Il turismo esperienziale nei programmi di cooperazione territoriale e l’impatto dei progetti realizzati con altre città europee sulle comunità locali. Questi sono tra i temi al centro del simposio euro-mediterraneo, organizzato dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana in collaborazione con l’Associazione nazionale comuni d’Italia. “Verso un’identità del turismo religioso” è stato il tema dell’incontro svoltosi ad Assisi il 18 e 19 gennaio. Si sono messe a confronto le esperienze realizzate da tutti gli attori coinvolti nel settore del turismo religioso. Quello di Assisi è stato il primo di una serie di appuntamenti che approfondiranno diversi aspetti legati al tema e che avranno luogo rispettivamente a Sotto il Monte (Bg) il 17 e 18 maggio sul tema “Esperienza e convivialità” e a Matera il 26 e 28 settembre sulla tematica “Comunità e responsabilità”.
“Verso un’identità del turismo religioso”
Nel corso dell’evento di Assisi sono state presentate le esperienze delle città italiane della rete Urbact. Città coinvolte in network sui temi della qualità della vita urbana e dello sviluppo economico e culturale. Visti come esempi positivi di collaborazione tra diversi livelli di governo e le realtà urbane europee. “Il turismo religioso è turismo di comunità”, ha precisato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani. “La comunità cristiana diventa protagonista attraverso la valorizzazione, l’ospitalità, l’accessibilità universale, la creatività e l’annuncio. Una prospettiva che attiva processi per buone pratiche di comunione di progetti tra comunità ecclesiale e comunità civile, per una strategia coordinata e integrata di valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale di matrice ecclesiale. Il turismo religioso è un turismo narrativo”.
Esperienza di comunione ecclesiale
Nel suo intervento introduttivo, il porporato, ha avuto modo di sottolineare che il turismo religioso può diventare esperienza di comunione ecclesiale e per questo è da promuovere. “L’ambito del turismo religioso diventa luogo in cui la Chiesa si coinvolge con la storia di tutti. Una Chiesa che non rimane ferma ai bordi della storia ma che invece prende l’iniziativa, si fa soggetto propositivo di accoglienza e di comunione”. Sono 300-330 milioni i “turisti religiosi” che si muovono ogni anno nel mondo per un giro di affari di oltre 18 miliardi di dollari. L’offerta religiosa del Bel Paese è rappresentata da circa 1.500 santuari, 30.000 chiese, 700 musei diocesani, monasteri e conventi. In Italia, il turismo religioso incide sull’economia nazionale per l‘1,5% sul totale dei flussi turistici, con 5,6 milioni di presenze turistiche (di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 milioni di presenze legate al mercato italiano).