Cronache agostane 3, 9 Agosto, mercoledì. Sto vivendo il mio terzo giorno da “roense” (nel senso di residente a Ro Ferrarese, mentre gli abitanti della Rho lombarda son detti rhodensi, eppoi c’è in giro gente che dice “non vale un’acca”… disprezzando questa umile lettera dell’alfabeto). “Ras” (Rien à Signaler, niente da segnalare, direbbero i francesi) nel senso che si tratta di una giornata che definirei interlocutoria, trascorsa in attesa dell’arrivo, dal lago Maggiore, della mè sciura, del ‘mì querido nieto’ (che in Spagna vuol dire nipote, di nonno) Xavier, ai quali vanno inoltre aggiunti pure 2 cani, davvero un curioso equipaggio. Dopodiché, giunta a Ro la suesposta troupe, si studieranno i posti che Xavier vorrà (e secondo me, dovrà) visitare per una sua valida conoscenza di questa terra romagnolo – emiliana (che tanto mi gusta da arrischiare di definirla “la più preclara” del Belpaese).
Cronache agostane 3: dalla sponda del Po verso sud
E ce ne sono tanti, di bei posti da vedere (Capo Canaveral di partenza, Ro Ferrarese): la sponda del Po (in bici); Ferrara (e, per la cultura tennistica di Xavier, il “Marfisa”, forse uno dei più bei Clubs di Tennis del mondo, per certo il più storico datosi che la palazzina e l’aura che lo circondano ti riportano alla gloria degli Estensi); Rovigo, che secondo me un suo minifascino ce l’ha in quanto Vigile Scolta meridionale della Serenissima Repubblica; il delta del Po, ivi compreso quel Polesine di emigranti testimoniante che a dover far fagotto per colpa della fame non furono mica solo i terùn; il Lido di Spina (laddove mi attende il mì querido “vicino di tomba” al secolo Paolofigna, e allo stesso Lido, option natatoria per Xavier, il Bagno del mio amico William; Ravenna, dalla Storia tanto meravigliosa, quanto, forse poco valutata (tanti bei monumenti nonché altre chances natatorie per Xavier nelle acque di Marina, residenza estiva dell’editorpadrone di mondointasca.org); Lugo, il Lucus, latino bosco, beninteso di Romagna, fosse solo affinché Xavier, novello Kunta Kinta, conoscesse le roots paterne (e difatti a Lugo riposa il bisnonno Alberto); Comacchio, che oltretutto non è “soltanto anguille”. Vedi quel magnifico ponte; e infine (tra i posti da far vedere al Xavier) ci metterei pure Venezia (laddove per certo si comporterà civilmente, mica quei turisti giovinastri che inzozzano tutto, col risultato che i venexian doc invocano a gran voce solo pochi turisti, e però li vogliono pure plurimiliardari dispensanti dinero (forse troppo comodo, eh, gondolieri & C.?).
Cronache agostane 3: le lasagne di Cristian
E stavo per chiudere questo nutritissimo elenco di posti da far vedere a Xavier quando squilla il telefono e vengo convocato dalla Lina Dolcini (fianco a lei il Vanni smania per salutarmi): ordine del giorno, tutti da Lei a Predappio, a magnèr (e allora, caro Xavier, avrai finalmente capito cosa vuol dire Tajadèl , beninteso T maiuscola). Evviva. Ma a ‘sto punto, meglio riordinare le idee tornando a Ro (ancorché nemmeno lì possa vivere di assolute certezze, sempre tremendamente indeciso se andare a bere lo Spritz al “Bacaro” o al “Se Dici”, e quasi sempre mi tocca risolverla salomonicamente, anche perché un paio di aperitivi saranno mica una malattia da mettersi a letto…).
A Ro, si diceva, l’aperitivo, eppoi se si parla di cena (ohèi, posto senza pretese) “Cristian” fa lasagne mica male (ma non ditelo al mio “padrone di casa” roense, il Nicola, che essendo Accademico della Cucina è praticamente non culturalmente impedito a prendere in considerazione un Cibi Cotti poi, però, stan lì a sentire le balle che conta il Gualtiero Marchesi. Da Ro (Ferrarese, infatti manca l’Acca, per oggi, è tutto (ve l’avevo detto, che sarei stato interlocutorio?).
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