Singapore è la città più cosmopolita e multiculturale dell’Asia. La comunità buddista, in particolare, è una tra le più radicate nel quartiere di Chinatown. Il buddismo, infatti, è stato introdotto a Singapore nel corso dei secoli passati grazie all’arrivo di migranti provenienti da tutto il mondo che hanno portato con loro le principali tradizioni rappresentanti il fascino di questo culto. Una di queste è l’annuale Vesak Day, festa religiosa tra le più importanti nel calendario buddista, che il 21 maggio animerà Singapore tra riti e processioni tipiche. Nel corso di questa giornata, infatti, i fedeli buddisti celebrano, simbolicamente, la nascita, l’illuminazione (ovvero il raggiungimento del nirvana) e la morte di Buddha.
I festeggiamenti a Singapore inizieranno già alle prime luci dell’alba quando i devoti si riuniranno nei templi per la prima cerimonia, la bandiera buddista verrà innalzata e si canteranno inni di lode verso il Buddha, il Dharma e il Sangha. Inoltre, verranno portate offerte di fiori, candele e bastoncini di incenso da lasciare ai piedi delle statue allo scopo di ricordare che la vita è fugace e transitoria, che tutte le cose decadono e alla fine si spengono. Le celebrazioni si concluderanno, infine, con una processione a lume di candela per le strade di Chinatown. In questa occasione i monasteri Mahayana di Singapore, come il Phor Kark, praticheranno il rito “tre passi, un inchino”: i devoti, infatti, dovranno camminare sulle proprie ginocchia inchinandosi a ogni terzo passo e pregando per la pace nel mondo, per la loro benedizione e per il pentimento.
Il Vesak Day è l’occasione per visitare i numerosi templi buddisti di Singapore che, durante il Vesak Day, diventano cornice di importanti rituali simbolici tipici della cultura buddista. Uno di questi è il cosiddetto “bagno al Buddha“: i fedeli si radunano attorno a vasche o piscine decorate con ghirlande di fiori in cui domina una piccola statua dedicata al piccolo Siddharta. Mestoli d’acqua provenienti da questa vasca vengono versati sulla statua in memoria della leggenda secondo la quale il bambino era stato lavato con le acque dei nove draghi subito dopo la sua nascita.