Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

La Thuile : il fascino della montagna in estate

La Thuile Breuil la thuile Valle-d'Aosta

La montagna è contatto con la natura. A piedi o in bicicletta si possono ammirare panorami unici. In Valle d’Aosta a La Thuile si scoprono zone di interesse storico e geologico. Vivere l’essenza della montagna anche attraverso la cucina

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Grand Assaly, Rutor il lago

La montagna suscita sempre un grande fascino. In inverno quando le cime e le valli sono coperte dal candido mantello bianco. In primavera e in estate quando le vette incontrano il cielo e si può camminare a passo leggero tra paesaggi unici al mondo. Il mio ultimo viaggio tra fine inverno e inizio primavera si è svolto nel comune più occidentale della Val d’Aosta: La Thuile, che con Courmayeur, è l’ultimo baluardo italiano prima di entrare nel territorio francese della Tarentaise. La Thuile si trova a 1441 metri in un’ampia valle stretta tra il massiccio del Rutor, la piramide del Grand Assaly e la catena del Monte Bianco. Habitat selvaggio, natura generosa e accogliente, carattere eclettico, La Thuile regala l’emozione di vivere l’essenza vera della montagna. La proposta turistica per l’estate coniuga sport, relax, divertimento, cultura e buona tavola. Regina degli sport invernali, paradiso del trekking e dell’alpinismo, oggi è anche una meta per gli appassionati, sempre di più, della mountain bike.

La Thuile e il trekking
La Thuile Trekking-Valle-d'Aosta
Trekking in Valle d’Aosta

Una fitta rete di percorsi raggiungono mete emozionanti. Si scoprono zone di interesse storico e geologico. La Valle d’Orgères, per esempio, è ricca di testimonianze del periodo tardo medievale e, oggi, oggetto di un progetto di scavi. Una vallata nella cui salita si è chiusi fra la cresta della Punta Belleface ad est e da quella di Laugeron, ad ovest. In cima una splendida panoramica sulla catena che dal Monte Bianco si spinge sino alle Grandes Jorasses; mentre, in direzione opposta gli scorci meravigliosi arrivano al Grand Combin e al più lontano gruppo del Rosa. La selvaggia Valle del Breuil, di grande interesse geologico, è un itinerario che permette di attraversare un minuscolo oceano in miniatura, pian piano raschiato via dalla sua antica piana abissale e dolcemente depositato in mezzo alle montagne che sovrastano La Thuile. Un viaggio nel mesozoico che si rivela, in particolare vicino al colletto della Pointe Rousse e intorno al lago di Tormotta. (Scaricare la cartina dei sentieri dal sito www.lathuile.it).

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Lago Arpy

A piedi, in bicicletta o in auto, percorrendo gli itinerari che portano al Colle del Piccolo San Bernardo, si resta affascinati dalla bellezza del Lago Verney, il più vasto specchio lacustre naturale della Valle d’Aosta. Di origine glaciale il Lago Verney si trova a 2.088 m di altezza, tra il Bec des Rousses, promontorio del Piccolo San Bernardo, e il monte Chaz Dura. Il giro del lago di Verney si fa in circa 45 minuti. Lasciandosi il lago alle spalle si può raggiungere in circa mezz’ora il Lago Verney Superiore. Proseguendo verso il Colle di Punta Rousse, si incontrano numerosi laghetti d’alta quota e radure alpine, e si arriva alle sponde del Lago di Tormotta  a quota 2.486 m.

Le cascate del Rutor
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Cascate Rutorine. Il nuovo ponte (foto: Giuseppe Alliod)

La Thuile è contraddistinta dal ghiacciaio del Rutor. Lo si può ammirare da qualsiasi prospettiva. Figlie del ghiacciaio sono le Cascate Rutorine. Le tre cascate del Rutor sono tra le più spettacolari della Valle d’Aosta. Il Rutor, infatti, è il sesto ghiacciaio d’Italia.
Tre salti d’acqua impetuosi che si gettano in gole e precipizi, generando la Dora del Rutor. Emozionante il passaggio sul ponte che sovrasta la cascata e permette di osservarla dall’alto. L’inagurazione del ponte sulla terza cascata, avvenuta nel 2014 in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita delle attuali cascate, permette uno spettacolo unico. Per ammirarne la bellezza si può percorrere un sentiero che in 1 ora e venti porta da La Joux (1.603 m), a circa 3 Km da La Thuile, alla terza cascata (1.996 m). Si parte dai casolari di La Joux, si percorre la mulattiera, che attraversa boschi di conifere, fino ad arrivare, dopo venti minuti, allo spettacolare punto di osservazione sulla prima cascata, a 1.700 m di quota. Si prosegue nel bosco fino a raggiungere la Baita Parcet (1.772 m), passando un pianoro vicino al torrente, si riprende a salire per il sentiero, fino alla svolta a destra per la seconda cascata, a 1.850 m. Pochi tornanti ancora e in brevissimo tempo si può ammirare sulla destra anche la terza cascata. Se non si degli esperti alpinisti è meglio rinunciare alla salita sul Rutor. Nei pressi della cascata però si trova un bivio che offre a tutti la possibilità di raggiungere il Rifugio Deffeyes (2.494 m) o deviare sulla destra in direzione dei Laghi di Bellacomba.

