Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

L’Appia ritrovata non è solo archeologia

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La mostra fotografica e multimediale “L’ Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi”. apre il 14 luglio al Teatro Verdi di Brindisi. Resoconto di viaggio di Paolo Rumiz

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Il percorso da Roma a Brindisi lungo la via Appia

Dal 14 luglio e fino alla fine di ottobre, presso il Teatro Verdi di Brindisi, sarà aperta al pubblico la grande mostra fotografica, documentaria e multimediale “L’ Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi” di Paolo Rumiz. Resoconto del viaggio lungo la Regina Viarum, percorso a piedi da Paolo Rumiz in compagnia di Riccardo Carnovalini, Alessandro Scillitani e Irene Zambon. Dopo la prima tappa a Roma (nell’ambito del Festival della Letteratura di Viaggio), a Santa Maria Capua Vetere, Taranto, Benevento e Melfi (mostre promosse dal Servizio II- Segretariato Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo), torna nuovamente in Puglia l’iniziativa prodotta nel 2016 dalla Società Geografica Italiana, che riscopre, ripercorre e racconta quella che è la grande via europea.

La mostra “L’ Appia ritrovata ” torna in Puglia

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La copertina del libro di Paolo Rumiz edito da Feltrinelli

Il ritorno in Puglia, a Brindisi in particolare, assume una valenza molto significativa. E’ lo stesso Runiz che la racconta.
“L’idea di focalizzarsi su questo tema (la conoscenza dell’Appia e la sua rivalutazione storica e geografica), è nato proprio qui, a Brindisi”. E aggiunge , “Non posso dimenticare il nostro arrivo nel giugno 2015. Li ho capito che il viaggio non finiva in quel punto e che la Gran Via mi chiamava ancora”. Proprio in questa citta, a Brindisi, Rumiz concepisce l’idea del libro che si titolerà “Appia” uscito per Feltrinelli.
Sempre da Brindisi è ripartito un mese dopo un viaggio di ritorno con incontri di grande interesse “caldissimi” come dice Rumiz, con le comunità locali.

Da Brindisi l’inizio di una nuova avventura

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Ricordo – prosegue il giornalista e scrittore – che c’era la festa del patrono, le strade erano piene di popolo, di bande, tamburi majorettes. Mi sono detto: l’Appia non se la filerà nessuno. E invece no! In un chiostro medievale è arrivata un sacco di gente, sono piovute tante domande. Era il segno che l’Appia non era solo archeologia, ma il segno di una confederazione di città e paesi allineati su un’unica linea, e che quella confederazione poteva far uscire il Sud dalle sue divisioni. Avevamo toccato un simbolo, e quel simbolo si imponeva con forza inattesa. Rumiz conclude. “A Brindisi è nata l’idea di una mostra. Nessuno di noi ne aveva mai organizzata una, ma lì capimmo che non potevamo sottrarci. Appio Claudio ci comandava ancora! Questo nostro ritorno a Brindisi è la chiusura di un cerchio perfetto e spero segni l’inizio di una nuova avventura: l’esportazione della mostra all’estero”.

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