Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

Milano, un libro ricorda Giannino Castiglioni

Giannino Castiglioni nel suo atelier

Realizzò una Porta del Duomo e la statua di San Francesco in piazza Sant’Angelo. Il volume edito da Skira racconta il legame dello scultore con Milano e la Lombardia

Castiglioni scultoreLa Milano del primo Novecento, a cavallo tra simbolismo e Liberty, riaffiora dall’album dei ricordi grazie al nuovo libro dedicato a Giannino Castiglioni. “L’arte del fare. Giannino Castiglioni scultore”, edito da Skira e a cura di Eugenio Gugliemi, sarà presentato giovedì 31 marzo, alla biblioteca Ambrosiana di Milano, alle 18.
Incisore, pittore, soprattutto scultore, nato nel 1884 e scomparso nel 1971, Giannino viene raccontato da un volume che raccoglie testimonianze dirette, studi monografici, materiali d’archivio. Ne emerge il quadro di un artista legato a doppio filo con la sua città natale, Milano; a cominciare dall’Accademia di Brera, per gli anni della formazione, per proseguire con molte opere che realizzò in città e che i milanesi tuttora possono ammirare.

Giannino Castiglioni, instancabile lavoratore

Giannino Castiglioni formelle porta del Duomo
Prova di posa delle formelle sulla porta del Duomo di Milano

Lo scultore mosse i primi passi in una città dove si respiravano le tendenze culturali del tardo simbolismo ottocentesco e i fermenti del nuovo secolo, con l’approdo di ispirazioni Liberty. Presto si dedicò alla realizzazione di medaglie, bassorilievi, opere di arte sacra e monumentale. Castiglioni lavora intensamente, dalla prima decade del Novecento fino agli Sessanta.
Gli appassionati di scultura monumentale ritrovano l’opera di Castiglioni nella seconda porta da sinistra del Duomo di Milano; nella statua di San Francesco, in piazza Sant’Angelo, poco lontano da via Turati e da piazza Moscova, in alcuni bassorilievi nel cimitero monumentale. Castiglioni lavorò anche alla cappella Smiderle dell’ospedale Fatebenefratelli e al cimitero di Busto Arsizio.
Studi recenti si sono concentrati sui 350 gessi conservati a Lierna, sul lago di Como, dove l’artista aveva una seconda residenza e dove morì. I gessi sono stati donati dagli eredi al Comune, in vista di una creazione di una Gipsoteca.

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