Guardando i giornali, nei giorni scorsi leggo sul Corriere online il seguente titolo: “Spiagge a numero chiuso, Alassio guida il fronte dei Sì”. Più sotto, altro titolo; “Migranti, blindati austriaci al Brennero; Minniti: da Vienna atto ingiustificato”.
Da cui il mio (vabbé umile non meno che stolto) commento ‘ Povero Turismo ’ con sottotitolo “E anche quest’anno la stagione va a puttana”. Laddove si evince tanta certezza per alcuni semplicissimi motivi, tanto crudi (e per certo il solito pirla dietro l’angolo vi scoprirà cattiveria egoismi persino razzismi e chi più ne ha più ne metta…) quanto inoppugnabili.
Povero Turismo, si diceva, ma in senso più lato (anche) povera (più, povera) qualità della vita, in generale, nel Belpaese (e forse forse quelli che, vabbè donchisciottescamente, posizionano i tanks, leggi gli austriaci, vogliono, ancorché egoisticamente, evitare che i loro connazionali vivano quanto passo a lamentare). Qualità della vita di chi vive in Italia, si diceva, una vicenda su cui si potrebbe cominciare a discettare, datosi che, se come aulicamente non meno che retoricamente c’è chi financo definisce lo Stivale la “Casa Comune” dei Belpaesani, allora ci si domanda se “a casa propria”, un “altro”, una terza persona può sistemarsi senza nemmeno chiedere di essere quantomeno invitato … e in subordine perché, se proprio si vuole andar contro il vecchio detto “poca brigata vita beata…” non si fa un bel referendum, tipo le riunioni di condominio, sull’invitare o no gente a casa propria).
Povero Turismo, si diceva, perché le 2 sullodate notizie, sul Corrierone online, il Turismo Belpaesano lo vanno certamente a fottere (non so se di tanto o di poco, ma per certo lo fottono).
Perché – questo è un dato certo – il turista è, “anche”, diciamocelo una volta per tutte, egoista e pure cattivo, ma va pure capito: ha sgobbato tutto l’anno, e adesso, vabbé sporcamente e pure egoisticamente, le sue ferie vuole godersele in grazia di dio, senza visioni sfigate nei dintorni, accattoni, pover crist questuanti … quanto si scrive è tragico ma la realtà – negarlo è stolto e in malafede – è questa….).
Ad Alassio, dopo aver fatto un po’ di volte due conti, il rag. Rossi ha portato lì la sua bella famigliola, bimbi con secchiello e paletta, lì a giocare (con quel po’ di sabbia che c’è, meglio le arenose spiagge della a me cara Romagna, ma questa, avrebbe detto Kipling, è un’altra storia…) dopodiché si ritrova davanti all’ombrellone un’orda di “paraturisti fai da te” (e spendiunkazzo) che se proprio non gli rovinano quantomeno gli disturbano le sue (meritate) vacanze piccolo-borghesi. Ed è così folle chiedersi se è giusto tutto ciò (povero, caro, ragiunàt Rossi…). E parimenti (espatriamo lasciando al suo tragico destino sotto l’ombrellone il connazionale rag. Rossi di cui sopra…) se la gode, venendo vacanziera nel Belpaese, una coppia di turisti, diciamo, austriaci (quelli, vedi sopra, a casa loro “protetti” dai carri armati – ! – eppertanto non abituati a visioni poco allegre, anzi purtroppo tristarelle, di chi non se la spassa eppertanto, puvrètt, non può che convivere con la sfiga)? Si sarà anche crudeli, cara gent, ma la realtà è questa, o no? (E sono ahinoi lontani i tempi in cui i venditori dalla carnagione più o meno abbronzata percorrevano le spiagge romagnole vendendo, bomboloni e fourlards, umanamente non meno che scherzosamente trattati dai “villeggianti”…).
Proprio un bel casino sotto gli ombrelloni…