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Mountain bike

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Scenari maestosi fanno da cornice alla MTB Natural Trail Area che a partire da Belvedere a 2.600 m di quota, scende per oltre 1.200 m di dislivello fino al paese. Sviluppata per soddisfare le esigenze di tutti i bikers, la MTB Natural Trail Area permette di migliorare gradualmente gli skill e le tecniche di guida. Questo ampio bike park si può raggiungere con bici al seguito, utilizzando gli impianti di risalita a partire dal 25 giugno fino al 4 settembre. Un attrezzatissimo Campo Scuola, coordinato dai maestri della Scuola di Mountain Bike La Thuile, si trova in zona Planibel, vicino alla partenza della seggiovia Bosco Express. E’ dotato di vari percorsi tra cui le strutture propedeutiche dello skill park, per sviluppare l’equilibrio nella guida e la corretta posizione sulla bici. Questo spazio è arricchito di un tracciato dual slalom e dal nuovissimo progetto push bike (bici senza pedali) per i piccolissimi.

Ciclismo su strada
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Bosco Express chair lif

Oltre alla mountain bike son tanti a cui piace il ciclismo su strada. Qui è più interessante perché si attraversano i percorsi del Tour de France e del Giro d’Italia. Suggestivo il percorso che dal paese sale verso il Colle del Piccolo San Bernardo, con pendenze del 7% nella parte iniziale, in zona Pont Serrand, e dell’8% fino al bivio di Les Suches, che si addolciscono lungo il “Piano  dell’Abbondanza” e riprendono vigore sugli ultimi tornanti che conducono al Colle per poi scendere verso La Rosière. Impegnativo, invece, il tragitto che da La Thuile, passa per il vecchio villaggio minerario di Pera Carà e da Les Granges – dove la pendenza raggiunge il 13% – e porta al Colle San Carlo (1.971 m), per scendere 11 km verso Morgex, piegare a sinistra fino al bivio di Prè Saint Didier (1.020 m), riprendere la salita lungo gli 11 tornanti con una pendenza media del 6%, passare i centri abitati di Elevaz e La Balme e tornare a La Thuile.

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La Thuile a tavola e in cioccolateria
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Tipiche specialità della Valle d’Aosta

Dopo tanto camminare e pedalare una sosta per ricaricare le energie è d’obbligo. Se si è in quota ci si può fermare in una delle baite o in uno dei tanti ristoranti se si è in paese, per gustare gli antichi sapori della cucina di montagna.
A La Thuile la gastronomia si intreccia con i saperi dell’innovazione culinaria, proposte enologiche di carattere e ottime birre artigianali si sposano con le specialità del territorio come fontina, boudin, motzetta e i deliziosi piatti che arricchiscono la cucina di montagna.
La Thuile è nota anche per il cioccolato. Nel mio viaggio ho incontrato Stefano Collomb, un eclettico personaggio, maestro cioccolatiere da 36 anni.

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La Tometta e le specialità cioccolatiere

Stefano segue la tradizione di famiglia nel suo Chocolat, negozio con annesso laboratorio. Suo padre, come raccontano le foto nel negozio, è stato il cioccolatiere di Papa Wojtyla. Dal suo laboratorio esce, è il caso di dire, ogni ben di Dio: pasticcini, gelati e, soprattutto, dell’ottimo cioccolato. Stefano ha dato il nome del formaggio tipico di La Thuile la tometta a una sua torta al cioccolato. Come mi è venuta l’idea? “La nostra specialità – dice Stefano Collomb – è una sorta di cremino da condividere. Un giorno ci eravamo dimenticati del ripieno dentro un scodella; quando l’abbiamo tirato fuori sembrava un formaggino d’alpeggio, ma dolce, così l’ho chiamata Tometta”.

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