Martedì 16 Aprile 2024 - Anno XXII

L’Appia ritrovata non è solo archeologia

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La mostra fotografica e multimediale “L’ Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi”. apre il 14 luglio al Teatro Verdi di Brindisi. Resoconto di viaggio di Paolo Rumiz

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Il percorso da Roma a Brindisi lungo la via Appia

Dal 14 luglio e fino alla fine di ottobre, presso il Teatro Verdi di Brindisi, sarà aperta al pubblico la grande mostra fotografica, documentaria e multimediale “L’ Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi” di Paolo Rumiz. Resoconto del viaggio lungo la Regina Viarum, percorso a piedi da Paolo Rumiz in compagnia di Riccardo Carnovalini, Alessandro Scillitani e Irene Zambon. Dopo la prima tappa a Roma (nell’ambito del Festival della Letteratura di Viaggio), a Santa Maria Capua Vetere, Taranto, Benevento e Melfi (mostre promosse dal Servizio II- Segretariato Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo), torna nuovamente in Puglia l’iniziativa prodotta nel 2016 dalla Società Geografica Italiana, che riscopre, ripercorre e racconta quella che è la grande via europea.

La mostra “L’ Appia ritrovata ” torna in Puglia

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La copertina del libro di Paolo Rumiz edito da Feltrinelli

Il ritorno in Puglia, a Brindisi in particolare, assume una valenza molto significativa. E’ lo stesso Runiz che la racconta.
“L’idea di focalizzarsi su questo tema (la conoscenza dell’Appia e la sua rivalutazione storica e geografica), è nato proprio qui, a Brindisi”. E aggiunge , “Non posso dimenticare il nostro arrivo nel giugno 2015. Li ho capito che il viaggio non finiva in quel punto e che la Gran Via mi chiamava ancora”. Proprio in questa citta, a Brindisi, Rumiz concepisce l’idea del libro che si titolerà “Appia” uscito per Feltrinelli.
Sempre da Brindisi è ripartito un mese dopo un viaggio di ritorno con incontri di grande interesse “caldissimi” come dice Rumiz, con le comunità locali.

Da Brindisi l’inizio di una nuova avventura

Appia ritrovata mostraRicordo – prosegue il giornalista e scrittore – che c’era la festa del patrono, le strade erano piene di popolo, di bande, tamburi majorettes. Mi sono detto: l’Appia non se la filerà nessuno. E invece no! In un chiostro medievale è arrivata un sacco di gente, sono piovute tante domande. Era il segno che l’Appia non era solo archeologia, ma il segno di una confederazione di città e paesi allineati su un’unica linea, e che quella confederazione poteva far uscire il Sud dalle sue divisioni. Avevamo toccato un simbolo, e quel simbolo si imponeva con forza inattesa. Rumiz conclude. “A Brindisi è nata l’idea di una mostra. Nessuno di noi ne aveva mai organizzata una, ma lì capimmo che non potevamo sottrarci. Appio Claudio ci comandava ancora! Questo nostro ritorno a Brindisi è la chiusura di un cerchio perfetto e spero segni l’inizio di una nuova avventura: l’esportazione della mostra all’estero”.

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