve essere serrato e con Paolo Giulierini ci stiamo riuscendo”.

Pompei casa del frutteto
Casa del Frutteto

Sì, perché grossi pezzi di Pompei ed Ercolano non sono dove si trovavano al momento dell’eruzione, bensì all’Archeologico di Napoli, il museo che ospita i reperti e gli arredi delle città sepolte dalla lava.  La sfida è portare anche a Napoli i turisti. Collaborazione quindi in primo luogo con il sovrintendente Giulierini, che in parallelo alla riapertura delle domus, ha organizzato la mostra “Mito e natura“.
“La mostra, – spiega Giulierini, nuovo direttore dell’archeologico partenopeo, – nata da un rigoroso progetto scientifico, non si presenta come fine a se stessa, ma è stata l’occasione di valorizzazione di molti reperti, di solito non esposti nel Museo di Napoli, ed uno stimolo per riaprire, in via definitiva, gli storici giardini del palazzo, per offrire al pubblico un’esperienza sempre più gradevole di fruizione e di visita”.

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