Q Quando
, nel senso di “In quale periodo dell’anno intraprendere un viaggio”. Una volta c’erano gli agenti di viaggi a suggerirlo (ma non tutti, alcuni – e vabbè motto nazionale del Belpaese è tengo famiglia… – mandavano il cliente a prender acqua pur di incassar la provvigione). Adesso ci sono il web e il wuotsàp (e solitamente si viaggia su suggerimento del barista, appena tornato dalle Maldive…, la domenica, all’ora dell’aperitivo).
R Roma. Se si vuole scherzare, e vabbè, Roma Doma, o Roma o Morte (tant’è che piuttosto di morire han preso Roma… e ri-vabbè…) etc etc… ma, se invece si vuol parlare sul serio (città ‘civili’ che funzionano, mezzi pubblici ‘umani’, pulizia etc etc etc) non resta che rinviare la cortese aficiòn lettrice alla lettera “M” nel senso di Madrid e di Milano alla precedente puntata.
S Spagna. Franzia o Spagna purché se magna. Noto Inno di battaglia nell’Italia visitata, secoli fa, da un po’ troppi “turisti armati” invitati nel Belpaese da Principi, Signori & Papi.
Meglio Franzia, o Spagna (in casi di richiesta di suggerimento turistico all’autore di questo ABC)? Dipende dai gusti. In Francia, come diceva De Gaulle, magnifici formaggi … ma (con tutto il rispetto …ça va sans dire) … la Spagna … vuoi mettere?
T Turismo. Con riferimento a quello “perpetrato” in Italia. E scimmiottando Madame Roland (nonché liberamente variando destinatario e oggetto del “J’accuse”) sarebbe il caso di esclamare: “Turismo, quante vaccate si commettono (e dicono) nel tuo nome”. In primis, da quando, ai tempi della cosiddetta Prima Repubblica, finita la sbafata, nel senso di spartizione dei cosiddetti “ministeri con portafoglio” (da riempire…), il ministero del Turismo veniva regolarmente assegnato, a mo’ di contentino, al più pirla della più sfigata corrente della Diccì. Dopodiché finì la Diccì ma vennero le regioni imperocché (anche stavolta) il ministro del Turismo continuò a valere una beata fava. Nel senso che quel che pensava (e vabbè, licenza poetica…) o financo diceva o decideva il ministro (appunto del Turismo) doveva poi essere “fatto” dai capataz turistici delle Regioni (R maiuscola) col risultato che se quelli della Regione non la pensano come il Signor Ministro (ma basta solo che quest’ultimo sia di un altro partito…) kolkazzo che venga eseguito quel che ha deciso il ministro del Turismo. Proprio un bel casino …. (E difatti, mica per niente l’Italia, che era Lìder assoluta dei Paesi “turistici” del mondo, è scivolata al 3° posto, o giù di lì…).
U Unione Europea. Tutte balle. Lo dicono pour èpater le bourgeois, per contarla ai gonzi. In realtà (a parte la carta di identità alla frontiera) tra regolamenti, faccende di danèe e altre quisquilie, tutto (come diceva il Gattopardo) è rimasto come prima, ce la contano su.
V Viaggi. E a questo proposito (del viaggiare, andare in giro per il mondo, a vedere, capire, apprendere…) più che un ABC di Fine Anno ci vorrebbe un’enciclopedia (dell’Orrore) per spiegare quanto i Viaggi sono demonizzati nel territorio della Repubblica Italiana. Il qui scrivente (da 60 anni nella vicenda, oltretutto a vario titolo, tipo facente viaggiare e scriba viaggiatorio…) qualche esempio/idea ce l’ha. C’è (o quantomeno ci fu, adesso è scemata) ad esempio, una componente volgarmente definibile catto-piagnona laddove il “ricco” “può permettersi di viaggiare” (pensa tu, da Milano spendi meno volando loucòs a Madrid che andando in autostrada a trovare la cugina a Torino…). Ma siccome “ricchezza” vuol dire danèe e secondo religione il “Denaro è lo sterco del Diavolo”, ecco che (non essendo già stati inventati i Grandi Viaggi ma non ancora quelli Gratuiti…) chi viaggia, a vedere “posti & genti nuove”, diventa una sorta di Fuorilegge (salvo poi, andare in vacanza balneare a, diciamo, Ostia e/o Varigotti, e pagare un pacco di euro per cambiarsi in cabina e proteggersi dal solleone, imparando un cacchio per tutto i giorno…). Mica per niente certa stampa turistica alla fine di una proposta di viaggio aggiunge il costo e, populisticamente (non meno che gnagnerosamente) commenta “Per chi se lo può permettere” (ma non lo precisa quando segnala il costo di un paio di mutande “firmate” o di una cena chez uno degli ormai tanti chefs più o meno stellati …).
Z Ultima lettera di questo ABC secondo GPB, che si complimenta (chapeau!) con chi è arrivato alla fine di queste (almeno da Lui ritenute tali) Elucubrazioni (più o meno) Turistico – Viaggiatorie. E datosi che, a Fine Anno, i voti devono pur sempre contenere un “di… che cosa” eccomi precisare che alla amata aficiòn lettrice sto augurando tanti bei viaggi (o anche solo innocenti gite, giacché, come da sempre urlo, si “fa turismo” anche uscendo da casa e facendo il giro dell’isolato, dipende da come si fa andare la testa…). Buone feste e buon viaggio.